Polizia Stradale Genova
RECUPERATO UN "RENDER" ROVER da 80.000 euro rubato e pronto per l’espatrio con targhe e documenti falsi
Erano le 04:30 di notte quando davanti ai fari della pattuglia in servizio sulla A12 Genova - Sestri Levante è sfrecciato un grosso e potente SUV. Gli occhi degli agenti erano però già fissi su quella strana targa dai riflessi così insoliti.
Occhi aperti e pedale sull'acceleratore quindi, per cercare di intercettare quel macchinone che sembrava avere una certa fretta. Un controllo via radio alla targa notando che a bordo c'era solo l'autista.
Da Nervi il SUV veniva tallonato fino a Voltri dove la paletta spuntava dal finestrino e dei lampi intermittenti blu squarciavano il buio obbligando L.C., trentacinquenne napoletano ma residente a Latina, a fermare al casello il Range Rover Sport da lui condotto fino a quel momento.
Una macchina da 80.000 Euro prestatagli da un amico per raggiungere una ragazza a Nizza, queste le farfuglianti giustificazioni alle prime domande degli agenti. Ma rimaneva quella targa dagli strani riflessi ed i sospetti su di essa: si, in effetti era proprio falsa, l'occhio attento della Stradale aveva visto giusto.
Da lì in poi arrivava tutta una serie di conferme: il telaio appariva contraffatto, l'assicurazione fasulla e soprattutto la carta di circolazione era assolutamente falsa. Particolare eclatante su quest'ultima è che il falsario di turno, evidentemente non conoscendo troppo bene il listino della casa automobilistica d'oltre manica, nel compilare quello che doveva essere il suo documento ufficiale aveva ribattezzato quell'auto come una RENDER ROVER.
Particolare invece inquietante era che quell'auto era stata rubata nella notte tra il 15 ed il 16 aprile scorso a Roma e per "ripulirla" era stata fatta diventare un vero e proprio clone di un veicolo identico anch'esso circolante a Roma. Nella mattinata gli ispettori della Stradale di Sampierdarena riuscivano a rintracciare l'ignaro proprietario della Range Rover "originale" avvertendolo del fatto. La Stradale capitolina accertava poco dopo che la sua macchina era proprio quella giusta, quella vera.
Era evidente, e con l'andare delle ore anche L.C. iniziava a fare le prime ammissioni, che quel viaggio notturno era finalizzato ad esportare e vendere sulla piazza francese il costoso veicolo. Appurato quindi l'intento di fuggire dal territorio nazionale scattavano le manette ai polsi dell'improvvisato "passeur" e, con l'accusa di riciclaggio, nel primo pomeriggio varcava la soglia del carcere di Marassi. (ASAPS)