POLIZIA E CARABINIERI, ALLARME ROSSO DAI VERTICI OPERATIVI: “IMPOSSIBILE GARANTIRE LA SICUREZZA DEI CITTADINI”
DOPO IL GENERALE LEONARDO GALITELLI, LA VOCE DI ALESSANDRO PANSA
(ASAPS) Forlì, 26 novembre 2013 – Crescono i reati, dicono le statistiche, e non possiamo più garantire la sicurezza dello Stato. Il giorno dopo rileggiamo le dichiarazioni del Capo della Polizia Alessandro Pansa e ci prende una stretta al cuore perché se lo dice lui, che regge il timone italiano della sicurezza, allora vuol dire che è vero. La voce di Pansa segue di qualche mese quella di Leonardo Galitelli, comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, l’altra forza di polizia dello stato che si frappone tra i buoni e i cattivi, ogni giorno, coi cugini in giacca blu.
Queste esternazioni, rese dal direttore generale della PS a un’assemblea di funzionari di polizia, e anticipate in qualche modo dal generale Galitelli nel corso di un’audizione alle commissioni Difesa di Camera e Senato nel luglio scorso, non sono solo un allarme: sono soprattutto una constatazione. Niente di profetico, ma solo l’analisi di ciò che è: perdita del tono muscolare di un corpo malato, lo Stato, che rischia di non avere nemmeno più la forza di tenersi in piedi.
Le cause sono sostanzialmente due: i tagli e gli effetti di una politica che sembra ancora oggi non riuscire a distinguere ciò che è spreco e ciò che sarebbe invece investimento. È per questo difficile parlare con toni che non appaiano demagogici o populistici e il rischio è che, dunque, si finisca con l’essere inascoltati. Ecco perché il coraggio e l’umiltà di Alessandro Pansa e del suo “omologo” Leonardo Galitelli, che escono allo scoperto mettendo la loro faccia e la loro carriera, devono essere accolti con grande rispetto. Non vogliamo passare, sia chiaro, per gente che intende strumentalizzare un insieme di frasi e di numeri per avere armi più potenti o auto più veloci, specialmente in un momento nel quale la piazza si fa ogni giorno più calda. Noi parliamo di filosofia della sicurezza: in un paese come il nostro, che combatte da sempre con criminalità più o meno organizzata, le armi che servono non sono certamente le ingombranti calibro nove. Combattere il crimine significa conoscerlo, studiarlo, confrontarne i caratteri; significa intercettarlo, pedinarlo, osservarlo e questo lavoro, spesso sporco, è quello che fanno poliziotti, carabinieri, finanzieri e tutti quelli che, in qualche modo, si frappongono tra i buoni e i cattivi. Inutili chiamarli guardie e ladri, perché di romantico, in questa lotta moderna e al tempo stesso perpetua, c’è rimasto ben poco.
Senza macchine, senza computer, senza divise, senza reclute, è inutile andare nel territorio di mafia, camorra e ‘ndrangheta. Decidere che i tagli debbano riguardare questi settori, equivale a chiudere un’azienda sanitaria, con annesso ospedale, e lasciare la gente in balia delle malattie. Per un po’, all’inizio, si cureranno i malanni con le scorte di medicinali, poi medici e infermieri allargheranno le braccia perché pur sapendo come intervenire non avrebbero medicine e strumenti. Infine, se ne andranno sconsolati e si perderà anche la capacità di riconoscere sintomi e patologie. Questo vale per tutti i settori del “servizio” di polizia di questo paese: dall’antiterrorismo all’antimafia, dal pronto intervento alla sicurezza stradale. I tagli producono effetti e questi sono già apprezzabili, purtroppo, in forma direttamente proporzionale col crescere dei reati.
Mentre Polizia di Stato e Carabinieri non hanno più auto né uomini da impiegare sul fronte interno, con stipendi e carriere bloccate da più di dieci anni, il governo insiste col voler acquistare 90 cacciabombardieri di quinta generazione, con un costo complessivo di circa 12 miliardi di euro. Possibile discutere ancora?
Forse, in questo senso, il coraggio e l’umiltà di un poliziotto e di un carabiniere andrebbero semplicemente ascoltati, ma in un paese come il nostro, ostaggio di una politica sempre più alienata dalla realtà oggettiva del Paese, sarà più facile trovare il modo di farli star zitti. (ASAPS)