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Notizie brevi 19/11/2005

MA QUESTI NON SONO EMULI DI VALENTINO ROSSI. MOLTI SONO SOLO SBRUFFONI. ORA PERÒ SERVONO LE PISTE

MA QUESTI NON SONO EMULI DI VALENTINO ROSSI. MOLTI SONO SOLO SBRUFFONI. ORA PERÒ SERVONO LE PISTE

L’operazione della Polizia Stradale di Brescia non è l’unica. Ormai, nel mondo del Fast & Furious, hanno lavorato tutte le forze di polizia, mostrando – all’indomani della conclusione del lavoro – il frutto di indagini serrate, complicate dallo stretto riserbo, quasi ermetico, con cui gli amanti della velocità illegale, quella che per intenderci si corre su strada, tengono i contatti tra loro. Esattamente come nei circuiti, ci sono sentinelle col telefonino, a volte con radio trasmittenti, pronte a segnalare l’arrivo delle guardie, anche se in borghese. “Il poliziotto, un amico in più”, c’era scritto su una moto sequestrata dagli uomini di Nigro. Eppure, queste corse sono alla luce del sole: si fanno sul Bracco, sul Muraglione, a Bocca Trabaria e in mille altri passi, tutti contrassegnati da croci e mazzi di fiori, militi ignoti di questa guerra continua; contro chi o contro cosa, ancora c’è da capirlo. Niente dita puntate, per carità, è storia vecchia come Dedalo ed Icaro. Su queste strade non muoiono solo i motociclisti, però. Perché le corse clandestine si fanno anche in macchina, ed è più che ovvio che dietro questi manici ci sono le scommesse, commercianti senza scrupoli che fanno soldi a palate vendendo treni di gomme, benzine racing, scarichi da pista e centraline che a metterle in telemetria farebbero concorrenza ai team della MotoGP. E noi, che saremo anche sbirri, ma che abbiamo la passione della moto, su quei passi ci andiamo sovente. Vediamo la sfilata dei Rambo della piega, in sella a bestie capaci di passare i 300, è vero, ma anche di andare da 0 a 100 in un secondo e mezzo. Poi ci sono quelli delle macchine, e anche qui, valgono gli stessi discorsi, anche se cambiano i luoghi di ritrovo. E allora che fare? Innanzitutto più vigilanza, perché se sulla Futa ci fossero sempre uomini in divisa, il discorso allora cambierebbe eccome. E poi piste, signori, servono piste. Luoghi dove mandare i nostri ragazzi e le nostre ragazze a praticare uno sport bellissimo, dove farli sfogare, dove farli anche cadere ma senza troppi danni e senza svuotarsi le tasche, perché oggi, per fare un giro in circuito, si deve essere ricchi. E soprattutto per dare loro qualche possibilità in più: di cavarsela, di divertirsi e di sfuggire alle maglie di chi li spinge ad andare sempre più forte per riempirsi le tasche di quattrini.

 

 

 

Sabato, 19 Novembre 2005
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