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Notizie brevi 21/06/2013

Polizia Municipale di Roma Capitale
Sterline e documenti falsi, smantellata la "gang dei bengalesi"

ROMA - Vendevano documenti contraffatti ai connazionali e li truffavano con la falsa promessa di farli restare per sempre in Italia.  Il Gruppo sicurezza pubblica emergenziale (Spe) della polizia municipale, diretto da Antonio Di Maggio, ha fermato quattro bengalesi, eseguito perquisizioni e sequestrato venti mila sterline inglesi false, documenti contraffatti ed anche originali smarriti da cittadini italiani, oltre a schede telefoniche intestate a prestanome. Le indagini sono partite dalla denuncia di un bengalese che si era rivolto ad un vigile urbano, suo affittuario. Il gruppo riscuoteva fino a 40mila euro per la documentazione falsa. Le indagini sono coordinate dal pm Corrado Fasanelli.

 

LE INDAGINI - Nel corso della perquisizione sono state rinvenute novantotto monete riproducenti fedelmente delle sterline d’oro del 1914, le quali sebbene fuori produzione, conserverebbero, un valore legale di cambio di circa 220 euro l’una, indizio questo, a detta degli inquirenti, che l’organizzazione si preparava a compiere il “salto di qualita’” nella produzione dei falsi. Numerosi i documenti, in originale ed in fotocopia del bangladesh, e le riproduzioni di documenti e di loghi, di enti pubblici nazionali, finalizzate a perfezionare richieste di ricongiungimento familiare, di lavoro e richieste di asilo per minori per ottenere lo status di rifugiato. Insieme al capo del sodalizio sono state fermate altre tre persone, sempre di nazionalita’ bengalese. All’interno del call center di proprietà di uno dei malviventi, si rilasciavano, previo paganmento di 10 euro, schede telefoniche attivate ad ignari cittadini, italiani e stranieri, che avevano avuto il solo torto, di esibire un documento a richiesta per usufruire dei servizi internet. Le schede, che riguardano diversi gestori telefonici, sono state anch’esse poste sotto sequestro. Le indagini proseguono sulle precedenti attivazioni telefoniche, anche al fine di evitare che “schede pulite”, possano finire nelle mani della criminalita’ organizzata.

 

di Elena Panarella
da ilmessaggero.it
 
 

Venerdì, 21 Giugno 2013
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