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Notizie brevi 14/05/2013

Il pedone era ubriaco: automobilista assolto

La tragedia avvenne ad Egna. La vittima era sdraiata in mezzo alla strada. La difesa: all’investitore non potevano essere attribuite condotte negligenti

BOLZANO. Era stato messo sotto inchiesta con l’accusa di omicidio colposo e guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti ma è stato prosciolto a conclusione dell’istruttoria in quanto è emerso che la vittima, completamente ubriaca, era a terra in mezzo alla carreggiata in piena notte. Il dramma avvenuto l’estate scorsa in via Cavalese (alla periferia di Egna) ha avuto un epilogo contrastato in tribunale. I famigliari della vittima (T.J. , elettricista di 36 anni) si sono opposti sino all’ultimo alla richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero Donatella Marchesini. Il giudice Silvia Monaco ha però chiuso il caso.

La tragedia. I fatti risalgono alla notte del 30 giugno dello scorso anno. Erano circa le tre quando Mattia Zeni, un automobilista di 28 anni di Cavalese (che stava rientrando in val di Fiemme con alcuni amici dopo un concerto), si trovò improvvisamente la strada parzialmente ostruita da una sagoma scura posizionata verso il centro della carreggiata.

L’automobilista non avrebbe avuto il tempo di capire di cosa si trattasse ma ebbe una reazione che i periti nel corso dell’inchiesta hanno definito «naturale»: riuscì infatti a spostarsi con l’auto verso la linea di mezzaria per evitare di sormontare la sagoma con le ruote di sinistra, passandoci però sopra. Quella sagoma era un corpo umano. Si trattava del corpo dell’elettricista che venne arpionato dalle parti meccaniche del fondo dell’auto e trascinato per una ventina di metri. Quando l’automobilista (che si fermò subito) si accorse della tragedia era ormai troppo tardi. Fu lo stesso Zeni a dare l’allarme nel cuore della notte. Le condizioni dell’investito si rivelarono gravissime. In effetti l’elettricista di Egna morì poco dopo il ricovero in ospedale.

L’inchiesta. Mattia Zeni finì sul registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo e guida sotto gli effetti di sostanze stupefacenti. Gli esami clinici disposti quella notte, segnalarono nel sangue dell’automobilista la presenza di cannabinoidi, Il giovane, che stava rientrando da un concerto, ammise di aver fumato nel corso della serata una sigaretta di hashish. Il procedimento penale si è però concluso con il pieno proscioglimento dell’indagato perchè non è stato possibile provare che l’automobilista fosse, al momento dell’incidente, effettivamente sotto gli effetti della droga e gli stessi carabinieri, che intervennero sul posto la notte della tragedia, misero a verbale che l’automobilista era lucido ed in buone condizioni psico fisiche. L’accusa di essersi messo alla guida sotto gli effetti di sostanze stupefacenti è dunque caduta. Così come si è rivelata non praticabile l’accusa di presunte responsabilità colpose per l’investimento del corpo riverso sulla carreggiata.

Il processo. In effetti l’avvocato difensore Paolo Corti è riuscito a dimostrare che da parte dell’automobilista non vi fu alcuna negligenza ed alcuna responsabilità. Il procedimento è stato caratterizzato da una battaglia tra periti a conclusione della quale è emerso che l’auto investitrice viaggiava ad una velocità di poco superiore al consentito (cioè circa 60 chilometri orari a fronte di un limite dei 50). Anche se l’auto avesse avuto una velocità di 50 chilometri orari l’automobilista non avrebbe avuto la possibilità di scorgere, nella notte, che la sagoma vista a terra fosse un corpo umano. Non solo. I periti non hanno potuto escludere che la vittima non fosse stata travolta in precedenza da un altro mezzo. L’inchiesta, insomma, non ha permesso di ricostruire la dinamica esatta dell’incidente. Le analisi hanno anche evidenziato che la vittima aveva bevuto parecchio (il tasso alcolemico rilevato nel sangue risultò elevato) e l’uomo potrebbe essere stato colto da un malore ed essere finito a terra in mezzo alla carreggiata incosciente.

 

di Mario Bertoldi
da altoadige.gelocal.it

 

Martedì, 14 Maggio 2013
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