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Pirateria 16/12/2013

Investito da un pirata muore dopo 2 anni di coma

Nessuno ha mai scoperto l’investitore. Il parroco: chi sa parli
Il luogo dell'incidente - Strada Barauda, un viottolo che collega La Loggia a Moncalieri

In stato vegetativo - L’incidente avvenne in una strada periferica al confine con Moncalieri e l’investitore non è mai stato identificato, anche se tutti hanno sempre sospettato che si trattasse di un residente della zona. Dopo il ricovero al Cto, Ellandri non ha più ripreso conoscenza ed è caduto in uno stato vegetativo che lo ha portato a vagare senza speranza tra ospedali, cliniche e centri di lungodegenza. Dopo due anni e mezzo di calvario la famiglia vuole giustizia: «Il responsabile di tutto questo deve farsi avanti. Ci ha rovinato la vita».

 

Di corsa - Era il pomeriggio del 1° luglio del 2011 quando Antonino, per tutti «Stefano», usciva di casa per andare a fare la sua consueta passeggiata. Operaio in pensione, appassionato di running, non rinunciava a mantenersi in allenamento e aveva deciso di camminare lungo le sponde del torrente Chisola. Alle 16,30 un automobilista lo ha trovato agonizzante . Aveva una gamba maciullata, era stato investito, ma nessuno si era fermato a soccorrerlo. Sull’asfalto non sono rimasti frammenti di carrozzeria, nessun segno di frenata. L’unica traccia in mano alla polizia municipale di La Loggia era l’impronta di una gomma nel fango. Troppo poco.

 

Le indagini - L’attenzione degli investigatori si è concentrata allora sui tre automobilisti giunti sul luogo dell’incidente. La chiamata al 118 non era stata immediata e nelle loro versioni c’erano alcune divergenze. Le loro auto sono state ispezionate da cima a fondo, ma non è stato trovato nulla di significativo. 

A percorrere strada Barauda sono quasi esclusivamente gli abitanti della zona e per questo Don marini ha voluto fare un appello alle coscienze: «Non è accettabile che un fatto come questo finisca nel dimenticatoio. Ci vuole un’assunzione di responsabilità». 

In questi mesi Liliana, moglie di Antonino, è stata sempre accanto al marito assieme alle figlie Simona e Desirè. Per lei perdonare sarà difficile: «Mi chiedo come questa persona possa svegliarsi ogni mattina e guardarsi allo specchio. Mio marito era un uomo forte e amorevole e adesso è morto fra atroci sofferenze».

 

Una  vittima della strada che non entrerà  mai nelle statistiche degli incidenti stradali come decesso. Infatti l'Istat registra solo le morti che avvengono entro 30 giorni. Un'altra violenza stradale. (ASAPS)

 

 

 

Lunedì, 16 Dicembre 2013
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