Tutto
si fa in nome della sicurezza stradale: caschi allacciati, autovelox
che crescono come funghi, motocicli con la mannaia della confisca
se vi si trasporta la borsa della spesa, limiti di velocità
arretrati agli anni 50, luci accese anche di giorno, giubbotti
catarifrangenti. Ma poi, quasi un fulmine a ciel sereno il ministro
Giancarlo Lunardi nel 2003 eleva i limiti di velocità
su autostrada a tre corsie, ai 150km/h. Tutto ciò è
coerente con la sbandieratissima sicurezza stradale? Molti addetti
ai lavori la pensano in maniera differente. Sicurstrada, ASAPS
(Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale), ANVU (Associazione
Professionale Polizia Municipale e Locale d’Italia) e l’Associazione
Italiana Familiari e Vittime della strada, si fanno promotrici
presso tutti i cittadini e le Associazioni, in particolare quelle
impegnate nel campo della sicurezza stradale e prevenzione ai
rischi degli incidenti stradali, di un manifesto "CONTRO
I 150 KM/H IN AUTOSTRADA".
Tale provvedimento che concede la possibilità di elevare
il limite di velocità a 150 km/h in alcune autostrade
a 3 corsie, introdotto dal Decreto Legislativo del 15 gennaio
2002, ha trovato la sua definitiva approvazione con l’approvazione
da parte del Parlamento del Decreto 27 giugno 2003, n. 151.
Sicurstrada, ASAPS, ANVU, Associazione Italiana Familiari e
Vittime della strada e tutte le Organizzazioni sottoscrittrici
del manifesto chiedono l’immediato annullamento del provvedimento,
che avrà negli automobilisti un impatto con conseguenze
negative, soprattutto dal punto di vista psicologico, dal momento
che invita a "correre di più".
L’elevazione a 150 km/h dei limiti di velocità, concesso
il 5 per cento di tolleranza sulla velocità misurata,
nei fatti consentirà di viaggiare:
- sino a 157 km/h senza sanzione;
- sino a 168 km/h si pagheranno appena 33,60 euro e zero punti
per la patente;
- sino a 200 km/h si pagheranno 137,55 euro e 2 punti per la
patente;
- oltre 200 km/h si pagheranno 343,35 euro e 10 punti, col ritiro
della patente solo se la vettura verrà fermata immediatamente;
Questo provvedimento viene a vanificare il positivo messaggio
offerto agli automobilisti dalle modifiche al Codice della Strada
del 30 giugno 2003 ed in particolare dalla patente a punti,
provvedimenti che già in 4 mesi hanno evidenziato la
loro efficacia, con una diminuzione sensibile di incidenti,
morti e feriti. Consentire ai veicoli di viaggiare nel nostro
Paese a 150 km/h (unico Paese in Europa), lancia un’ombra di
grande preoccupazione tra chi persegue l’obiettivo di una maggiore
sicurezza stradale. ”Ricordiamo infatti che l’Italia è
uno dei paesi industrializzati con i più elevati indici
di incidentalità e mortalità – dicono i promotori
dell’iniziativa - in netto peggioramento dal 1995 in poi
ed in controtendenza rispetto alle indicazioni dell’Unione Europea
che ci chiede una riduzione entro il 2010 di almeno il 50% delle
vittime”.
Inoltre, secondo l’ISTAT, l’eccesso di velocità causa
oltre 25.000 incidenti all’anno che provocano 1.300 vittime
ed oltre 36.000 feriti. Cosa possono essere 5 minuti risparmiati,
di fronte all’incalcolabile perdita di vite umane se poi a causa
di un incidente in autostrada causato dall’alta velocità
si possono invece perdere ore e ore in coda? Per questi motivi
i sottoscrittori del manifesto invitano:
1) I gestori delle concessioni autostradali a non elevare i
limiti di velocità nei loro tratti di competenza. Ricordiamo
loro le responsabilità che ne potrebbero derivare in
caso di incidente stradale provocato dalla mancata corrispondenza
tra limiti di velocità e condizioni di traffico e sicurezza
delle strade.
Le Organizzazioni firmatarie potranno costituirsi in giudizio
contro i concessionari responsabili, qualora in caso di incidente
stradale, fosse evidenziata una loro responsabilità a
causa dei limiti di velocità elevati.
2) Il Governo a rivedere tale provvedimento, che va contro un
positivo impegno assunto sul fronte della sicurezza stradale
e culminato con l’introduzione della "patente a punti".
3) Il Parlamento ad attivarsi, affinché tramite i suoi
rappresentanti modifichi nel pacchetto di ulteriore riforma
del Codice della Strada, questo discutibile provvedimento che
crea ulteriori difficoltà sul versante del contrasto
al fenomeno della violazione delle regole stradali, in particolare
la velocità.