Intervista al Presidente dell'Asaps da Il Messaggero
"Tweet e messaggi al volante così i social network uccidono"
I PERICOLI
«Sms, social network aggiornati con ritmo spasmodico anche mentre si è al volante. Sono le nuove ebbrezze di chi guida, che si aggiungono ad alcol, droga e psicofarmaci, con un’effetto simile e spesso tragico».
Giordano Biserni è il presidente dell’Asaps, l’associazione sostenitori amici della polizia stradale, uno dei massimi esperti sul tema della sicurezza stradale. I dati che snocciola, raccolti dall’Osservatorio, fanno impressione, perché se è vero che a Roma ieri sono stati investiti due ragazzini rimasti gravemente feriti, dall’inizio dell’anno in Italia sono già 18 i bambini morti sulle strade: 11 trasportati in auto e 7 investiti. Ed è qui che entrano in gioco nuovi fattori rischio. Alcol e droga al volante sono tra le «vecchie» cause considerate responsabili di incidenti spesso mortali, ma non si può fare a meno di puntare il dito contro le «nuove ebbrezze»: tablet, smartphone e navigatori. «Mi sembra che a Roma sulle strade sia tornando di moda l’automobilista del film di Gassman Il Sorpasso – spiega il presidente di Asaps – Un pirata che considerava i pedoni una scocciatura, oggi materializzato in formato moderno».
FACEBOOK E FARMACI
«Basta mettersi a osservare un qualsiasi incrocio in città – continua Biserni – e guardare il comportamento degli automobilisti. Ce ne sono tantissimi che passano e giocano col cellulare, spedendo sms o collegandosi ai social network». Una distrazione fatale in alcuni casi. Facebook, twitter, e gli altri social spesso «costringono» – si fa per dire – l’automobilista a distrarsi. Poi c’è un ulteriore nuovo elemento di «distrazione»: l’uso di medicine e di piscofarmaci. «Sostanze – continua il presidente dell’Asaps – che vanno a incidere sulla nostra capacità attentiva. Ecco la serie di condizioni nuove che forse fino a qualche anno fa non c’erano. Anche gli stessi navigatori, così utili in certe situazioni diventano elementi distrattivi. A 50 all’ora, velocità massima di un’area urbana, in due o quattro secondi un’auto fa dai 28 ai 42 metri. Una distanza che può significare vita o morte».
Cosa si può fare? «Noi lanceremo a breve una nuova campagna sulla distrazione – annuncia Biserni – che parte da un principio: una telefonata ti accorcia la vita». Ci sono poi altri fattori. «Stiamo gradualmente cedendo nell’uso degli indicatori di direzione – aggiunge l’esperto – Tanta gente non li usa più, come se dovesse pagare la bolletta».
LA STATISTICA
L’esempio è semplice, come spiegano i dati raccolti nelle statistiche di Asaps, quando si parla di rispetto dei limiti: a 50 all’ora un pedone investito, nell’80 per cento dei casi, muore. Se si va a 30 all’ora, la mortalità scende al 10-15%. «Uno degli errori fatali che fanno i pedoni, invece – conclude il presidente dell’Asaps – è pensare di essere visti. Un pedone vede una macchina a 600-700 metri circa. L’automobilista, però, si accorge di lui meno di 40 metri».
Riccardo Tagliapietra