Se
gli assassini di Pancrazio Muscolino hanno avuto velocemente un
nome e cognome lo si deve ancora una volta alla capacità
investigativa di polizia e carabinieri che hanno giocato da campioni
le carte che che avevano in mano. Se i banditi predatori e assassini
hanno le manette ai polsi lo si deve in particolare alla Polizia
Stradale che da Salerno a Roma, da Orvieto, ad Arezzo, da Firenze
a Bologna ha steso una rete di osservazione e controllo lungo
la spina dorsale stradale italiana. Anche l’incertezza sulle macchine
usate dai banditi non é servita. L’intuizione, l’occhio
e il coraggio di tanti uomini e donne della Stradale ancora una
volta sono stati determinanti per chiudere velocemente la partita
con questo gruppo criminale formato da slavi. In un Paese nel
quale la litania delle cose che non funzionano é sempre
più lunga e frequente, sapere di avere delle forze dell’ordine
così capaci e reattive rincuora. Peccato che in una trasmissione
radiofonica di fronte alle congratulazioni di un ascoltatore per
la magistrale operazione delle forze di polizia, un giornalista
si sia lasciato sfuggire che la cattura forse é stata "meno
difficile" del solito perché i banditi erano stranieri e
avevano colpito in una terra dove non dovevano. A far intendere
che qualcosa o qualcuno abbia aiutato più del solito le
nostre forze di polizia. Forse é sfuggito al giornalista
da studio l’inseguimento mozza fiato della Polizia Stradale di
Salerno con i colpi d’arma da fuoco sparati in aria, forse é
sfuggita la caccia nel porto fra schiere di carabinieri e poliziotti.
Forse é sfuggita la cattura di due banditi da parte di
3 agenti della Squadra Mobile che a nuoto sono andati a prenderseli
fra gli scogli. Sicuramente il giornalista non sapeva quello che
é successo all’alba lungo l’autostrada fra Arezzo - Firenze
- Bologna, con una maglia di pattuglie che si passava notizie
e "intuizioni", con inseguimenti sul filo dei 200 all’ora.
Con un’autostrada bloccata più avanti per incollonnare
le auto di "quelli", con la paura di sparare per non
colpire anche donne e bambini che erano a bordo delle due macchine
(insieme alla refurtiva in oro), per non colpire inermi cittadini
che stavano andando al lavoro. Agenti col cuore in gola perché
quando vedi una mano scivolare in un marsupio non sai se uscirà
un documento con una foto o la canna di una pistola che fisserà
l’ultima foto della tua vita. Certi giornalisti avrebbero bisogno
di conoscere bene il lavoro e il sacrificio delle divise prima
di buttare là demolitori dubbi, che comunque non scalfiscono
neppure per un istante il lavoro di quegli uomini e donne dello
Stato. Gli ammiccamenti li riservino per altre cronache. In questi
casi si deve dire solo grazie ragazzi!
GB
E
ora la cronaca.
Da il Corriere della Sera
Presi due malviventi in fuga nel Salernitano: inseguimento e sparatoria
Killer di Taormina, sono nove i fermati
Fermi a Siracusa e Firenze. Identificato il cadavere trovato in
spiaggia: é un nomade con legami ad Agrigento e al Nord
Uno
dei due uomini catturati dopo un lungo inseguimento dalle
forze dell’ordine a Vietri.
I due uomini sono sospettati
di far parte del gruppo di malviventi che ieri ha ucciso
un imprenditore di Taormina durante una rapina in villa
(Ap)
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SALERNO
- Nove presunti componenti del commando che avrebbe assaltato
la villa di Pancrazio Muscolino a Taormina, uccidendo il proprietario,
sono stati fermati dalle forze dell’ ordine. Lo conferma il procuratore
di Messina, Luigi Croce. Due persone sono fortemente indiziati
dell’omicidio. La famiglia inoltre ha riconosciuto i gioielli
rubati in casa.
Cinque serbi sono stati fermati a Firenze, due a Salerno e due
a Messina. Del commando farebbe parte, oltre al serbo trovato
morto a Villafranca, anche un minorenne, l’unico che é
riuscito a fuggire. Secondo la Procura di Messina il minore si
troverebbe già a Belgrado, ma la sua identità é
nota agli investigatori.
