Potenza/Foggia, furti auto, riciclaggio: 23 arresti
Operazione della Questura e della Polizia Stradale
Foggia/Potenza/Cerignola 06.06.2013 me ore di stamane, è stata condotta sul territorio della provincia di Potenza e Foggia, una vasta operazione anticrimine condotta ad opera della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile della Questura di Potenza e della Squadra di Polizia Giudiziaria del Compartimento della Polizia Stradale di Basilicata, con la collaborazione del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, di agenti della Questura di Foggia e dei Reparti Prevenzione Crimine “Puglia” e “Basilicata”, diretta all’esecuzione di 23 provvedimenti cautelari in carcere ed agli arresti domiciliari emessi dal Gip del Tribunale di Melfi (Dr. Amerigo Palma), su richiesta del PM della Procura della Repubblica di Potenza (Dr. E. Renato Arminio), nei confronti dei componenti di un’organizzazione malavitosa, a carattere interregionale, operante sui territori delle province di Potenza, Foggia, Barletta-Andria-Trani, Bari, Campobasso, Isernia, Salerno, Avellino, Benevento, Chieti e Pescara, dedita all’esecuzione di delitti contro il patrimonio, segnatamente furti, ricettazione e riciclaggio di veicoli di provenienza illecita mediante il trapianto dei dati identificativi e di immatricolazione su veicoli gravemente incidentati.
L’operazione denominata “PEGASO”, condotta in maniera sinergica dagli investigatori della Squadra Mobile e della Polizia Stradale di Potenza, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Melfi, ha consentito di smantellare un attivissimo sodalizio malavitoso, specializzato nella consumazione di delitti di carattere patrimoniale di elevato allarme sociale che, oltre ad incidere sul patrimonio delle vittime attenta anche alla sicurezza delle comunità e dei settori commerciali interessati.
L’attività investigativa in questione, la prima per dimensione ed articolazione condotta sul territorio di Basilicata, ha permesso inoltre sulla base di una segnalazione pervenuta dalla Ford Italia (che qui ringraziamo) in merito ad un veicolo con centralina di provenienza illecita ricoverato in un’officina meccanica di Rionero in Vulture di pervenire al recupero di ben 13 autovetture, tutte Fiat Panda, già restituite ai legittimi proprietario, asportate nei territori delle province di Potenza, Potenza, Foggia, Barletta-Andria-Trani, Bari, Campobasso, Isernia, Salerno, Avellino, Benevento, Chieti e Pescara.
Impressionante oltre che inquietante è stata la sequenza continua e sistematica delle azioni criminose portate a termine dall’individuata organizzazione malavitosa, grazie alla presenza e alla partecipazione, diretta e contemporanea, di più persone ed alla predisposizione anticipata ed all’impiego di locali, mezzi e strumenti idonei per la realizzazione delle singole azioni delittuose, nell’ambito di un consolidato quanto efficace “protocollo criminoso”, costituito dalle seguenti distinte ma interdipendenti fasi operative:
FALSITA’ IN ATTI
• individuazione ed acquisizione dei veicoli da rottamare, generalmente “Van”, dismessi da flotte aziendali di società pubbliche e private, al fine di ottenere i documenti di immatricolazione e circolazione degli stessi;
• presentazione delle denunce di smarrimento di tali documenti presso le Autorità di Pubblica Sicurezza, necessarie per ottenere il rilascio dei duplicati da parte della Motorizzazione Civile, senza l’indicazione “autocarro”, con conseguente nuova immatricolazione dei veicoli interessati;
FURTO DI VEICOLI E POSSESSO INGIUSTIFICATO DI CHIAVI ALTERATE E GRIMALDELLI
• individuazione e localizzazione dei territori da derubare, delle arterie stradali da percorrere e, soprattutto, dei veicoli da asportare, in funzione di quelli precedentemente acquisiti attraverso il c.d. “circuito della rottamazione”;
