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Sulle strade della provincia di Milano
strage di pedoni, ciclisti e motociclisti

Incidenti in calo, ma crescono le vittime che, in provincia, sono state 129 nel 2012. Le principali cause degli incidenti sono l’eccessiva velocità delle auto e le condizioni psicofisiche alterate dei conducenti

Scende il numero degli incidenti con feriti ma sale quello dei morti. Le statistiche dell’Osservatorio sulle utenze deboli della Provincia descrivono un panorama leggermente migliore rispetto al passato, ma che evidenzia ancora situazioni critiche. Il dato più importante è quello degli incidenti con feriti: in città sono scesi dagli 11.484 del 2011 ai 10.576 del 2012, e una contrazione simile si è registrata nell’area metropolitana dove si è passati da 16.946 a 16.022.

Cali rispettivamente dell’otto e del cinque per cento che però sono inferiori rispetto a quello nazionale (meno 9,3 per cento). Se è poi vero che siamo di fronte a numeri molto lontani da quelli di dieci anni fa (in città erano 17.787 gli incidenti con feriti, in provincia quasi 27mila) è altrettanto vero che su queste statistiche pesa ancora in maniera pesante la quantità di vite umane perse: 129 in tutto il 2012, mentre nel 2011 erano state 104.

Le principali cause degli incidenti sono l’eccessiva velocità delle auto e le condizioni psicofisiche alterate dei conducenti: poco c’entrano pioggia e maltempo, visto che il 78 per cento degli incidenti si verifica in condizioni di ottima visibilità e meteo sereno e che il 60,19 per cento degli stessi avviene su rettilineo e nelle ore di punta. «Per aumentare la prevenzione — ha spiegato l’assessore provinciale ai Trasporti Giovanni De Nicola — abbiamo dato il via al progetto 'Geo Crime', un sistema di georeferenziare gli incidenti per riuscire a capire quali sono i punti critici». Un modo per schedare svincoli e curve pericolose che fanno lievitare le statistiche negative. E su cui si dovrà intervenire. In particolare per quanto riguarda le grandi strade statali e provinciali: al top delle più pericolose ci sono la Milano-Meda e la Vigevanese, seguite da Rivoltana, Cassanese, Padana Superiore e Binaschina.

Molto rimane da fare per le cosiddette 'utenze deboli': nel caso di Milano città, su un totale di 58 morti sulle strade, le vittime sono state in maggioranza motociclisti (17), pedoni (23) e ciclisti (5). Proprio questi ultimi hanno visto salire il numero di incidenti con feriti, sia in città che fuori: «un aumento dovuto in parte al fatto che ci sono più biciclette in giro — spiega Valerio Montieri di Fiab Ciclobby — ma non solo. Secondo i nostri dati lo scorso anno le vendite di bici sono cresciute del 5 per cento, mentre per i sinistri siamo sopra il 10 per cento. Questo vuol dire che c’è ancora qualcosa che non va dal punto di vista della mobilità».

Discorso simile per quanto riguarda i motociclisti. Se i decessi in città sono diminuiti (da 21 a 17, forse anche per effetto dell’apertura delle corsie preferenziali a scooter e motocicli), altrettanto non si può dire dell’area metropolitana: i morti in moto in tutta la provincia sono salti dai 30 del 2011 ai 42 del 2012. Più deboli e più indifesi di tutti restano comunque i pedoni: solo a Milano i feriti sono stati 1579, più del triplo di tutti gli altri Comuni della provincia messi insieme (520). E i morti sono passati da 14 a 23 in città e da 23 a 33 in provincia.

 

di Luca De Vito
da milano.repubblica.it

 

Mercoledì, 27 Novembre 2013
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