Se i dati
degli incidenti stradali 2004 (finalmente) diffusi dall’Istat al SISS
- Salone Internazionale per la Sicurezza Stradale organizzato dall’Aci
a Riva del Garda, fossero stati conseguiti qualche anno fa ci sarebbe
stato solo da sfregarsi le mani dalla soddisfazione. Calano gli incidenti
del 3,1%, i morti del 7,3% - per la prima volta nella storia infortunistica
del nostro Paese con 5.625 vittime mortali, si scende sotto il muro
di quota 6.000 - e i feriti del 3,3%.
Perché consideriamo il bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto (e
forse per il vuoto anche di più)? Perché
i dati del 2004 sono i primi di un anno completo del dopo
patente a punti. Ricordiamo che la PaP entrò in servizio
permanente effettivo solo dal 1° luglio 2003, quindi nell’anno d’esordio
solo i secondi 6 mesi furono positivamente influenzati dalla nuova legge.
Il 2004 è stato quindi il primo anno con la patente full-time.
Allora dobbiamo essere sinceri, ci aspettavamo risultati migliori, sopra
le 2 cifre sia per i morti che per i feriti. Non è stato così,
quindi una certa delusione è aleggiata nell’aria durante la presentazione
a Riva del Garda. Ancor di più se si considera, come è
stato fatto osservare al SISS, che i dati del secondo semestre 2004
(il terzo di applicazione della PaP) si stabilizzano sui livelli
del secondo semestre 2003 (primo di applicazione).
Ora il compito assegnato dall’Ue di diminuire del 50% il numero degli
incidenti e delle vittime entro il 2010, si fa forse più
lontano, anche se ancora possibile. E’ stato il prefetto Pasquale Piscitelli,
Direttore Centrale delle Specialità della Polizia di Stato, durante
il suo intervento a fare due conti.
Partendo da quota 6.649 decessi del 2000, dovremo raggiungere quota
3.324 nel 2010, questo significa che la cifra del dramma stradale dovrà
essere abbassata ancora di 2.301 morti. Vale a dire almeno 387 per ognuno
dei prossimi 6 anni, un calo medio del 5,7% all’anno su base 2004. Un
compito non facile se si considera che mano a mano che si scende nei
numeri totali, la percentuale di diminuzione annua sull’anno precedente
dovrebbe aumentare. Tuttavia si può e si deve tentare. Cosa serve?
Leggi meno isteriche, occasionali, ondivaghe (basta anche con
i tentativi di svuotare di contenuto il potere dissuasivo della PaP),
una seria battaglia contro l’abuso di alcolici, più consapevolezza
del rischio per i motocicli e ciclomotori, interventi mirati a protezione
degli utenti deboli della strada (pedoni e ciclisti), più controlli
su strada, quindi più risorse e più mezzi.
Intanto per il terzo anno consecutivo la finanziaria del 2006 non prevede
fondi per il PNSS (Piano Nazionale per l Sicurezza Stradale). Quindi,
come si dice dalle mie parti, con l’acqua non si frigge!
* Presidente Asaps.