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Notizie brevi 21/09/2005

Vienna - SI SPEGNE IL CACCIATORE DI NAZISTI SIMON WIESENTHAL, SUPERPOLIZIOTTO CHE HA PORTATO IN TRIBUNALE MILLE SEGUACI DEL FURHER

VIENNA, SI SPEGNE IL CACCIATORE DI NAZISTI SIMON WIESENTHAL, SUPERPOLIZIOTTO CHE HA PORTATO IN TRIBUNALE MILLE SEGUACI DEL FURHER.
 


(ASAPS) VIENNA – Duro, coriaceo, testardo, pronto a tutto, ed al tempo stesso coltissimo, sensibile, intelligente. Il “grande cacciatore” Simon Wiesenthal, 96 anni di una vita spesa quasi interamente (oltre 60 anni) a dare la caccia agli spietati seguaci di Hitler, gli stessi che dettero esecuzione al folle piano di cancellare dalla faccia della terra gli ebrei, in uno dei capitoli più odiosi e terribili della storia dell’umanità, costato la vita a 6 milioni di persone, si è spento nella sua casa cimelio di Vienna. Qui si era ritirato dopo aver praticamente completato la sua missione: chi era riuscito a sottrarsi al processo di Norimberga, aveva trascorso la latitanza a fuggire da lui, che alla fine ha trascinato alla sbarra qualcosa come 1.100 criminali nazisti: certo, non tutti da solo, ma è sua l’impronta data al Centro che porta il suo nome, che negli anni lo ha pian piano rilevato nella missione che si era attribuito e che è diventato un modello di intelligence investigativa. “Simon Wiesenthal era la coscienza dell’Olocausto – ha detto il rabbino Marvin Hier, direttore e fondatore dell’Organizzazione per i diritti umani a lui dedicato – quando nel 1945 l’Olocausto finì e il mondo intero tornò a casa per dimenticare, lui fu l’unico a voler ricordare. E non dimenticò mai. Divenne il rappresentante permanente delle vittime, determinato a portare di fronte alla giustizia gli autori del più grave crimine della storia. Quell’incarico non gli fu conferito da alcun capo di stato o primo ministro: semplicemente si assunse un compito che nessuno voleva”. Quando Wiesenthal uscì dal campo di sterminio dove era stato rinchiuso, decise che non avrebbe dato tregua ai carnefici con la svastica cucita sulla giacca, dedicandosi ad una caccia senza tregua. “Quando la gente guarderà indietro a quello che è successo – ha detto – voglio che nessuno possa dire che i nazisti furono capaci di uccidere milioni di persone e farla franca”. Una volta terminata la ricerca di criminali fuggiti con il crollo del Terzo Reich, il centro fondato dal Giusto di Israele nel 1977, è lentamente divenuto un centro culturale attivo per non far dimenticare l’Olocausto, per garantire la tutela dei diritti umani e per lottare contro l’antisemitismo. “Nella mia vita – ha detto – ho ricevuto molti premi e molti onori che moriranno con me. Ma il centro Simon Wiesenthal continuerà a vivere e sarà il mio lascito”. (ASAPS).


Mercoledì, 21 Settembre 2005
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