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Notizie brevi 14/10/2013

Oristano, ucciso da un’auto pirata nel punto in cui morì il padre

La vittima è un operaio di 39 anni che viaggiava a bordo di una bici. Sul luogo dell’incidente una croce ricordava la tragica fine del genitore
Il luogo dell’incidente tra Oristano Santa Giusta



Cristian ci passava quasi ogni giorno in quella strada: rallentava, ma non si fermava, e in silenzio rivolgeva un pensiero al padre che era morto proprio in quel punto, a metà strada tra Oristano e Santa Giusta. Ieri notte, al termine del quotidiano giro in bicicletta, ha compiuto il solito pellegrinaggio ma prima di tornare a casa, nello stesso tratto di asfalto già insanguinato, è stato travolto in pieno da un’auto lanciata a tutta velocità. 

 

Il pirata, che solo nel tardo si è presentato in caserma, non ha minimamente rallentato: ha premuto ancora di più sull’acceleratore, ha trascinato il corpo dell’operaio (39 anni compiuti a novembre) e lo ha lasciato a terra. Quasi nascosto, vicino al guardrail, tra un cumulo di polvere e le erbacce. Per terra è rimasta una grande chiazza di sangue, ma gli automobilisti che passavano di fretta non si sono resi conto di quello che era appena successo. A lanciare l’allarme, poco dopo le 6.30, è stata un’agente della polizia penitenziaria che andava in carcere per iniziare il turno di lavoro: ha notato la bicicletta quasi accartocciata e si è fermata. Si è trovata sotto gli occhi un cadavere e senza perdere altro tempo ha chiamato il 118 e i carabinieri. 

 

Quello di Cristian Dancardi, operaio senza un lavoro fisso, è un dramma che sembra quasi difficile da credere: non si era sposato e abitava a Santa Giusta, un piccolo paese che dista da Oristano meno di un chilometro e collegato con il capoluogo da una sola strada. La stessa in cui tanti anni fa era morto il padre Vicinio e dove oggi è stata piantata una nuova croce. Il punto maledetto è sempre quello. L’incidente è avvenuto quando era ancora notte e Cristian, secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri del comando provinciale, viaggiava a bordo strada. Ma forse i faretti della sua vecchia bicicletta grigia non erano accesi. 
 

L’auto pirata l’ha investito a tutta velocità e lo ha scaraventato a più di venti metri di distanza. Per terra, a parte la bicicletta devastata dall’impatto, sono rimasti alcuni pezzi dei fari della macchina che è fuggita. E proprio partendo da questi pochi indizi i carabinieri avevano subito iniziato le indagini. Di fare accertamenti approfonditi non c’è stato neanche bisogno perché il rimorso ha convinto il giovane (un compaesano della vittima) a presentarsi dai carabinieri.

di nicola pinna




da lastampa.it

 


Quando la strada sa essere assurda! (ASAPS)

Lunedì, 14 Ottobre 2013
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