Mercoledì 17 Luglio 2024
area riservata
ASAPS.it su
Articoli 13/10/2004

La Chirurgia Refrattiva e l’idoneità fisica al conseguimento della patente di guida.

La Chirurgia Refrattiva
e l’idoneità fisica al conseguimento
della patente di guida.

a cura del Dr. Vincenzo Novacco *

L’uso di una idonea correzione ottica per una vista che non risulti adeguata alla direttiva del Consiglio Europeo 91/439/CEE, è una di quelle prescrizioni che gli aspiranti o titolari di patente di guida oggi possono rimuovere, facendo ricorso ad una tecnologia biomedica che comincia ad essere adeguatamente sperimentata: la Chirurgia Refrattiva.
I vizi di refrazione, così vengono definiti i difetti di vista, che comunemente impediscono il raggiungimento dell’idoneità fisica per ottenere la patente di guida senza una correzione ottica (occhiali o lenti a contatto), sono la Miopia, l’Ipermetropia e l’Astigmatismo.
Un occhio normale (Emmetrope) è capace di focalizzare sulla retina i raggi luminosi provenienti da un punto lontano, grazie all’azione di deviazione passiva che le sue superfici convesse (Cornea, Cristallino) provocano.
Qualora la lunghezza assiale del bulbo, cioè la distanza tra l’apice della Cornea e la retina, abbia una misura che si discosta da certi limiti, cioè se l’occhio è più lungo o più corto, questo meccanismo di deviazione passiva non determina più una focalizzazione su una superficie fotosensibile. Vengono così a determinarsi due situazioni opposte:

1.Occhi Miope
2.Occhio Ipermetrope


1) Il bulbo è più lungo, quindi la focalizzazione avviene al davanti della retina. Questo è l’occhio miope
2) Il bulbo è più corto, quindi la focalizzazione avviene dietro la retina. Questo è l’occhio ipermetrope.
Diverso è il caso dell’Astigmatismo dove la lunghezza del bulbo oculare è meno importante, ma ciò che determina il difetto di vista è principalmente la curvatura della cornea che non è uguale in tutti i suoi settori, determinando una differente focalizzazione dei raggi luminosi che la attraversano.
Anteponendo all’occhio interessato una lente divergente per un miope o convergente per un ipermetrope o una lente cilindrica per un astigmatico si riesce a riportare a corretto funzionamento l’occhio e quindi ad ottenere quella funzionalità visiva richiesta.
Oggi come oggi, grazie all’azione fotodistruttiva che il laser è in grado di esercitare, in maniera enormemente più precisa della mano di qualsiasi chirurgo, noi siamo in grado di rimodellare la superficie della cornea in maniera tale da non aver più bisogno di quella correzione ottica precedentemente descritta.
L’intervento viene effettuato in una sala operatoria di tipo ambulatoriale, in anestesia locale (gocce di collirio anestetico), con una fattiva partecipazione del soggetto sottoposto che viene invitato a fissare per tutta la durata dell’intervento una mira luminosa.

Laser ad Eccimeri
Azione laser


Le tecniche chirurgiche che vengono comunemente adoperate sono 3 : la PRK, la LASEK e la LASIK.
Nella PRK (PhotoRefractive Keratectomy), dopo aver sistemato un divaricatore palpebrale per impedire la chiusura delle stesse, si procede ad eliminare il primo strato cellulare della Cornea tramite un’azione meccanica (durata 1 minuto circa), poi si provvede a centrare l’azione del laser sull’asse ottico chiedendo al paziente di guardare la mira luminosa e dopodichè si attiva con un pedale l’azione del laser che viene suddivisa in 4 od 8 fasi di alcuni secondi l’una, per una durata complessiva di 2- 3 minuti. Al termine si instillano alcuni colliri e si antepone una lente a contatto che avrà funzione esclusivamente terapeutica antidolorifica in attesa che si riformi lo strato epiteliale precedentemente eliminato (qualche giorno).
Nella tecnica LASEK, l’unica differenza sta nel fatto che la disepitelizzazione viene fatta con una soluzione alcolica e lo strato epiteliale viene semplicemente “spostato” per consentire l’azione del laser e poi riposizionato in maniera da ricostituire un’unità anatomica con la cornea.
Nella tecnica LASIK, invece l’azione del laser si effettua sugli strati più profondi della cornea dopo aver creato, tramite l’azione di un microbisturi motorizzato, un sottile strato corneale che viene momentaneamente ribaltato sulla superficie del bulbo oculare e trattenuto in sede con un piccolo lembo che funge da cerniera. Dopo l’azione del laser questo viene correttamente riposizionato.
La scelta della tecnica chirurgica è effettuata dal chirurgo in funzione della sua esperienza.
L’intervento può, per motivi di sicurezza, essere eseguito prima su di un occhio e dopo sull’altro (una , due settimane). Il recupero visivo è graduale e un risultato grossolanamente definitivo può essere evidenziato in un periodo di tempo compreso tra i due e i sei mesi dall’intervento.
L’intervento viene eseguito da circa 20 anni e nel 1995 ha ottenuto l’approvazione dell’FDA degli Stati Uniti. Notevole e rapida è stata l’evoluzione della tecnologia laser con progressivo miglioramento dei risultati.
Come ogni procedura chirurgica ha delle controindicazioni e delle complicanze. Le più recenti statistiche internazionali ci parlano di un risultato positivo compreso tra il 75 e il 90% dei casi, ed anche di un 5% di peggioramento delle condizioni visive rispetto al preoperatorio con tendenza a diminuzione di questo dato con il passare del tempo rispetto alla data dell’intervento.
La tecnica ottiene migliori e più stabili risultati sulle miopie rispetto agli astigmatismi e all’ipermetropia. La procedura può essere eseguita, in particolari condizioni, anche a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
Il soggetto che con questo intervento modifica la propria idoneità fisica deve richiedere un rinnovo della patente agli uffici della motorizzazione civile di competenza e può, nelle more del riconoscimento, venirsi a trovare in condizione di difetto rispetto alla norma.
Data la riconosciuta professionalità degli agenti della Polstrada, non risultano eclatanti episodi di contestazione, ma sarebbe auspicabile una revisione complementare della norma al riguardo.

* Dirigente Medico di 1° Livello
U.O. Oculistica ASL 1 Avezzano-Sulmona




a cura del Dr. Vincenzo Novacco *

Mercoledì, 13 Ottobre 2004
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK