Oristano, ucciso da un’auto pirata nel punto in cui morì il padre
Cristian ci passava quasi ogni giorno in quella strada: rallentava, ma non si fermava, e in silenzio rivolgeva un pensiero al padre che era morto proprio in quel punto, a metà strada tra Oristano e Santa Giusta. Ieri notte, al termine del quotidiano giro in bicicletta, ha compiuto il solito pellegrinaggio ma prima di tornare a casa, nello stesso tratto di asfalto già insanguinato, è stato travolto in pieno da un’auto lanciata a tutta velocità.
Il pirata, che solo nel tardo si è presentato in caserma, non ha minimamente rallentato: ha premuto ancora di più sull’acceleratore, ha trascinato il corpo dell’operaio (39 anni compiuti a novembre) e lo ha lasciato a terra. Quasi nascosto, vicino al guardrail, tra un cumulo di polvere e le erbacce. Per terra è rimasta una grande chiazza di sangue, ma gli automobilisti che passavano di fretta non si sono resi conto di quello che era appena successo. A lanciare l’allarme, poco dopo le 6.30, è stata un’agente della polizia penitenziaria che andava in carcere per iniziare il turno di lavoro: ha notato la bicicletta quasi accartocciata e si è fermata. Si è trovata sotto gli occhi un cadavere e senza perdere altro tempo ha chiamato il 118 e i carabinieri.
Quello di Cristian Dancardi, operaio senza un lavoro fisso, è un dramma che sembra quasi difficile da credere: non si era sposato e abitava a Santa Giusta, un piccolo paese che dista da Oristano meno di un chilometro e collegato con il capoluogo da una sola strada. La stessa in cui tanti anni fa era morto il padre Vicinio e dove oggi è stata piantata una nuova croce. Il punto maledetto è sempre quello. L’incidente è avvenuto quando era ancora notte e Cristian, secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri del comando provinciale, viaggiava a bordo strada. Ma forse i faretti della sua vecchia bicicletta grigia non erano accesi.
L’auto pirata l’ha investito a tutta velocità e lo ha scaraventato a più di venti metri di distanza. Per terra, a parte la bicicletta devastata dall’impatto, sono rimasti alcuni pezzi dei fari della macchina che è fuggita. E proprio partendo da questi pochi indizi i carabinieri avevano subito iniziato le indagini. Di fare accertamenti approfonditi non c’è stato neanche bisogno perché il rimorso ha convinto il giovane (un compaesano della vittima) a presentarsi dai carabinieri.
di nicola pinna
da lastampa.it
Quando la strada sa essere assurda! (ASAPS)