(ASAPS)
- Ci sono ricercatori, in america, che fin dagli anni ’50 cercano di mettere
a punto il sistema per far viaggiare le auto da sole, magari dando loro
istruzioni sufficientemente articolate per farle percorrere lunghi tratti
di autostrada tutte incolonnate, disciplinatamente, alla stessa velocità,
potendo garantire a tutti gli utenti viaggi più sicuri e riposanti.
In alcuni studi già notevolmente avanzati, i progettisti hanno
già approntato strade intelligenti, in grado di dialogare a mezzo
impulsi radio con il computer di bordo della macchina, imponendo al veicolo
parametri come la velocità o la distanza di sicurezza con gli altri
mezzi.
Ma ora, le novità tecnologiche più avanzate, arrivano dalla
Spagna, dove un pool di ricercatori dell’Università di Alcalà,
ha messo a punto un sistema di controllo della velocità di crociera
del veicolo. Il dispositivo funziona grazie ad una videocamera che effettua
rilievi negli spazi di percorrenza del veicolo, identificando tutto ciò
che vi succede e mandando le informazioni al cervello di bordo, che reagisce
di conseguenza, diminuendo innanzitutto la velocità. Ma non solo.
La principale caratteristica é proprio quella di diminuire la velocità
del veicolo per evitare i rischi di incidente, e potrebbe essere in tempi
brevi adottato su veicoli di serie, anche se a livello ancora sperimentale.
Il prototipo é stato installato e testato alcune settimane fa dal
professor Miguel Angel Sotelo, e da tutto il suo staff di ricercatori,
che hanno montato all’interno dell’abitacolo del veicolo un apparato di
videoripresa. Il sistema video é in grado di interagire con la
strada, arrivando perfino a identificare e interpretare la segnaletica,
adeguando la velocità al limite massimo consentito o alle condizioni
di traffico; proprio questa particolare peculiarità consente al
cervello elettronico di vigilare sulla distanza di sicurezza, calcolata
autonomamente in relazione non solo alla velocità percorsa, ma
anche alle condizioni di traffico e della strada.
Il software che gestisce la regolazione della distanza di sicurezza é
collegato direttamente all’acceleratore ed al freno della macchina e permette
di far rallentare quando serve o di fermarsi, se necessario: il tutto
facendo riferimento alle macchine che precedono.
Proprio la ricerca di tecnologie e soluzioni che consentissero al cervello
elettronico del veicolo di distinguere chiaramente e senza errori i veicoli
dagli altri oggetti di cui é solitamente disseminata una strada,
ha impegnato di più il team di ricercatori, che nel prototipo finale
sono riusciti a prevedere la possibilità di un update per aggiornare
le conoscenze del pilota automatico, indicandogli i nuovi veicoli in commercio.
Una variante prevede anche l’integrazione con sensori radar, in grado
di "sentire", oltre che vedere, eventuali impedimenti e comportarsi
di conseguenza.
l’obiettivo é stato centrato grazie all’ardimentosa adozione di
una specifica tecnica di apprendimento da parte del macchinario, chiamata
SVM (Support Vector Matching), in grado di insegnare al computer quali
sono le caratteristiche visive da associare con un automobile. Avveniristico?
Certo, con questa scoperta, la fantascienza sembra sempre più vicina,
e presto - non certo domani, però - potremmo vivere in città
fatte di strade in cui le automobili potranno infilarsi in correnti di
traffico automatizzate, come immense e veloci (ma anche sicure) scale
mobili o tapis roulant, di cui abbiamo avuto una suggestiva anticipazione
in uno degli ultimi film di Steven Spielberg, "Minority Report",
del 2002.
E’ ovvio, però, che se da un lato i funambolismi nel traffico automatizzato
del detective John Anderton, al secolo Tom Cruise, é bene che restino
scene da mille e un copione, é anche vero che l’applicazione di
una tecnologia come quella sperimentata in Spagna potrebbe tornare utile,
e anche parecchio, per risolvere il problema della scarsa visibilità,
e dare all’auto la possibilità di muoversi da sola nella nebbia
più fitta.
A sperimentazione preliminare già completata, il team di ricerca
ha cominciato un tour tra le varie aziende automobilistiche del continente,
anche se la risposta non é stata all’altezza delle aspettative
di chi ha speso tante energie alla realizzazione del prototipo. Il capo
dei ricercatori, professor Sotelo, al periodico scientifico New Scientist,
ha confermato di essere ancora al lavoro, per intervenire sulle lacune
evidenziate dagli ingegneri chiamati ad assistere ai test, dubbiosi ancora
su molti punti.
Nel gruppo di progettisti, però, la fiducia é ancora ai
massimi livelli, ed ora l’impegno maggiore é profuso al completamento
del sistema radar, dal momento che le riserve maggiori sono arrivate proprio
dall’impossibilità di intravedere sbocchi commerciali ed applicativi
globali del pilota automatico, senza sicurezza e attendibilità
totali. Proprio l’interazione di video e radar ha entusiasmato i colleghi
di altre università, prima fra tutte quella di Tolosa, in Francia:
il professor Lèonard Jaillet, esperto di robotica al Laboratorio
di Analisi e di Architettura di Sistemi, ha riconosciuto la genialità
e l’ingegnosità del sistema, arrivando a presagire un futuro roseo
con l’affinamento dei risultati e con l’uso combinato di altri sensori.
Del resto in passato, alcune case automobilistiche, tra cui la Jaguar,
avevano portato avanti progetti di apparati di controllo della velocità
di crociera basati su sistemi di rilevamento radar, senza però
trovare poi concrete applicazioni.
Vedremo, che ne sarà di questa importantissima invenzione, presentata
agli inizi del mese di ottobre alla Conferenza Internazionale dell’IROS
(Intelligent Robots and Systems) che si é tenuta a Sendai, Giappone.
(ASAPS).
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