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PARIGI
– Mentre il mondo Sicurezza Stradale in Francia è
alle prese con la vigorosa proposta dei motociclisti d’oltralpe,
che criticano il governo per l’obbligo di circolare con i
fari accesi, l’alter ego di Pietro Lunardi, propone di installare
i limitatori di velocità in serie anche sulle macchine,
così come già accade per i veicoli commerciali.
La notizia è riportata sull’edizione del mattino de
Le Figarò, l’autorevole quotidiano francese, seminando
il panico tra gli amanti del piede libero, che a sua volta riprende
un pezzo pubblicato sul Journal du Dimanche.
La
proposta non è una novità in termini assoluti, e
già da tempo l’intero variegato mondo della sicurezza
stradale era alle prese con tali considerazioni,
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visto che nonostante le sempre crescenti campagne educative
e nonostante l’aumento esponenziale dell’attività
repressiva, una percentuale consistente di incontrollabilità
degli eventi permane e incide fortemente sul bollettino quotidiano
della sinistrosità, anche in Francia.
Così, Gilles de Robien, torna all’assalto con la
baionetta innestata nel fucile, chiedendo anche l’obbligo
per i costruttori di installare etilometri in grado di bloccare
la macchina quando i limiti alcolemici del conducente siano
eccessivi, concedendo agli accaniti avversari la riduzione dei
costi oggi necessari in Francia per conseguire le Permis de
Conduire.
Con questa esternazione, che ricalcherebbe in qualche modo un
piano operativo già fortemente avanti, l’uomo del
premier Raffarin chiama in causa le case costruttrici, affidando
loro un ruolo imprescindibile per il conseguimento di quella
che lui stesso definisce “vera sicurezza attiva”.
Quello di Monsieur de Robien – detto così –
parrebbe un invito gentile, rivolto però con i toni decisi
di chi, c’è da aspettarselo, potrebbe arrivare anche
a chiedere all’esecutivo di intraprendere per primo nel
mondo questo tipo di misure. “Bisogna passare il più
presto ad una sicurezza attiva – ha detto Gilles de Robien
alla stampa francese – installando per esempio dei limitatori
di velocità su tutte le vetture.
Le case costruttrici dovrebbero installare di serie questi dispositivi,
evitando così alle autorità di rendere obbligatoria
una misura alla quale abbiamo già cominciato a lavorare”.
Anche se si tratta di una sorta di provocazione, la risposta
dei costruttori non si è fatta attendere troppo. Al Ministro
ha risposto direttamente, con una nota, il vertice aziendale
della Renault, nella persona del presidente Louis Schweitzer,
che ha precisato che solo una nuova regolamentazione –
ma in chiave europea – del settore potrebbe imporre l’istallazione
in serie del dispositivo di limitazione della velocità,
brevettato proprio dalla casa francese e proposto dall’esponente
di governo.
Lo stesso Schweitzer si è mostrato scettico sulla questione
degli etilometri blocca-motore, su cui invece il governo sembra
puntare parecchio. Per inciso, il sistema di cui parla Robien
è stato recentemente brevettato dalla Saab e si chiama
Alcolkey. In concomitanza al salone mondiale dell’auto,
a Parigi, in ogni caso, se ne sono dette di tutti i colori,
ma dalla Francia sembrano essere partiti numerosi segnali alle
società automobilistiche, compresi quelli del ministro
dell’ecologia, che ha sposato in pieno la tesi di Robien
che la sicurezza comincia dall’automobile. Serge Lepeltier,
che a Parigi guida il dicastero dell’ambiente, patrocina
l’idea di un’auto meno golosa di carburante, guardando
ovviamente con grande fiducia alla ricerca e cercando in qualche
modo di favorire la scelta da parte degli automobilisti di auto
pulite.
Per adesso, alle idee del ministro è all’opera un
gruppo di lavoro che stilerà un rapporto sulla possibilità
di agevolare fiscalmente chi acquisterà veicoli di questo
genere, osteggiato in questo dai costruttori nazionali: veicoli
meno inquinanti e meno veloci. Proprio sulla spinosa questione
della velocità, il ministro dei trasporti è tornato
ancora una volta sul tema delle postazioni fisse per la rilevazione
della velocità, che solo negli ultimi mesi hanno fatto
la propria comparsa sulle strade nazionali francesi.
Altri 450 box sono stati acquistati, tra le polemiche di chi
accusa il governo di aver operato una scelta economica (45 milioni
di euro di incassi nei primi sei mesi), e saranno istallati
entro la fine del 2004, mentre in bilancio sono stati previsti
altri mille apparecchi. La situazione francese è ormai
strettamente osservata dalla nostra redazione, e non è
sfuggito allo staff de Il Centauro che, nelle ultime settimane,
in Francia si parla sempre più spesso di abbassare a
16 anni il limite per conseguire la patente di guida. Si tratta
di un evento considerato possibile, vista la continua e soddisfacente
maturazione della coscienza civile sulla strada, ma appare ancora
prematuro – secondo il ministro Robien – parlarne
ora, in questi termini. Quel che è certo è che,
presto, l’intero sistema delle prove d’esame sarà
ristrutturato, complice anche uno scandalo assai simile a quello
che, in Italia, ha rivelato l’esistenza di organizzazioni
dedite alla vendita – pura e semplice – di patenti
di guida, sgominate dalla Polizia Stradale di Torino.
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