Una lettera al Presidente del Consiglio per dare una scossa alla politica sulla sicurezza stradale
Forte iniziativa di Stefano e Stefania Guarnieri che scrivono firmandosi con il nome del figlio morto per incidente stradale: la richiesta di giustizia e il riconoscimento dell’omicidio stradale riproposti alla distratta politica
(ASAPS) Lodevole e forte iniziativa di Stefania e Stefano Guarnieri, mamma e papà di Lorenzo, ucciso da un uomo che guidava sotto effetto di alcol e droga nel giugno del 2010.
Scrivono una lettera come fosse Lorenzo stesso a farlo, da un mondo diverso dal nostro, da un mondo che, a malincuore, ha dovuto conoscere alla giovane età di 17 anni.
Trattano gli argomenti che stanno loro maggiormente a cuore e, cioè, giustizia e possibilità di offrire ai ragazzi un mondo migliore dove si possa avere la certezza che le regole siano rispettate, che chi sbaglia paga senza dover fare i conti con la burocrazia, la lentezza e la negligenza della giustizia e, soprattutto, la “distrazione” della politica.
Con una pagina a pagamento che è uscita sui quotidiani “Corriere Fiorentino”, “Repubblica Firenze” e “Nazione”, Stefania e Stefano puntano deciso il dito e invitano il Presidente del Consiglio ad uno sguardo attento verso i problemi legati alla giustizia riproponendo l’introduzione del reato di omicidio stradale: “Sono diventato amico anche di un ragazzo inglese, ucciso come me da un ubriaco e drogato alla guida: il suo omicida è in carcere e lì rimarrà per 8 anni” e ricordando le tante persone che gli sono vicine anche attraverso l’Associazione che porta il suo nome: “Questi ragazzi hanno raccolto 70mila firme in tutta Italia per introdurre il reato di omicidio stradale nel nostro codice penale perché in futuro possa esserci giustizia per le vittime e per prevenire le morti sulla strada”.
“E’ possibile che la vita valga così poco quando si muore uccisi per la strada? Sembra quasi che i morti sulla strada siano un tributo da pagare per la nostra società!” dicono a una voce Stefania, Stefano e Lorenzo e speriamo (anche noi come ASAPS che abbiamo condiviso la ricerca di questa giustizia attraverso la raccolta firme per l’introduzione del reato di omicidio stradale) che questa volta ci sia una risposta o, quantomeno, un cenno di approvazione e attenzione verso un problema troppo grande per essere relegato tra le “varie ed eventuali” di una qualsiasi riunione del Consiglio di un Paese civile. (ASAPS)