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Notizie brevi 05/11/2013

La denuncia
Quattro milioni di auto senza assicurazione
La Polstrada vuole più poteri per i controlli

Circolano senza copertura assicurativa mettono in ginocchio la sicurezza stradale, i conti delle compagnie e il sistema di risarcimento. Ma la Polizia Stradale sembra abbia trovato la soluzione definitiva. Ecco quale
Foto Coraggio - Archivio Asaps

ROMA - Il dato, incredibile ma vero, ormai passa quasi inosservato: in Italia ci sono circa 4 milioni di veicoli sprovvisti di copertura assicurativa, veri fantasmi del traffico. Di questi almeno la metà circola con una certa regolarità, mentre gli altri lo fanno saltuariamente. I numeri sono incerti. Ma d'altra parte cos'altro ci si può aspettare da un Paese - caso unico in Europa - che non riesce a contare nemmeno il numero delle persone che muoiono ogni giorno sulle nostre strade ma che invece conta i cani raccolti ogni ora nei canili? E cosa aspettarsi da un paese che quando rilascia i fondamentali dati sugli incidenti stradali lo fa - con diversi errori - con un ritardo di 8 mesi?

Nulla. Non ci si può aspettare di nulla. E infatti in Italia è normale che non ci sia una banca dati elettronica delle auto assicurate e quindi sia possibile circolare liberamente con una macchina senza copertura assicurativa, passare sotto le telecamere di mezza rete autostradale, prendere anche una multa per eccesso di velocità ma rimanere impuniti per il reato più grave, quello della mancanza di assicurazione.

Il punto è che quattro milioni di auto non assicurate non sono tante. Sono uno scandalo: significa che sono più dell'8% del totale del circolante. E che il mancato incasso per le compagnie sfiora i 2 miliardi. Ma anche che le truffe alle compagnie (ossia a tutti noi) corrono spedite: le auto fantasma sono un enorme problema per i cittadini onesti perché il loro costo ricade su tutti noi. Sia dal punto di vista dello stress a cui sottopongono il Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada, amministrato dalla Consap, che interviene a supporto delle vittime di incidenti con veicoli non assicurati (e per la prima volta il fondo lo scorso anno è andato in passivo), sia dal punto di vista del caro assicurazioni. Perché - ricordiamolo - ogni truffa alle assicurazioni è in realtà una truffa alla collettività perché le compagnie ovviamente "spalmano" la perdita economica sul resto dei clienti. Si arriva così ad un importo medio annuo per l'RCAuto, per un contraente italiano, di 600 euro per veicolo, il 27% in più della media europea, l’80% in più della Germania e della Spagna, molto più del doppio rispetto alla Francia.

E poi c'è l'enorme impatto che le auto fantasma hanno sulla sicurezza stradale. Basti dire che in Italia il numero di incidenti per milione di abitanti è maggiore del 7% rispetto alla media europea (nel 2012 ci sono stati 62 incidenti per milione di abitanti, contro i 55 della media UE) e del 40% rispetto a Paesi come la Germania e la Spagna.

Ma torniamo alle truffe. Al "sistema" di cui parlavamo prima e di cui le auto fantasma sono uno dei nodi centrali. Basti dire che il nostro Paese viene martoriato ogni anno da 700.000 denunce per “colpo di frusta” perché è impossibile diagnosticarlo in modo strumentale (il medico si limita a scrivere nel referto “il paziente lamenta dolori al collo” e le assicurazioni pagano 2 miliardi di euro l'anno, pari al 15% del valore totale dei sinistri annui). E' solo un esempio, ma fa capire bene il discorso.

Non solo: in Italia ci sono 2 anni (due anni!) per denunciare un sinistro; negli altri Paesi è di 90 giorni perché dopo quel periodo è impossibile risalire a fatture ed eventuali riparazioni. In Italia è stato abbassato da 5 giorni a 2 il termine entro il quale il danneggiato deve rendere disponibile il veicolo per la perizia da parte dei periti assicurativi: un meccanismo che ovviamente favorisce le truffe perché così i periti non riescono mai a vedere le auto danneggiate.

Per cercare di fronteggiare il fenomeno delle auto fantasma il D.M. del 9 agosto 2013, n.110 e in vigore dal 18 ottobre scorso introduce il famoso tagliando elettronico. Quindi tutto risolto? Affatto: per vederlo in funzione serviranno - nella migliore delle ipotesi -  almeno altri due anni per i decreti di attuativi. Eppure qualcosa si sta muovendo: la Polizia sta per mettere le mani sull'archivio delle assicurazioni sui loro clienti. Lo incrocerà con i dati che provengono dal Tutor e dagli autovelox e otterrà in tempo reale la prova che una vettura al di fuori di quell'archivio (quindi non assicurata) sta viaggiando sulle nostre strade. E farà scattare la super sanzione in automatico. Semplice e geniale.



di Vincenzo Borgomeo



da repubblica.it





 

Martedì, 05 Novembre 2013
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