Villa
Borghese, Roma, 27 febbraio 2000. Un motociclista attraversa la zona pedonale,
presidiata dalla Polizia Municipale che alza la paletta, ma il motociclista
scappa. Viene inseguito e bloccato, ma il centauro, e confessiamo che
ci dispiace un poco chiamarlo cos", molla un bel diretto al viso
dell’agente che aveva osato fermarlo per contestargli una multa, nemmeno
troppo salata, nella vecchia era della lira. Ma non è tutto. Il
ceffone doveva solo mostrare la forza, esibire il muscolo villoso al disgraziato
"forte solo della divisa", e questo, no davvero, non poteva
bastare. Il motociclista ha allora pensato bene di chiudere in bellezza
la sua scorreria nell’illecito, aggiungendo allo schiaffo vero quello
morale, minacciando quell’agente di andare a casa sua e portarsi a letto
la moglie.
Che dire? Due o tre settimane fa, scrivemmo una lettera ad una madre che
si era scagliata contro la Polizia Municipale che avevano fermato il figlio
senza patentino, nella notte, in sella a uno scooter. Per "scagliata"
intendiamo dire che augurò ai colleghi di finire ammazzati. La
lettera è rimasta senza risposta, ovviamente.
Ma stavolta, a un tipo cos", che gli scriviamo? Meglio tenere la
penna per un bel verbale di denuncia a piede libero, o di arresto, riempiendo
una bella annotazione al magistrato al quale avremmo indirizzato la notizia
di reato. Ma il reato, se prendiamo per buona la decisione del giudice
che ha assolto il motociclista violento e cattivo, c’era? O era
davvero, per usare le parole del Giudice, semplicemente uno sfogo di sentimenti
ostili"? Ostili? Ma di cosa?
La lettera che due o tre settimane fa indirizzammo alla madre "troppo
protettiva", allora, la vorremmo inviare a quel Giudice.
Noi, coi Giudici, ci lavoriamo ogni giorno. Come noi, sono in trincea,
a difesa dello Stato.
Dalla stessa parte? Nello stesso esercito di marmittoni con la baionetta
sempre innestata? In soccorso dei bisognosi, magari con compiti e mansioni
diverse? S".
Ma anche con qualche sincera incomprensione.
In moltissime occasioni, infatti, stiamo fianco a fianco, nella garanzia
della legalità: noi a fermare i rei, loro a giudicarli. Di questo
li ringraziamo.
Non vogliamo entrare nel singolo episodio, del quale non abbiamo peraltro
notizie molto approfondite, ma liquidare una denuncia per resistenza,
o per ingiuria, giustificando il reato ed assolvendo il reo per non aver
commesso il fatto, francamente, ci sembra eccessivo.
Forse non ci sono referti medici per quello schiaffo, ma certe reazioni
da parte di chiunque non possono essere mai nemmeno lontanamente giustificabili.
Le cause di giustificazione del reato, del resto, sono fattispecie completamente
diverse e mai dovrebbero essere applicate in circostanze come questa.
Perchè tutto nasce da una contestazione di una multa, peraltro
giustamente effettuata. La multa, se data a vanvera, può essere
contestata, discussa dal Prefetto o dal Giudice di Pace, e il cittadino
- oggi - ha sufficienti garanzie per poterne uscire soddisfatto.
Ma a quei vigili, il giudice ha pensato? Non ha pensato che quella pattuglia
era l" per garantire la libertà di tutti e che non si può
sempre ridurre tutto ad un gioco di virgole e capoversi, come faceva Bismarck?
Il peggior nemico di noi sbirri, di noi piedipiatti, dei ghisa o comunque
ci vogliate chiamare, è la sensazione di impotenza, dettata dall’essere
molto spesso limitati da dotazioni obsolete, da divise lise e consumate,
da scarpe di "cartone" o giacche in cellophane, anzichè
di goretex, coi computer comprati a rate in ufficio, anzichè a
casa.
Ma è soprattutto l’indifferenza che ci offende.
l’indifferenza di chi si indigna solo quando nell’isola
dei famosi due dive del reality show si accapigliano in tanga e con le
poppe al vento, e che davanti a episodi come questo nemmeno ci pensa,
ad aprire un dibattito.
Insomma, mica prendiamo per forza le ragioni dei colleghi, ma uno schiaffo
e la minaccia di andare a letto con la moglie, anche al giudice, non avrebbe
fatto piacere.
Lo stesso difensore del motociclista, ovviamente soddisfatto della sua
vittoria, ha pensato bene di precisare che quel comportamento non era
diretto a evitare la contravvenzione, ma solo a oltraggiare la Polizia
Municipale. Ad oltraggio abrogato, d’altronde, ogni decisione diversa
del Giudice sarebbe impossibile.
Ma è questo il punto? oltraggio? O violenza? E lo schiaffo? Deve
essere per forza una lesione certificata dai medici?
No. L’oltraggio non è più reato, e allora non è reato
oltraggiare la difesa della collettività che quei tre agenti stavano
garantendo; non è reato oltraggiare lo Stato e i suoi rappresentanti,
offesi allora non tanto per la loro opera prestata, ma per la propria
singola azione, come se fermare un motociclista dopo un inseguimento,
farsi colpire in faccia e deridere davanti a tutti fosse un atto normale.
Come se fossimo arbitri in una partita di calcio. Esattamente come loro,
in campo a prendersi offese e sputi. E pure di cornuti. Ma nel campo sportivo
almeno quando l’arbitro fischia, fischia senza se, senza ma.
Grazie tante, signor Giudice.
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