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Notizie brevi 28/01/2014

Vigili del fuoco e polizia a secco
L’Italia spreca e taglia la sicurezza

Foto di repertorio dalla rete

ROMA - DA UNA PARTE un’Italia fatta di sprechi, truffe, corruzione, che nessuno sembra in grado di combattere seriamente. Dall’altra un’Italia che per far quadrare i conti affonda le forbici anche nella sicurezza. Macchine della polizia senza benzina, vigili del fuoco senza assicurazione, automezzi bloccati nelle caserme perchè non ci sono i soldi per la manutenzione. La polizia di Stato è praticamente in bancarotta. Un paio di mesi fa il Alessandro Pansa, capo del Dipartimento sicurezza del ministero dell’Interno (da lui dipendono polizia, carabinieri e guardia di finanza) avvisava: «Con 15 mila uomini in meno non possiamo garantire più i livelli di sicurezza passati, caleranno i controlli».

 

C’È ANCHE un problema di mezzi. Basti pensare che le auto che pattugliano le città hanno in media 200 mila chilometri di percorrenza alle spalle. Il 19 novembre poliziotti e pompieri sono scesi in piazza nelle principali città italiane e a Roma hanno fatto un sit in di fronte a Camera e Senato per chiedere ai cittadini un contributo (tramite una sorta di bollettino) per acquistare carburante da destinare alle volanti e agli automezzi. «La nostra mobilitazione si rende necessaria — hanno spiegato in una nota congiunta tutte le varie sigle sindacali — perchè il governo negli ultimi tre anni non ha tenuto fede ai vari impegni presi, riducendo i comparti sicurezza e soccorso pubblico sul lastrico».
Sul piede di guerra anche i carabinieri. A causa di un turn over bloccato all’80%, quest’anno si vedranno assottigliare gli organici di altri 6 mila unità, a cui nel 2016 se ne aggiungeranno altre 9mila.

 

ANIMI ESASPERATI anche anche per finanzieri e guardie carcerarie. Il blocco di aumenti e di scatti di anzianità fino al 2014 costringe tutti gli esponenti del comparto sicurezza-difesa a ricoprire incarichi di responsabilità con stipendi inferiori a 2mila euro. Mentre lo stipendio medio si aggira sui 1.300 euro al mese. Il governo, dice il Cocer, «deve reperire i necessari fondi, facendo economia sui ben noti scandalosi sprechi della pubblica amministrazione».
I Vigili del fuoco per poter uscire spesso devono passare il gasolio da un mezzo all’altro. I pompieri in missione al Giglio sono dovuti ricorrere al Tar per farsi pagare (dopo un anno e mezzo) gli straordinari fatti durante il disastro della Concordia. Come se non bastasse, «a causa della progressiva riduzione delle entrate», dal primo aprile è stata deliberata la disdetta di alcune polizze sanitarie.

 

E COSÌ I POMPIERI dell’Unione sindacale di base si sono ritrovati a manifestare contro l’acquisto dei jet da combattimento F35: «Lavoriamo in condizioni pessime, quando interveniamo i si bruciano i dispositivi di protezione individuale e i caschi si deformano perchè abbiamo una dotazione di quart’ultima generazione. Il governo compra invece caschi per pilotare gli F35 da 500 mila euro l’uno».

 

di Olivia Posani
da qn.quotidiano.net

 



Il titolo e l'articolo non hanno bisogno di commenti. (ASAPS)

 

 

Martedì, 28 Gennaio 2014
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