• effrazione dei sistemi di apertura e di quelli di accensione dei mezzi, con conseguente trasferimento degli stessi dai territori di “origine” alle officine meccaniche, demolitori e locali utilizzati per l’occultamento e lo stoccaggio dei medesimi;
RICETTAZIONE E RICICLAGGIO DI VEICOLI NONCHE’ SOPPRESSIONE E DISTRUZIONE DI ATTI VERI
• operazioni di “cannibalizzazione” ovvero di “ripulitura” dei veicoli asportati, mediante lo smontaggio dei propulsori e delle parti meccaniche e di carrozzeria ovvero la cancellazione e/o la sostituzione dei dati identificativi e di immatricolazione impressi dalle case costruttrici;
• soppressione/distruzione delle targhe e dei documenti di immatricolazione rilasciati dalle Direzione Trasporti Terrestri del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti;
• vendita, come ricambi, delle parti meccaniche e di carrozzeria ovvero assemblaggio dei veicoli “clonati”, ed equipaggiamento degli stessi anche con nuovi documenti di immatricolazione e di circolazione ottenuti presso i Dipartimenti Trasporti Terrestri del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ottenuti previa presentazione di false denunce di smarrimento degli atti originari;
TRUFFE AGGRAVATE
• individuazione sul territorio delle concessionarie di auto, non legate alle case costruttrici dei veicoli interessati, per l’immissione e la vendita degli stessi nel circuito legale della compra-vendita delle auto usate;
• presentazione di false denunce di smarrimento dei documenti di immatricolazione presso Autorità di Pubblica Sicurezza e Stazioni dei Carabinieri sedenti sul territorio;
• vendita dei veicoli “taroccati” a terzi ignari, previo corrispettivo di denaro contante, ovvero di mezzi da permutare.
Si tratta, per come è facile intuire, di una consolidata “filiera illecita” che, partendo dall’approvvigionamento di mezzi da “rottamare”, giunge attraverso il trafugamento di veicoli simili, alla “ripulitura” degli stessi, mediante il “trapianto” di dati identificativi e di immatricolazione, con conseguente immissione dei veicoli così realizzati, definibili “cloni”, nel circuito legale delle vendite a terzi ignari, grazie anche alla predisposizione di documentazione di “contorno”.(1)
(1) Lo smarrimento dei documenti di circolazione e la conseguente richiesta di duplicato costituiscono una delle tecniche di riciclaggio adoperate per rendere più difficoltosa l’individuazione di veicoli rubati o comunque di provenienza delittuosa. Ciò vale soprattutto nel caso di autovetture immatricolate come autocarro, le cosiddette “Van”. Tale metodologia criminale, per quanto semplice possa apparire, si è rivelata molto efficace ed è costituita da due semplici passaggi: si acquistano, per poche centinaia di €uro, veicoli Van (soprattutto Fiat Panda in uso a Poste Italiane o a Telecom Italia) che vengono rivenduti a mo’ di ricambi, mentre i documenti di circolazione vengono “trasferiti” su autovetture rubate che non hanno caratteristiche “Van”, per le quali occorre rifare i documenti di circolazione che vengono sistematicamente smarriti. La denuncia così realizzata viene utilizzata per richiedere i nuovi documenti di circolazione che non riportano più ovviamente l’indicazione “autocarro”;]
L’attività di indagine si è avvalsa anche della collaborazione di uno specifico “team” di investigatori del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, appositamente costituito sulla zona di Cerignola, per il contrasto ai reati di furti e rapine (in banca ed assalti a portavalori), attraverso il quale è stato possibile individuare la responsabilità di alcuni degli odierni arrestati nei furti di diversi veicoli avvenuti in Potenza gli scorsi mesi di marzo ed aprile 2013.
Oltre agli evidenti quanto determinanti effetti repressivi, l’attività di indagine in parola, ha permesso di raggiungere, inoltre, anche elevati risultati preventivi impedendo la consumazione di ulteriori gravi azioni delittuose pianificate con veri e propri raid notturni sui territori di Basilicata, Puglia, Molise, Abruzzo e Campania.
da statoquotidiano.it