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GIUSTIZIA
Pedone ucciso da auto, il gip cambia il codice

«A Roma strade strette e cassonetti impongono di guidare sotto i 50 km/h»

 

 

 

Troppo spesso vittime della strada sono pedoni. Investiti e uccisi da auto pirata e da automobilisti ubriachi o drogati. Da anni vengono lanciate campagne di sensibilizzazione per proteggere chi viene travolto mentre cammina o attraversa la strada nelle città. Ma ancora non è servito a molto. Quale dunque la soluzione per far diminuire i pedoni uccisi? Una arriva addirittura da un giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma: non rispettare i limiti di velocità in città. Che significa? Che per il gip non basta percorrere le strade e piazze della città eterna, ad esempio, entro i limiti stabiliti dal codice della strada, ma bisogna andare ancora più piano, mandare quindi la vettura a una velocità che rasenta lo zero. Cioè, un pedone, alla fine, camminando, andrebbe più veloce della macchina.

Il tutto è contenuto in un’ordinanza firmata dal giudice alcuni giorni fa, con la quale ha imposto l’imputazione di omicidio colposo nei confronti del conducente di un’automobile che ha travolto e ucciso un anziano nella Capitale.

Ma facciamo un passo indietro. L’automobilista, un noto medico che vive all’estero per lavoro ma che spesso viene nella città eterna, ha travolto e ucciso un pedone. Immediatamente la procura di Roma ha aperto un fascicolo ipotizzando nei suoi confronti l’accusa di omicidio colposo. Effettuati tutti gli accertamenti necessari, il magistrato ha anche disposto una consulenza per valutare la velocità dell’auto condotta dal medico al momento dell’impatto. Risultato, la macchina dell’imputato procedeva a 45/50 chilometri orari in un tratto di strada che prevedeva come limite di velocità 50 km/h. Dunque, appena il pm ha ricevuto la consulenza sul suo tavolo, si è rivolto al giudice per le indagini preliminari chiedendo l’archiviazione per il medico, supportata anche dal fatto che la vittima, al momento dell’investimento, non si trovava sulle strisce pedonali. Nulla da fare. Il gip non ha accolto la richiesta del sostituto procuratore romano, disponendo addirittura l’imputazione contro l’automobilista.

Ma quali sono le motivazioni che hanno portato il gip a decidere di respingere l’archiviazione? Il fatto che in città ci sono edifici, cassonetti e auto parcheggiate, dunque, qualsiasi automobilista, consapevole di questi elementi, dovrebbe guidare a una velocità inferiore rispetto ai limiti consentiti dalla legge per evitare di uccidere un pedone che attraversa all’improvviso non sulle strisce pedonali.

«Considerato che il tratto di strada in cui è avvenuto l’incidente è luogo abitato caratterizzato dalla presenza di edifici, intersezioni, attraversamenti pedonali, cassonetti, autovetture in sosta in cui è prevedibile, per qualsiasi conducente, la possibilità di attraversamento anche irregolare di pedoni», si legge nell’ordinanza del gip. Non solo. «Considerato che la velocità era di 45/50 km/h, appare evidente non consona alle caratteristiche della strada». Il medico, quindi, per il gip, non ha rispettato le norme di comportamento, «sicché l’insufficienza del tempo intercorso fra la percezione del pericolo e il momento dell’urto da parte del conducente è circostanza da attribuire» all’automobilista. Ma il giudice va anche oltre nel motivare la decisione di respingere l’archiviazione. «Considerato che il sinistro è stato causato con il concorso colposo del pedone che non sembra essersi servito dell’apposito passaggio pedonale, sussistono i presupposti per la formulazione dell’imputazione» di omicidio colposo. E infine: «È dovere del condudente prevenire situazioni di pericolo che possano derivare da comportamenti scorretti o maldestri di bambini o di anziani quando sia ragionevole prevederli».

«Mi pare che questa interpretazione del giudice abroghi i limiti di velocità decisi per le vie comunali senza nessuna ragione plausibile», ha commentato l’avvocato Giovanna Corrias, che assiste il medico.
 

 

Augusto Parboni




da iltempo.it


A leggere bene non ci sembra che il giudice abbia cambiato il codice. Infatti va ricordato che comunque il limite di 50 km/h nei centri urbani è il limite massimo, non quello garantito sempre e comunque.
Per altro secondo uno studio dell'UE a 50/60 km/h il pedone investito ha l'80% di probabilità di perdere la vita. A 30 km/h solo il 10%, quindi se si circola in un centro abitato ad alta densità di traffico e con pedoni che attraversano la sede stradale...  Certo poi un atteggiamento prudente del pedone, aiuta. (ASAPS)

 



Lunedì, 30 Dicembre 2013
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