da "Genius.it"
Imola |
18.11.2005 - La mattina
del 24 maggio 2003 aveva partecipato prima a un convegno sulla sicurezza
durante i servizi di scorta organizzato del suo sindacato, il Siulp. Poi
il sovrintendente della Stradale di Forlì Pierluigi Giovagnoli (nella
foto), 47 anni, moglie e tre figli, aveva preso servizio nel primo
pomeriggio proprio in uno di quei servizi: al seguito del Giro delle
Pesche Nettarine per la tappa nella vallata del Santerno. E lì lo
attendeva il suo destino, tragico. A Pierluigi Giovagnoli, che fra l’altro
dalla postazione in coda alla gara era stato spostato all’ultimo momento
nelle prime file, toccò incrociare un automobilista ubriaco alle 15 del
pomeriggio, e rimetterci così la vita.I consulenti di parte al processo
per quella tragica fine, per la quale un imolese di 46 anni è ora imputato
per omicidio colposo e guida in stato di ebbrezza sono sfilati mercoledì
in aula a Imola nella sezione distaccata di Tribunale. Che il conducente
del Daily che aveva investito in pieno il poliziotto, lo aveva trascinato
per una ventina di metri e poi scaraventato in una scarpata all’altezza
della frazione di Riviera in territorio di Casalfiumanese, non poteva
essere del tutto vigile fu chiaro immediatamente dopo l’incidente. Il
tasso alcolico nelle sue vene fu infatti allora quantificato dalle
apposite analisi in oltre 300 milligrammi per litro contro lo 0,5
consentito dal codice della strada.La dinamica dell’incidente è stata
ricostruita dunque con più precisione in aula mercoledì mattina davanti al
giudice Sandro Pecorella. La moto dell’agente, che era preceduto di circa
150 metri da quella di un collega, oltre che dall’auto in testa alla gara
e da buona parte del corteo, al momento dell’impatto si era spostato al
centro della carreggiata per compiere le sue manovre di segnalazione,
incrociando così il Daily che viaggiava in senso di marcia opposto. Il
fatto è che il Daily non doveva in alcun modo essere lì. Il transito ai
veicoli era infatti interdetto dalle apposite ordinanze prefettizie che
imponevano il blocco del traffico per il passaggio dell’annuale gara
ciclistica, nonchè abbondantemente segnalato da auto di gara, e altri
mezzi di polizia stradale che appunto avevano preceduto la motocicletta
dell’agente Giovagnoli.Il furgone viaggiava a una velocità che è stata
stimata sugli 83 chilometri orari, inferiore al limite dei 90 che vigeva
allora su quel tratto di Montanara, ma comunque quel furgone non doveva
essere lì.Tanto che un testimone ha anche raccontato in aula di aver visto
il mezzo dell’imputato scartare improvvisamente alla propria sinistra
proprio per evitare un gruppo di motociclisti che per lasciar passare la
gara si era fermato a bordo strada.Altri testimoni verranno sentiti nella
prossima udienza del 30 novembre, mentre la sentenza è attesa per il 14
dicembre prossimo. nel frattempo si sono costituiti parte civile sia la
vedova con i due figli minorenni dell’agente, che hanno oggi 13 e 7 anni,
oltre alla figlia oggi già maggiorenne. |