VI PARLIAMO DI GALLERIA DEL VENTO E DI CX, COEFFICIENTE DI PENETRAZIONE
di Roberto Rocchi | |||
Oramai tutti hanno sentito parlare della cosiddetta “galleria del vento”, cioè di quel luogo dove le autovetture vengono provate per verificare l’aerodinamica, grazie alla quale si ottengono prestazioni e consumi migliori. Ma forse pochi sanno in cosa consistono concretamente queste prove, così crediamo valga la pena spenderci qualche parola. Tecnicamente l’aerodinamica è quella scienza che studia il movimento di un oggetto nell’aria e nel settore automobilistico viene largamente utilizzata in quanto il modo dal modo di opporsi di un’auto dipendono i consumi, la velocità massima, la stabilità e persino il comfort dovuto alla presenza o meno di frusci e microturbolenze. La vettura viene così fatta entrare in un tunnel a bassa velocità e viene rilevato, con apparecchiature estremamente sofisticate, il grado di resistenza dell’aria. Maggiore è questo e più difficoltà ha il veicolo a superare l’invisibile barriera. La velocità del mezzo viene poi progressivamente aumentata e quando la resistenza aumenta, tecnici ed ingegneri lavorano per sagomare al meglio il profilo dell’auto diminuire la resistenza rilevata in precedenza. Naturalmente un simile lavoro ha costi e tempi lunghissimi e impone studi progettuali che possono durare interi mesi tra una prova e l’altra. Ecco perché non tutte le case automobilistiche dispongono di una “galleria del vento” e spesso si riuniscono in un’unica struttura (da notare che l’ultima e più moderna realizzata in ordine di tempo è quella della Ferrari, la cui forma innovativa è visibile anche esternamente dallo stabilimento di Maranello). Il parametro scientifico utilizzato per tutte queste misurazioni è il “Cx”, cioè il coefficiente di penetrazione, che dunque quando segnala valori alti, impone una maggiore resistenza all’avanzamento della vettura. Il coefficiente medio delle autovetture di media cilindrata in attuale produzione è di 0,34, anche se alcuni modelli hanno raggiunto livelli inferiori a 0,30, un risultato considerato ottimo. Tuttavia, il solo coefficiente di penetrazione non è sufficiente per attestare l’ottimale aerodinamica della vettura, così lo stesso dev’essere moltiplicato per la superficie frontale dell’auto (cioè la parte anteriore) e la velocità. Importante, però, è anche la parte terminale della vettura, cioè la coda, poiché durante la marcia si formano delle forze verticali che vanno da incidere proprio sulla parte posteriore. Ecco perché, in questi casi, i tecnici aumentano la cosiddetta “deportanza”, ovvero, la parte dietro dell’auto viene maggiormente schiacciata a terra per migliorarne la stabilità; in caso contrario, invece, si parla di “portanza” e si tende così a sollevarne la coda. Fra gli studi eseguiti nella galleria del vento, anche il comportamento dei pneumatici e più in generale delle ruote, vengono attentamente vagliati: il battistrada del pneumatico, infatti, può provocare delle piccole turbolenze che peggiorano sensibilmente l’aerodinamica. Per questo, l’auto viene posta su tappeti mobili che simulano i terreni più astiosi e dunque la reazione della vettura in quei casi. Infine, il particolare più curioso e che merita di essere visto dal vivo: per studiare il comportamento dell’aria e del vento, all’interno delle gallerie del vento sono poste delle lance dalle quali fuoriesce dell’aria pressata opportunamente “dotata” di fumo bianco. Questo permette di vedere anche con l’occhio nudo la resistenze ed i vortici che si sviluppano in ogni parte della vettura ed eseguono modifiche proprio grazie a questa prova. Alla fine di tutto, dunque, viene rilevato il “Cx” dell’automobile e successivamente dichiarato alla casa automobilistica per la successiva omologazione del modello. Speriamo così di avere fatto chiarezza su di un aspetto che tutti conoscono per nome, ma che pochi hanno avuto modo di approfondire concretamente e che indirettamente (ma neanche tanto) va ad incidere sulla stessa sicurezza della vettura. |
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