Il numero
degli incidenti nel 2004 (224.553) si è ridotto del 3,1 %
rispetto al 2003; i morti (5.625) diminuiscono del 7,3%, i feriti (316.630)
del 3,3%. Anche il costo sociale connesso con gli incidenti si è
ridotto (-5%), passando dai 35.464 milioni di euro del 2003 ai 33.706
milioni del 2004: una cifra che comunque resta considerevole (pari al
2,5%del PIL). L’analisi ISTAT-ACI consente una prima valutazione degli
effetti della patente a punti. Nel primo anno di applicazione (lug ’03/giu’04)
gli incidenti si sono ridotti dell’8%, i morti del 18% e i feriti del
10%.
I dati del secondo semestre 2004 (il terzo di applicazione della patente
a punti) si stabilizzano sui livelli del secondo semestre 2003 (primo
di applicazione).
Inoltre sono più di 560 milioni di Euro i "costi umani"
(spese sanitarie, danno biologico e morale, mancata produzione) risparmiati
nel 2004.
Nonostante la patente a punti, il bilancio resta comunque pesante: 614
incidenti nel "giorno medio", con 15 morti e 867 feriti; luglio
il "mese shock"; venerdì il "giorno nero".
Le "18", l’ora più a rischio; la notte (dalle 22 alle
6 del mattino) il periodo con il più alto tasso di mortalità
(doppio rispetto al giorno). Sulle strade urbane il maggior numero di
incidenti (75,7%), con il 41,1% di morti.
Al contrario, sulle autostrade il 6,2% degli incidenti con l’11,4% dei
morti.
Le cause principali degli incidenti: guida distratta/andamento indeciso,
eccesso di velocità e mancato rispetto delle distanze di sicurezza.
Ancora allarmante la quota di giovani coinvolta in incidenti stradali:
i giovani sotto i trent’anni risultano, infatti, venti volte più
a rischio mortalità rispetto alla media della popolazione. Grazie
al casco, invece, i motorini sono divenuti più sicuri.
Il rischio mortalità (0,81), infatti, è inferiore alla
media di tutti i veicoli (1,00) ed è più che dimezzato
rispetto a moto (2,05) e biciclette (2,07). Sono 3.050 (otto al giorno)
gli incidenti causati da abuso di alcool, 876 quelli dovuti a malore
o colpo di sonno e 4.835 a comportamento scorretto da parte dei pedoni.
Per quanto riguarda, invece, difetti o avarie dei veicoli, si segnalano
235 casi di veicoli con rottura o insufficienza dei freni, 216 casi
di scoppio o eccessiva usura dei pneumatici. Coinvolti soprattutto i
conducenti (66,7% dei decessi e 69,3% dei feriti), seguono i passeggeri
trasportati, (20,7% dei morti e 24,9% dei feriti) e i pedoni (12,6%
dei morti e 5,8% dei feriti). Lombardia, (46.798 incidenti, con 832
morti e 63.218 feriti), Lazio (27.377; 543; 38.190), ed Emilia Romagna
(23.531; 596; 32.414) le regioni "più colpite"; Valle
d’Aosta, Molise e Basilicata quelle che hanno fatto registrare il minor
numero di incidenti (rispettivamente 407, 470 e 741). Per quanto riguarda
le Province, invece, la "top ten" vede ai primi due posti
Milano con 27.742 incidenti, seguita da Roma con 22.206.
Agli ultimi posti Vibo Valentia con 249 incidenti e Isernia con 110.