L’indagine sulla rapina ha avuto un accelerazione grazie al ritrovamento
del cadavere del giovane slavo a Villafranca, il quale era coinvolto
in un’inchiesta dei carabinieri di Augusta su un gruppo di serbi,
residenti ad Agrigento, che avrebbe messo a segno rapine in varie
parti della Sicilia. Il bandito colpito a morte da Pancrazio Muscolino
aveva il telefono cellulare intercettato. Il portatile, in base
agli accertamenti svolti da polizia e carabinieri, é risultato
attivo domenica notte proprio nella zona dove si trova la villa
della famiglia Muscolino. Il giovane, inoltre, aveva nelle suole
delle scarpe terriccio che, secondo i rilievi del Ris, proverrebbe
del parco della villa dei Muscolino.
LA SVOLTA - La svolta nelle indagini é arrivata con l’identificazione
dell’uomo trovato morto lunedì sulla spiaggia di Villafranca
Tirrena, nel Messinese: si tratta di un giovane croato 19enne
con precedenti penali e domiciliato ad Agrigento. La sua auto,
una Fiat Bravo completamente bruciata, é stata trovata
martedì mattina sulla Catania-Siracusa, nei pressi dello
svincolo per Sortino. Il giovane é stato ucciso con un
colpo d’arma da fuoco alle spalle, probabilmente sparato dall’imprenditore
Muscolino durante il conflitto a fuoco. L’uomo sarebbe rimasto
ferito alla spalla durante la sparatoria e sarebbe deceduto per
una emorragia interna durante la fuga. I complici avrebbero deciso
quindi di abbandonarlo sulla spiaggia di Villafranca. Dopo aver
identificato il cadavere gli inquirenti avrebbero così
individuato che gli autori della rapina finita tragicamente sono
una banda di nomadi slavi.
SPARI
E INSEGUIMENTO NEL SALERNITANO
- Appartengono alla banda anche i due fuggitivi inseguiti e
poi catturati dalle forze dell’ordine in mattinata a Salerno.
Tutto é cominciato alle 7 e un quarto di martedì mattina quando
un’Alfa 164 di colore rosso con a bordo due uomini, una donna
di circa 20 anni e due bambini é stata individuata a Fratte,
quartiere di Salerno, da una pattuglia della polizia stradale:
era quella la vettura segnalata poco tempo prima da Messina.
Gli agenti avevano ricevuto la segnalazione che l’Alfa stava
percorrendo lo stivale. Il servizio di vigilanza sull’autostrada
A3 ha imposto l’alt alla vettura. Il conducente ha accelerato
e da quel momento é nato uno spericolato inseguimento sul filo
dei 180 chilometri orari che si é concluso a Vietri sul Mare;
i malviventi hanno, poi, imboccato il casello di uscita e il
viadotto Gatto, raggiungendo un parcheggio sottostante al Baia
Hotel. Qui i due uomini hanno abbandonato il veicolo e sono
fuggiti a piedi lungo la scogliera che costeggia il vicino porto
commerciale, sempre inseguiti dalle forze dell’ordine che hanno
sparato alcuni colpi a scopo intimidatorio. I due sono stati
poi bloccati.
Due
banditi intercettati sulla A3; scontro a fuoco a Salerno
Sull’Alfa Romeo c’erano anche una donna e due bambini
Sgominata banda di nomadi slavi
"Sono gli assassini di Taormina"
Identificato il rapinatore ucciso: da tempo aveva il cellulare
intercettato
Gli altri fermi a Firenze, Messina, Siracusa. Trovati dei gioielli
ribati nella villa
La caccia ai due fuggiaschi nel porto di Salerno
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SALERNO
- Sgominata
la banda che ieri ha ucciso il commerciante Pancrazio Muscolino
a Taormina.
Secondo il procuratore di Messina, il commando che ha assaltato
la villa della famiglia Muscolino era composta da undici elementi,
tutti nomadi slavi. Due dei malviventi sono stati fermati a Salerno
dopo un lungo inseguimento ed un conflitto a fuoco. Altri fermi
tra la Toscana e la Sicilia. Nel gruppo che ha assalito la villa
anche un quindicenne, l’unico che é riuscito finora a sfuggire
alla manette: sembra che abbia già raggiunto Belgrado su un aereo
partito ieri da Catania. Ovviamente é già stato identificato.
Nelle auto dei fermati sono stati trovati dei gioielli. Le
foto dei preziosi sono state mostrate alla vedova del commerciante,
Stella Santoro, che li ha riconosciuti come di sua proprietà.
