Tutti stressati dal traffico ma nessuno molla l’auto
Quattordici giorni (circa due settimane), è la durata media delle ferie estive dei romani (dove poi effettivamente le trascorrano è un altro paio di maniche). Altri 14 giorni all’anno della loro vita gli abitanti della città eterna li consumano negli spostamenti casa-lavoro. I giorni salgono a 22 tra i pendolari. È quanto emerge dal rapporto «La mobilità a Roma, tra esperienza e utopia», realizzato dall’Istituto Eures Ricerche Economiche e Sociali. Dice il proverbio: «Chi è causa del suo male pianga se stesso». Infatti i romani si lamentano molto sulla situazione della mobilità in città (il 46% di loro ritiene che negli ultimi sia peggiorata) ma pochi di loro rinunciano al mezzo privato per raggiungere il posto di lavoro. Sono i cittadini europei più affezionati all’utilizzo dell’automobile: è la cattiva abitudine del 56,7% di loro (contro il 23,2% di Parigi, il 27% di Praga, il 37,6% di Berlino e il 41% di Madrid).
Il comune di Roma registra il più elevato tasso di motorizzazione privata, con 1,9 milioni di autoveicoli circolanti nel 2011, pari a 699,2 ogni 1.000 abitanti (a Parigi sono 250, Amsterdam 252, Berlino 285 e Londra 317). Questa presenza massiccia e asfissiante di veicoli nelle strade concorre a determinare la paralisi quotidiana del traffico, soprattutto nelle ore di punta, tra le 8.00 e le 9.00, quando si registrano oltre 500 mila spostamenti per andare a scuola o al lavoro. Ci vuole circa un’ora per completare lo spostamento casa-lavoro. In media servono 77 minuti ogni giorno per spostarsi a Roma tra casa e lavoro (andata e ritorno). Morale: il 46% del campione ritiene che negli ultimi anni la situazione della mobilità è peggiorata (50,6% tra quanti che si spostano sulle "due ruote"), mentre il 37,5% non rileva cambiamenti significativi ed il 16,5% la giudica migliorata.
L’uso smodato del mezzo privato non solo rallenta i mezzi pubblici ma determina l’aumento degli incidenti stradali (sono stati 18 mila nel 2011). Roma ha un altro primato negativo: con 24 mila feriti e 186 decessi sempre nel 2011 tra le aree metropolitane precede Milano (11,6 mila incidenti, con 15,6 mila feriti e 53 decessi) e, con numeri decisamente inferiori, Genova (4,6 mila incidenti, 5,8 mila feriti e 21 decessi). La Capitale registra inoltre un incremento dei decessi (+2,2%) in controtendenza rispetto alla dinamica italiana (-5,6%) e tra i pedoni il numero più alto di vittime (44 morti, pari a 1 ogni 8 giorni) e di feriti (2.206 nel 2011).
Piste ciclabili e parcheggi restano i grandi assenti. Il giudizio più severo riguarda la dotazione di parcheggi pubblici (inadeguata per l’89%) e quella di piste ciclabili (insufficiente per il 79,8%). Pollice verso per l’offerta del trasporto pubblico urbano su gomma (bocciato dal 70,5%) ed extraurbano (bocciato dal 68,3%), né la presenza di aree pedonali (inadeguata per il 67,1% dei romani, a fronte del 32,9% di opposta opinione). Meno negativo il giudizio sulla dotazione di linee metropolitane (la contestano il 60,5% dei cittadini) e di strade a scorrimento veloce (inadeguate per il 61,5%), mentre soltanto l'offerta del servizio taxi è considerata adeguata da un’esigua maggioranza del campione (50,8% a fronte del 49,2% di opposta opinione). Tutti in macchina ma nel petto batte un cuore ambientalista. Viva la sostenibilità se la mettono in pratica gli altri. L’87,5% dei romani è favorevole al Colosseo e Fori pedonali, l’88% alle corsie preferenziali per bici, l’86,5 alla rete metropolitana di superficie, il 90,7% ai servizi di trasporto fluviale, il 75% alla liberalizzazione delle licenze dei taxi, il 75% all’ingresso a pagamento nel centro storico per i mezzi privati. Le piste ciclabili sono insufficienti eppure la Capitale registra il primato di utenti di bike sharing: 16.800 nel 2011, seguita da Torino (14.400) e Milano (13.000).
di Natalia Poggi
da iltempo.it