Le possibili conseguenze non calcolate dell’incremento delle tariffe autostradali anche in termini di inquinamento e incidenti
Nei tratti brevi ci sarà un ritorno ai percorsi su statali e provinciali
(ASAPS) L’ennesimo elevato incremento delle tariffe autostradali, che mediamente sarà del 3,9% ma con picchi in alcuni tratti a doppia cifra (altro che costo della vita!!), scattato dal 1° gennaio con la solita puntualità più svizzera che italiana, sta portando i costi della percorrenza sulla rete a cifre ormai non più accessibili per le tasche medie o medio basse degli italiani.
L’incremento insieme ai costi record a livello europeo (e non solo) del carburante e delle tariffe RCA, sta mettendo in ginocchio il pubblico meno facoltoso che si serve dell’auto.
Attenzione ora alle possibili conseguenze. Facciamo alcune previsioni. Chi dovrà percorrere tratti brevi o di medio percorso (quelli dove l’incremento si fa ancor più sentire) saranno sempre più spesso tentati di percorrere vie alternative. Statali e provinciali con il conseguente attraversamento di centri abitati.
Conseguenze? Maggior inquinamento delle aree urbane e più alta frequenza infortunistica soprattutto quella con conseguenze spesso fatali soprattutto per i pedoni e i ciclisti.
E’ noto che negli ultimi anni i migliori risultati in termini di sicurezza stradale si sono ottenuti proprio sulla rete autostradale, in particolare dove è già stato installato il tutor. Tuttal'altro discorso per i percorsi urbani.
Questo ipertrofico lievitare dei costi delle tariffe autostradali, dei carburanti e delle assicurazioni, darà il colpo forse fatale al mercato dell’auto, ma soprattutto alimenterà l’inquinamento e i rischi per la sicurezza stradale connessi alla fuga dalla rete di una non irrilevante quantità di automobilisti.
Alla fine, se facciamo bene i conti, con quello che costa una vettura anche di media cilindrata, tenuto conto della sua svalutazione annua, dei costi per carburanti, della manutenzione, assicurazione, dei costi dell’autostrada e delle multe (anche queste sempre in inopportuno incremento biennale), dovrebbe scaturire una domanda: ma è ancora conveniente per alcune fasce di automobilisti tenere una vettura. Considerando le percorrenze per molti di qualche migliaio di km l’anno, non converrebbe utilizzare taxi e auto di NCC?
Il costo medio annuo per una vettura supera i 4.000 euro che con la svalutazione del veicolo diventano almeno 5-6.000 l’anno o giù di lì. Quanti km faremmo con un taxi o un NCC?
Giordano Biserni
Presidente ASAPS
Un aumento medio del 3,9% con punte di oltre il 15% e altri tratti con incrementi assurdi, altro che aumento del costo della vita! (ASAPS)