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Articoli 10/11/2004

SPAGNA, CAMPAGNA MEDIATICA PER L’USO DELLE CINTURE DI SICUREZZA, ANCHE DIETRO: È UN SUCCESSO (98%) E ORA L’OBIETTIVO È FARLE INDOSSARE AL 100% DEI CONDUCENTI E PASSEGGERI.

SPAGNA, CAMPAGNA MEDIATICA PER L’USO DELLE CINTURE DI SICUREZZA, ANCHE DIETRO: È UN SUCCESSO (98%) E ORA L’OBIETTIVO È FARLE INDOSSARE AL 100% DEI CONDUCENTI E PASSEGGERI.

 

di Lorenzo Borselli

MADRID — Parliamo spesso di Svizzera, e ancor più spesso di Francia. Ma in Spagna, le cose — almeno sul fronte della sicurezza stradale, come vanno? Siamo riusciti ad avere alcuni dati, estremamente significativi, del trend iberico alla corte di Juan Carlos, che mostrano come le politiche degli ultimi governi, su questo specifico settore, siano state davvero bipartisan, forti anche delle ingenti risorse europee su cui il Paese ha potuto contare, favorite dalla presenza di Loyola De Palacio nell’esecutivo della Commissione di Romano Prodi, proprio con delega ai trasporti ed alla sicurezza stradale. Si tratta, come vedremo nei prossimi giorni, di dati davvero confortanti, sia sul medio periodo relativamente al ciclo estivo, che in relazione alle ultime due settimane, nelle quali l’intero Paese è stato al centro di una vigorosa campagna volta all’uso delle cinture di sicurezza, denominata "No salgas sin el", "non salire senza di lei".

I controlli messi in atto in questa fase, hanno evidenziato risultati estremamente positivi, tanto che la Direzione Generale del Traffico (DGT) ha rilevato come il 97,5% dei conducenti e il 98,8% dei passeggeri — su un totale di 383.852 veicoli controllati — faccia abitualmente uso delle cinture di sicurezza durante la marcia. Un uso generalizzato, dunque, accertato grazie a un dispositivo speciale messo in atto dalle autorità iberiche che ha visto coinvolte la Guardia Civil — che in Spagna espleta il servizio di polizia stradale — la Policia Nacional e le varie Polizie Locali, strutturate sia a livello regionale che municipale.

Gli agenti della Guardia Civil, nel periodo di osservazione, hanno elevato 13.003 verbali di contravvenzione: tutto sommato poche, se si tiene conto dell’alto numero di veicoli controllati e se si tiene conto che anche in Spagna, esattamente come in Italia, viene redatto un atto a parte per ogni passeggero. Al computo mancano ancora i dati di Catalogna e dei Paesi Baschi, nei quali le competenze sul traffico sono demandate alle autorità locali, in forza del regime di statuto speciale che vige in quelle zone, ma sulla tendenza complessiva ci sono ormai pochi dubbi.
All’inizio del periodo di osservazione, necessario al monitoraggio epidemiologico dei comportamenti, la Guardia Civil aveva preventivato di controllare un massimo di 200mila veicoli, target abbondantemente superato grazie alla decisione di mandare in strada quanti più uomini possibili. Anche se per un parere finale e più completo mancano ancora i dati locali, i risultati già apprezzabili hanno sorpreso proprio l’ente che ha ideato e messo in opera la campagna, che in relazione ai propri studi pregressi riteneva che l’uso delle cinture di sicurezza (che in spagnolo si chiamano cinturòn) fosse ancora limitato all’87% dei conducenti e dei passeggeri seduti anteriormente, mentre i dati relativi all’uso dei trasportati seduti dietro erano fermi al 47%: invece — con molta sorpresa degli stessi strateghi dell’operazione — solo 982 dei 73.305 passeggeri trasportati sui sedili posteriori sottoposti a controllo, sono poi stati effettivamente contravvenzionati perché sorpresi senza cinture.

Per quanto riguarda invece i sistemi di ritenuta per i passeggeri più piccoli, la percentuale di utilizzo è leggermente inferiore a quella delle cinture di sicurezza, anche se il suo effettivo allaccio resta comunque alto. Secondo la Guardia Civil veniva utilizzato correttamente nel 91,67% dei veicoli controllati, mentre negli studi precedenti difficilmente la percentuale superava il 50%.
Cos’è allora che effettivamente ha mutato la coscienza dei titolari spagnoli di carnet de conducir?
La Direzione Generale del Traffico ritiene che gli ottimi risultati siano attribuibili ad una maggiore responsabilizzazione negli spagnoli, dovuta in gran parte anche alle campagne mediatiche in atto in un Paese in cui, lo ricordiamo, non esiste praticamente alcun tipo di censura nelle trasmissioni televisive per quanto riguarda la documentazione giornalistica di eventi di questo tipo: è ovvio che la trasmissione nei telegiornali in fascia popolare, di immagini estremamente crude di corpi straziati, con la conseguente e successiva reimmissione delle immagini negli stage pubblicitari, comporta un approccio diverso da parte dei destinatari del messaggio.

Fatto sta che gli incidenti stradali, e noi non ci stanchiamo mai di ripeterlo, hanno provocato nel corso del 2003, nei soli paesi dell’Unione Europea, oltre 46.700 vittime: è come se una città come Sesto Fiorentino sparisse improvvisamente. Ora, in Spagna, la DGT punta al bottino pieno e i suoi vertici ritengono che se la guardia resterà alta, entro pochi mesi tutti indosseranno abitualmente la cintura.



di Lorenzo Borselli

Mercoledì, 10 Novembre 2004
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