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Articoli 28/10/2004

PUNTI PERSI. PATENTE SOSPESA? NON E’ UN PROBLEMA, IO MI ASSICURO!!

Con la PaP nasce un nuovo sistema di tutele ma anche un nuovo business.

PUNTI PERSI. PATENTE SOSPESA?
NON E’ UN PROBLEMA, IO MI ASSICURO!!
Con la PaP nasce un nuovo sistema di tutele ma anche un nuovo business.

di Roberto Rocchi

Patente a punti? Un dolore per tutti, anche per coloro che solitamente, comportandosi prudentemente alla guida di un auto, si trovano a dover compiere in maniera forzosa qualche violazione stradale, colpevole la fretta del momento o un attimo di distrazione intervenuto per lo stress accumulato durante la giornata..
Così, nonostante le statistiche indichino abbastanza chiaramente come i benefici di questa legge stiano progressivamente diminuendo, il numero complessivo dei punti ritirati agli automobilisti italiani cresce costantemente e con esso cresce anche il numero di coloro che debbono correre ai ripari.
Basti pensare che da luglio 2003 e fino allo scorso 30 settembre, i punti persi dagli automobilisti italiani sono stati più di 6 milioni, mentre sono stati 5.000 i conducenti che dopo un solo anno hanno esaurito il bonus iniziale dei 20 punti.
Tra le violazioni più commesse il superamento dei limiti di velocità (soprattutto nella fascia compresa tra i 10 ed i 40 chilometri orari oltre il limite della strada, roba da 2 punti) ed il mancato uso delle cinture di sicurezza, una violazione questa che pareva destinata all’estinzione ma che si sta ripresentando in maniera preoccupante.
Tuttavia, ad appesantire il fardello messo in luce, sono ora anche gli incidenti stradali, almeno laddove esiste una responsabilità esclusiva o principale di un conducente, che analogamente si vede ritirare qualche punticino e in qualche caso si vede sospendere il documento di guida.
Per questo motivo si è fatto avanti un nuovo business, in parte già previsto dalla legge, come ad esempio il recupero dei punti ad opera delle autoscuole o di altre agenzie autorizzate. Ma quando la torta è grossa, come si suol dire, sono tanti anche quelli che desiderano mangiarla e così sul mercato hanno cominciato ad apparire le cosiddette ìassicurazioni contro il ritiro della patenteî.
Si tratta di particolari polizze, attualmente nemmeno tanto care, che intendono coprire l’eventuale danno economico che deriva dal ritiro o dalla sospensione della patente di guida a seguito del prelievo dei punti o quando si causa un incidente stradale. Qualche contratto assicurativo, poi, copre anche il costo del corso di recupero dei punti e sono persino previsti rimborsi per poter raggiungere l’autoscuola con un mezzo di trasporto pubblico o persino col taxiÖ!
Non facciamo i nomi delle compagnie assicurative per non essere tacciati di farne eccessiva pubblicità, cerchiamo ugualmente di vedere quel che offre questo nuovo mercato.
Una delle maggiori imprese di assicurazioni italiane, per la perdita della patente, offre una polizza che garantisce una diaria giornaliera di 60 euro e per un periodo non superiore ai 6 mesi. Premio annuo della polizza: 100 euro. Una seconda assicurazione, invece, consente di recuperare fino a 500 euro quale rimborso dei corsi di recupero dei punti, fino a 1.000 euro qualora si debba sostenere un nuovo esame e fino a 11.000 euro se occorre impegnare un legale per opporsi al provvedimento di ritiro del documento di guida. Premio annuale della polizza: 179 euro.
Nel primo caso, se volessimo ipotizzare il ritiro della patente per tre mesi ad un conducente che ha provocato un incidente stradale grave per mancata precedenza o per essere transitato sull’incrocio col semaforo rosso, e aver bevuto, il rimborso del malcapitato (ed imprudente) automobilista sarebbe di oltre 5.000 euro. Vuoi vedere che per qualcuno perdere la patente diventa un affare?!
Molte imprese di assicurazione, inoltre, hanno previsto un’indennità anche per quelle violazioni che, se commesse nell’arco di due anni, prevedono la sospensione della patente (mancato uso delle cinture di sicurezza, mancato rispetto delle distanze di sicurezza, eccÖ). Un’altra garanzia che sta prendendo piede è rappresentata dalla tutela legale, soprattutto quando si parla di sinistri stradali che vedono il verificarsi di lesioni mortali o di gravi ferite ad uno dei protagonisti.
Attenzione però a certe clausole contrattuali che, a onor del vero, è giusto che siano previste per evitare il proliferare di speculazioni o truffe a scapito delle compagnie. Per ottenere il rimborso dopo avere effettuato il corso di recupero, infatti, si dovrà presentare all’impresa di assicurazione l’attestato di frequenza rilasciato dall’autoscuola e il successivo aggiornamento inviato dall’archivio nazionale delle patenti, che funziona presso il Dipartimento terrestre dei trasporti di Roma. In alcuni casi, poi, per poter usufruire di tutte queste garanzie è necessario avere sottoscritto il contratto assicurativo con il punteggio della propria patente inalterato (20 punti) e ciò anche per verificare l’attendibilità e le capacità dell’automobilista.
Infine, speciali formule sono state previste per le aziende commerciali: quando si tratta di società che debbono salvaguardare la patente dei propri dipendenti (perlopiù agenti di commercio, rappresentanti, funzionari ed altro ancora), oltre alla tutela per l’incauto contravventore, anche l’azienda godrà di benefici economici per l’assenza forzata del proprio dipendente.
Così, tanto per fare un esempio, una ditta che invia periodicamente un proprio incaricato a compiere viaggi fuori regione, potrà sostituirlo con un altro dipendente e ricevere un rimborso che servirà a coprire le eventuali spese straordinarie sostenute per l’intera operazione. Naturalmente, il premio della polizza varierà a seconda delle spese che si deciderà di recuperare, anche se il costo di una polizza di questo tipo si aggira mediamente sui 450 euro annui.
Alla fine, comunque, ne rimarranno tutti soddisfatti: la compagnia assicurativa che avrà sottoscritto un nuovo contratto e l’azienda che avrà tamponato, anche se a caro prezzo, una falla che rischiava di fare imbarcare molta più acqua. Meno bene, invece, la passerà il dipendente che comunque rimarrà appiedato e sarà costretto a spostarsi coi mezzi pubblici, i quali, spiace dirlo, non offrono ancora quella competitività così utile ed efficace per chi vorrebbe sostituire la propria auto ed usarli proprio per andare a lavorare.
Insomma alla fine passa però un messaggio: vedersi sospesa la patente a causa della perdita dei punti non è poi un dramma, non è un problema insormontabile. Non sappiamo se questo messaggio contribuirà ad elevare la sicurezza stradale con comportamenti virtuosi..
 




di Roberto Rocchi

Giovedì, 28 Ottobre 2004
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