Per due dei cinque arrestati a Firenze si profilerebbe l’accusa
di omicidio. Per gli altri tre, quella di ricettazione.
Inseguimento a Salerno. Questa mattina, intorno alle otto,
un’auto con a bordo due uomini é stata inseguita per chilometri
lungo l’autostrada Salerno-Reggio Calabria e poi per le strade
della città. L’auto, immatricolata ad Agrigento ed intestata ad
un incensurato, é stata intercettata nel tratto che attraversa
il comune di Sala Consilina, ed inseguita fino a Vietri sul Mare.
I fuggiaschi hanno forzato due posti di blocco e sono usciti dall’autostrada
abbandonando l’auto in un parcheggio per cercare rifugio nel porto
commerciale.
Sull’Alfa Romeo 140 c’erano anche una donna ventenne, di origini
slave, e due bambini di due e tre anni: sono nomadi, ma non parenti
degli uomini che guidavano. In macchina, le forze dell’ordine
hanno trovato alcuni orologi, qualche centinaia di euro e un documento
di riconoscimento, che potrebbe essere di uno dei due uomini fermati,
un giovane di 21 anni, già noto alle forze dell’ordine per reati
contro il patrimonio a Messina.
Bloccati i fuggiaschi. I fuggiaschi sono stati poi catturati
nel porto commerciale di Salerno: erano nascosti tra i frangiflutti.
Per scovarli, la polizia é stata costretta a chiudere lo scalo
per tre ore, bloccare l’imbarco e lo sbarco di tutte le merci,
e i traghetti di linea. Gli agenti hanno usato lacrimogeni e idranti.
Identificato il bandito ucciso. E’ stato identificato il cadavere
abbandonato sulla spiaggia del lungomare di Villafranca Tirrena:
é di un pregiudicato slavo, Nicolic Boljan, nomade croato di 19
anni, residente alla periferia di Agrigento. Era stato ferito
a morte dal Pancrazo Muscolino che aveva reagito all’assalto dei
banditi. Il telefono cellulare del pregiudicato era intercettato
da tempo. In base agli accertamenti svolti da polizia e carabinieri,
é risultato attivo domenica notte proprio nella zona dove si trova
la villa della famiglia Muscolino. Inoltre, la vittima aveva nelle
suole terriccio che, secondo i rilievi dei carabinieri del Ris,
proviene proprio dal parco della villa teatro della sparatoria.
E’ stato grazie all’identificazione del malvivente ucciso che
gli inquirenti hanno indirizzato le indagini sulla pista slava.
Sua, infatti, potrebbe essere la Fiat Bravo trovata completamente
bruciata questa mattina sulla Catania-Sicurasa, nei pressi dello
svincolo per Sortino.
Fermati a Firenze e in Sicilia. Altre cinque persone sono
state fermate a Firenze dagli uomini della squadra mobile. Sono
nomadi che nascondevano oggetti d’oro poi riconosciuti dalla moglie
di Muscolino. Altri due giovani slavi sospettati di avere preso
parte alla rapina, sono stati fermati a Messina su un traghetto
che stava per salpare diretto in Calabria. Con i due malviventi
fermati a Salerno, il numero totale dei fermati sale a nove. La
polizia aveva ricevuto una segnalazione su varie macchine di slavi
in fuga dalla Sicilia.
Il campo di Agrigento. Nel campo nomadi di contrada Gasena
sono stati trovati quasi solo donne e bambini. Nella città siciliana,
tre uomini sono stati arrestati per furto e ricettazione, ma non
risultano coinvolti nella rapina di Taormina. In passato, nello
stesso campo era stata sgominata una banda dedita a furti negli
appartamenti. Il bottino era stato quantificato in cinquecentomila
euro. Nella comunità vivono circa 160 persone, sembrano falliti
tutti i tentativi di integrazione. I piccoli del campo vengono
mandati in città a chiedere l’elemosina. Un paio di anni fa, un
parroco regalò alla comunità un pony. Poteva essere un modo per
racimolare qualche spicciolo facendo fare un giro ai bambini,
sulla spiaggia. Poco tempo dopo, il parroco venne a sapere che
il cavallo era stato mangiato.
Dimesso il figlio della vittima. Gaetano Muscolino, 18
anni, figlio del commerciante assassinato ieri, ha trascorso la
notte in ospedale per la ferita al braccio provocata da un proiettile
sparato dai rapinatori. Stamane il giovane é stato dimesso.
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