Spending review, annullata la festa della Polizia
La celebrazione era prevista per il 16 maggio a Roma, in piazza del Popolo. Una direttiva del governo ha "tagliato" gli eventi di questo tipo di tutte le forze dell'ordine e dei corpi militari
ROMA - La polizia non commemorerà il 16 maggio in piazza del Popolo, tra palchi, stand e transenne, i suoi 161 anni. Ogni anno, alla presenza del capo dello Stato e di tanti ministri, primo quello dell'Interno, la polizia esponeva nella piazza il meglio delle sue specialità, ricordava i suoi caduti e riceveva le onorificenze. Tutto cancellato, nel nome del "contenimento delle spese". La Polizia, che già si sente umiliata per essere da troppo tempo senza capo (un posto, quello del vertice del Dipartimento sicurezza del Viminale, che si contendono prefetti e poliziotti), ora prende atto con un "no comment" della decisione del governo di privarla anche del tradizionale appuntamento con i cittadini. È una strategia della politica, fanno sapere ai vertici del Dipartimento, e quindi non resta che adeguarsi nella speranza che il vertice della Sicurezza italiana sia nominato presto, forse già entro la settimana, al prossimo cdm di giovedì o venerdì.
Per tutti parlano i Funzionari di polizia che apprezzano "la cancellazione della Festa in Piazza del Popolo". La cerimonia, va detto, sarà sostituita con sobrietà e misura da un incontro tra il presidente della Repubblica e l'Istituzione con una rappresentanza di allievi di Istituti di Formazione. "La festa, anche fatta nella sobrietà che i tempi di crisi impongono - fa sapere il leader dei Funzionari, Enzo Letizia - è un momento di riflessione che in ogni caso onora chi tutela ogni giorno i cittadini, i loro diritti e la loro libertà. È un momento che conferma il patto stretto tra Stato, le sue istituzioni, le donne e gli uomini della Polizia di Stato uniti intorno a ideali di legalità, libertà ed ai valori della nostra democrazia".
La spending review colpisce tutte le feste degli uomini in divisa. È l'Esercito il primo a cadere nella tagliola che il premier Enrico Letta ha imposto sulle feste militari e delle forze dell'ordine. Salta infatti la cerimonia per i 152 anni prevista dopodomani a Roma, cui avrebbe dovuto partecipare anche il capo dello Stato.
Sorte analoga per quella della Guardia di Finanza, il 20 giugno allo stadio dei Marmi, sempre nella Capitale. In tempi di crisi, del resto, che c'è da festeggiare? L'indicazione a "ridefinire le modalità di organizzazione delle feste delle singole forze armate, dei corpi militari e dei corpi non armati dello Stato" è contenuta in una lettera che Letta ha inviato venerdì scorso ai ministri competenti: Angelino Alfano (Interno), Annamaria Cancellieri (Giustizia), Mario Mauro (Difesa), Fabrizio Saccomanni (Economia), Nunzia De Girolamo (Politiche agricole). Le disposizioni sono chiare: "In considerazione delle esigenze di contenimento della spesa le celebrazioni di ciascun anniversario subiranno sostanziali modifiche nelle modalità di svolgimento. Queste ultime si limiteranno a: messaggio augurale del presidente della Repubblica; incontro del presidente della Repubblica con il capo dell'Istituzione interessata, accompagnato da una rappresentanza di allievi degli istituti di formazione; celebrazioni organizzate all'interno delle relative strutture e aperte solo al personale dipendente".
Ma la macchina organizzativa dell'Esercito era già partita per definire quello che è l'evento clou della sua annata. Stampati su carta tricolore gli inviti del capo di Stato Maggiore, generale Claudio Graziano, alla cerimonia dell'8 maggio presso l'Ippodromo Militare "Gen. Pietro Giannattasio".
Fitto il programma: alzabandiera, carosello di lance e carica di cavalleria, schieramento della brigata di formazione, afflusso dei medaglieri e labari delle associazioni combattentistiche e d'Arma, conferimento di onorificenze. Prevista anche la partecipazione del capo dello Stato Giorgio Napolitano e del ministro della Difesa. Oggi il dietrofront.
Con un laconico comunicato l'Esercito informa che "a seguito delle recenti disposizioni emanate dalla presidenza del Consiglio dei Ministri, la cerimonia in oggetto è stata annullata".
Delusione tra i militari, i quali ora si aspettano che analoga sforbiciata tocchi anche le altre feste. Ed infatti, anche il nuovo Governo salverà solo due feste: quelle della Repubblica, il 2 giugno con la sfilata ai Fori Imperiali, e delle forze armate il 4 novembre all'Altare della Patria.
da repubblica.it