Incidenti con anziani alla guida
Serve una analisi di questo versante della sinistrosità
(ASAPS) Il grave incidente di Tivoli, con un 85enne alla guida di un SUV, ripropone il tema degli anziani patentati.
E’ indiscutibile che quello delle patenti grigie sarà negli anni a venire uno degli aspetti che necessitano di attenta valutazione. Infatti se la generazione degli attuali ultraottantenni non aveva avuto una generalizzata e iniziale confidenza con i veicoli a quattro ruote, il problema rimbalzerà prepotente quando l’attuale generazione di 50/60enni varcherà in numero sempre più numeroso l’ottava decade. Infatti i nati nel primo dopoguerra sono i giovani di ieri cresciuti nel boom della mobilità automobilistica e per questi il mancato rinnovo del documento di guida si risolverà in una sorta di dramma esistenziale.
Ma qual è oggi la portata del fenomeno infortunistico che riguarda i nostri anziani? Cominciamo col dire subito che gli over 80 sono le prime e preferite “prede” nell’infortunistica stradale nella loro veste di pedoni. Si pensi che se le vittime fra i pedoni sono meno di 5 ogni milione di abitanti sotto i 65 anni, diventano 30 ogni milione di abitanti sopra la fascia oltre i 65 anni d’età e si schizza addirittura a 54 vittime ogni milione di abitanti over 80, che secondo l’ultimo censimento sono 3.635.966.
Secondo l’Istat sono 399 le vittime di incidenti stradali fra gli ultraottantenni pari 10,9% delle 3.653 vittime totali del 2012. Discorso a parte per i conducenti di veicoli over 80 che hanno perso la vita. In totale 168 lenzuoli bianchi pari al 7,3% dei decessi fra tutti i conducenti. Una percentuale assolutamente in linea col numero dei patentati di quella classe d’età.
Le statistiche non ci danno però il livello di responsabilità dei conducenti secondo le fasce d’età. Ricaviamo qualche elemento solo da un recente studio dell’ASAPS sulla Patente a punti dal quale si rileva che mediamente fra gli oltre 35 milioni di patentati il prelievo medio era stato di 1,623 punti per ogni conducente, che diventavano 3,65 fra i conducenti fino a 20 anni. Mentre per i patentati ultrasettantenni il punteggio medio per conducente scende a 0,890 come dire che fra gli anziani la prudenza è maggiore o che si circola meno.
Rimane il problema di come affrontare per il futuro delle patenti datate, un aspetto che spesso - non va dimenticato – si connette con l’assunzione di medicinali che incidono sulle capacità cognitive.
Secondo ASAPS si deve certamente tornare a richiamare il ruolo attivo e collaborativo dei medici di famiglia per conoscere nel dettaglio la reale situazione del patentato. Ci rendiamo conto che si tratta di un ruolo delicato e difficile ma non si può arrivare ad omettere di segnalare situazioni che mal si conciliano con la guida solo perché si conosce il paziente.
L’ipotesi che si può formulare, oltre al rinnovo biennale del documento di guida dopo gli 80 anni per evitare le sole decisioni patente si – patente no, potrebbe essere quella di prevedere anche la patente ma… cioè la concessione del rinnovo ma con precisi limiti temporali e/o geografici.
Ci spieghiamo meglio. Si tratta di mutuare datati suggerimenti già valutati in ambito Unione Europea. Si tratterebbe di individuare i casi in cui al signor Rossi ultraottantenne si possa dire (come in parte già avviene oggi) sì le rinnoviamo la patente ma lei non può guidare di notte. Non può guidare alcune categorie di veicoli. Oppure le rinnoviamo la patente ma lei non può assolutamente guidare sulla autostrade e superstrade a doppia carreggiata. Lei può guidare ma con una ulteriore limitazione. Deve rimanere nell’ambito della sua provincia o comune. Cioè l’anziano, abitudinario per eccellenza, potrà guidare nelle sue strade conosciute. In questo modo potrà accompagnare la moglie al supermercato a fare la spesa, potrà andare a ritirare il nipotino a scuola, potrà andare alla sagra della castagna del suo paese, ma non potrà allargare il suo raggio d’azione alla guida su territori stradali complessi e a lui poco confidenziali.
Infine preme all’ASAPS sottolineare il prolungato silenzio che circonda la normativa che regola l’individuazione dei prodotti farmaceutici pericolosi per la guida dei veicoli, un aspetto che si interconnette spesso con la guida degli anziani. Ebbene la Legge 120 del 2010 prevedeva la modifica dell’art.55 del Codice della Strada che al comma 2 recita:
Entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, con decreto del Ministro della salute sono individuati i prodotti farmaceutici di cui al comma 1. Con successivi decreti del medesimo Ministro si provvede annualmente all'aggiornamento dell'elenco dei prodotti farmaceutici di cui al periodo precedente.
Al comma tre:
Sulle confezioni esterne o sui contenitori dei prodotti farmaceutici di cui ai commi 1 e 2 del presente articolo deve essere riportato, nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 79 del decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 219, un pittogramma che indica in modo ben visibile la pericolosità per la guida derivante dall'assunzione del medicinale e le avvertenze di pericolo.
E al comma 4:
Con decreto del Ministro della salute, da emanare entro sessanta giorni dalla data di emanazione del decreto di cui al comma 2, sono individuate le modalita' di attuazione delle disposizioni del comma 3, anche con riferimento alle confezioni di prodotti farmaceutici di dimensioni ridotte.
Di tutti quei decreti e delle modalità per la stampa dei pittogrammi sulle confezioni dei medicinali – se non siamo male informati – non si è avuta nessuna notizia e sono trascorso 4 anni. Perché? Eppure di incidenti dove emerge l’ombra del farmaco non conciliabile con la guida ne sono accaduti.
Forlì, 3 gennaio 2014
Giordano Biserni
Presidente ASAPS