Omicidio stradale, le associazioni soddisfatte: "Forse è la volta buona". E chiedono l'ergastolo della patente
L’anno nuovo inizia con un passo importante per la sicurezza stradale. L’iter per l’introduzione del reato di “Omicidio stradale”, dopo tanti tentennamenti, ha iniziato il suo il suo cammino nelle aule del Governo. Una notizia accolta con soddisfazione dagli enti promotori dell’iniziativa: Associazione amici polizia stradale, Associazione Lorenzo Guarnieri e Associazione Gabriele Borgogni, che hanno lanciato una raccolta di firme online già arrivata a 75.700 adesioni (con la prima del sindaco di Firenze, Matteo Renzi.
“Consideriamo l’impegno del ministro Cancellieri – ha dichiarato Giordano Biserni – presidente dell’Asaps – che entro gennaio porterà in Consiglio dei Ministri un pacchetto di norme sulla giustizia che conterrà anche l’introduzione del reato di omicidio stradale, la prima buona notizia del 2014. L’impegno delle associazioni promotrici trova finalmente la dovuta attenzione, dopo che per troppo tempo sia nel Governo che nel parlamento si evidenziavano posizioni contraddittorie che avevano sempre di fatto accantonato la proposta.
La recente tragedia della piccola Stella è stata l’ultima di un elenco lunghissimo di inaudite violenze stradali che da anni non hanno avuto quasi mai vera giustizia. Ci ha anche stupito l’arresto a scoppio ritardato dell’omicida, avvenuto
solo dopo una durissima presa di posizione dei genitori della piccola delle associazioni impegnate sul versante della sicurezza stradale. La vita di un innocente sulla strada non può essere stroncata da chi beve e si droga con l’applicazione di sanzioni penali che, nel concreto, sono paragonabili ad una condanna (quasi mai scontata) per borseggio”.
Dopo la soddisfazione iniziale per un avvio concreto del percorso per l’introduzione del reato di omicidio stradale nel nostro ordinamento giuridico restano però i timori di un possibile rallentamento dell’iter, notivo per cui i promotori non abbasseranno di certo la guardia.
“Ora Asaps con le associazioni promotrici – ha aggiunto Biserni – seguirà con attenzione affinché l’impegno del ministro Cancellieri che ora consideriamo irrevocabile (e irrinunciabile) e del Governo, proceda con celerità e non si spiaggi come nella scorsa legislatura in un Parlamento nel quale l’ex ministro di Giustizia si era dichiarato non favorevole all’adozione di questa nuova figura di omicidio.
Certo si tratterà di capire come la nuova figura dell’Omicidio stradale potrà poi conciliarsi e incasellarsi con la progettata riforma della giustizia e quindi del sistema di procedura penale di cui si parla in questo periodo.
In un Paese serio la sistematica configurazione del dolo eventuale per questo tipo di omicidi alla guida alcol-narco correlati, sarebbe potuta bastare. Ma i fatti hanno dimostrato ampiamente che non è così”.
“Contiamo anche nel sostegno del Sottosegretario ai Trasporti Erasmo D’Angelis - ha aggiunto Stefano Guarnieri, vicepresidente dell’Associazione Lorenzo Guarnieri – che ha firmato sin dall’inizio la nostra proposta e, da quando al Governo, ha sempre dimostrato il suo supporto in questa battaglia di civiltà.
Ci auguriamo che l’introduzione dell’omicidio stradale, nei casi di guida sotto effetto di alcol e/o droghe, contenga quanto richiesto dalla nostra proposta di legge: 1) l’aumento delle pene minime: quelle attualmente usate (2-3 anni) dai giudici secondo quanto previsto per l’omicidio colposo dal codice penale lasciano di fatto gli omicidi stradali totalmente impuniti; 2) l’arresto in flagranza di reato, come già previsto dal codice penale per reati minori rispetto all’omicidio, come i furti; 3) l“ergastolo della patente”.
Riguardo all’ultimo punto le associazioni promotrici lanciano un messaggio forte e chiaro: “Chi guidando elimina dalla vita per abuso di alcol e droga, deve essere eliminato dalla guida”.
di MAURILIO RIGO
da repubblica.it
E’ solo un primo passo. Ora vogliamo capire bene come verrà concretizzata la nostra proposta. (ASAPS)