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Articoli 29/10/2004

GUIDARE COL TORCICOLLO.

Impresa difficile con qualche rischio. Consigli utili

GUIDARE COL TORCICOLLO.
Impresa difficile con qualche rischio.
Consigli utili

di Roberto Rocchi

Quando si parla della salute degli automobilisti, spesso si tende a discutere della qualità dell’aria, di allergie e di quei piccoli disturbi legati “all’esterno” della vettura. Raramente si parla di ciò che avviene dentro l’abitacolo e quasi mai si affronta un problema apparentemente poco importante, ma in realtà diffusissimo quale i fastidi provocati dal cosiddetto e da tutti conosciuto: torcicollo.
Si tratta di un’infiammazione dei muscoli che sostengono la testa e che si presenta fastidiosissimo per chi deve guidare, tanto da comprometterne talvolta persino la sicurezza. Generalmente si presenta in due forme: quella acuta, che provoca dolore al solo muovere la testa ed affligge persone di ogni età e quella cronica, di quasi esclusivo appannaggio degli anziani, pur con le debite eccezioni.
da: www.neurochirurgia2000.com

In quest’ultimo caso, l’infiammazione è dovuta all’artrosi delle vertebre cervicali, che sono quelle che sorreggono il capo.
Chi conduce un automobile col torcicollo, dunque, può trovarsi a dover affrontare problemi alquanto pesanti e che come abbiamo già detto potrebbero comprometterne la sicurezza.
Basti pensare a cosa avviene quando occorre allungarsi, fermi ad un incrocio, per accertarsi che sulla strada principale non giungano altri veicoli e potersi immettere. Figurarsi poi se la visuale è chiusa perché coperta da case, alberi o altro ancora: un vero supplizio, che costringe il conducente a portare in avanti la testa.
Altro e forse più drammatico problema è l’effettuare la retromarcia, quando il “sofferente” deve ruotare completamente indietro il capo, perché la visuale garantita dallo specchietto retrovisore è del tutto insufficiente. In quest’ultimo caso la recente - anche se non ancora così diffusa - tecnologia viene in aiuto, grazie all’impiego di sensori a ultrasuoni che individuano gli ostacoli posteriori emettendo un suono in caso di possibile urto. Se poi s’intende essere ancora più raffinati, esistono in commercio alcune automobili (non così lussuose come si potrebbe pensare), che dispongono fra gli optional di un sistema a microtelecamere poste nel retro dell’auto, grazie alle quali è possibile vedere ciò che avviene dietro col display del navigatore satellitare.
In ogni caso, il rimedio meno costoso e più “manuale” conosciuto per limitare i danni e il dolore del torcicollo quando si gira il capo, rimane quello di far leva col braccio destro sul sedile del passeggero e fare in modo che lo sforzo da affrontare sia minore.
Al di là di questi piccoli suggerimenti, tuttavia, bisogna anche comprendere in quale modo il torcicollo può aumentare e dunque provocare ulteriori danni per il conducente di un automobile.
Viaggiare col finestrino aperto, ad esempio, è sconsigliatissimo e alquanto pericoloso. Se si è abituati a tenere abbassato il finestrino anche di soli pochi centimetri, è opportuno fasciare il collo con un foulard o con una sciarpa nella stagione invernale.
Anche usare in maniera inopportuna il climatizzatore può nuocere non poco: i flussi d’aria debbono essere indirizzati verso il parabrezza o meglio ancora sui piedi e in ogni caso mai sul viso, nemmeno per cercare refrigerio dalla calura estiva. Già, perché sbaglia chi ritiene che il torcicollo sia un male prettamente della stagione invernale: ne sa qualcosa chi lo soffre in maniera cronica. Quali, dunque, i rimedi più efficaci per chi guida, soprattutto quando il dolore appare all’improvviso?
Innanzitutto è bene fermarsi immediatamente in una piazzola di sosta ed effettuare alcuni piccoli esercizi motori della testa. Il primo consiste nell’allontanarsi dallo schienale portando la testa leggermente all’indietro per alcuni secondi. Immobili in questa posizione, l’operazione va poi ripetuta per un paio di volte.
In secondo luogo occorre reclinare la testa verso un lato per almeno cinque secondi e dopo averla riportata lentamente in posizione retta, reclinarla nel senso opposto. Anche questo esercizio deve essere svolto più di una volta.
Terza e ultima raccomandazione è quella di abbassare il mento fino a toccare il petto e rimanere in questa posizione per almeno dieci secondi, per poi reclinare la testa da un lato fino all’altro in maniera molto lenta.
Naturalmente questi piccoli rimedi servono soltanto a rilassare i muscoli che sostengono la testa, ma non possono di certo rappresentare la definitiva soluzione al problema.
Per i casi più gravi, infatti, il medico specialista (fisiatra, ortopedico, reumatologo) può fornire valide e giuste terapie, mentre molte persone preferiscono affidarsi ad esperti del massaggio. In quest’ultimo caso, però, bisognerà accertarsi della professionalità dell’operatore, in quanto un mediocre massaggio può peggiorare anziché migliorare i risultati.
Infine, nelle farmacie esistono set antinfiammatori proprio per combattere il torcicollo e sono rappresentati da cerotti o pomate. I primi sono da applicare sul collo e rilasciano gradualmente un farmaco che viene assorbito dalla pelle; la pomata, invece, è di semplice applicazione anche se deve essere utilizzata più volte al giorno.
Un’ultima raccomandazione non meno importante di tutte quelle già dette: il torcicollo non esonera dall’uso della cintura di sicurezza, ma è bene fare molta attenzione quando la si deve allacciare. La rotazione del busto e del collo per raggiungere il montante dove la cintura è posta, infatti, può comportare movimenti innaturali ed improvvisi di indubbio dolore. Basterà allora avvicinarsi con estrema lentezza ed aiutarsi con entrambe le mani, senza dimenticare che proprio a causa di questa piccola sofferenza, la cintura può garantire una più accentuata sicurezza se qualcuno malauguratamente dovesse tamponarci.
 




di Roberto Rocchi

Venerdì, 29 Ottobre 2004
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