Tenta di evadere dopo la radiografia
Ha tentato di evadere durante una visita medica all’ospedale di Cona, ma la sua fuga è durata solo una manciata di minuti, il tempo per gli agenti penitenziari di raggiungerlo e bloccarlo, non senza fatica.
Boazid Adnan, tunisino di neanche trent’anni, da un paio all’Arginone e un terzo da scontare per droga, ieri mattina deve aver pensato di non avere molto da perdere e si è giocato il tutto per tutto azzardando un’evasione più disperata che diabolica.
Era arrivato a Cona scortato tra tre poliziotti penitenziari, diretto al reparto di Radiologia per un esame, dopo che aveva lamentato forti dolori addominali. Uno degli agenti è entrato con il detenuto nell’ambulatorio medico, gli altri due colleghi hanno atteso fuori dalla porta.
Per poter eseguire la radiografia è stato necessario togliere le manette di metallo, e il paziente-detenuto ha puntato proprio su questa circostanza per mettere in atto il suo piano. Ha approfittato dei pochi attimi favorevoli: mentre si stava rivestendo, ancora con i polsi liberi, si è lanciato con uno scatto velocissimo fuori dall’ambulatorio proprio nel momento in cui i due agenti rimasti all’esterno stavano varcando la soglia. Una frazione di secondo sufficiente perché Boazid riuscisse divincolarsi e a scappare a tutta velocità lungo il corridoio. Non è andato molto lontano: gli agenti si sono messi subito a inseguirlo e poco dopo lo hanno bloccato. Il fuggiasco ha tentato un’ultima resistenza ma è stato riammanettato e riportato in carcere con sulle spalle un’accusa in più: tentata evasione. Lo aspetta un processo per direttissima.
L’episodio, sottolinea il segretario provinciale del Sappe Roberto Tronca, oltre a dimostrare«la professionalità dei colleghi», conferma ancora una volta «le difficoltà dovute alla cronica carenza di personale. Ci sono reparti con 70 carcerati e un solo agente penitenziario e i detenuti sono ben consapevoli di questa situazione. Anche quello che è avvenuto a Cona è un’ulteriore riprova. Le scorte dal carcere dovrebbero essere compiute da almeno 4-5 agenti, ma per portare il detenuto all’ospedale non è stato possibile impiegarne più di tre. La mancanza di personale può avere conseguenze molto gravi».(a.m.)
da lanuovaferrara.gelocal.it