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Notizie brevi 04/02/2014

Operazione della Polizia Stradale di Amaro (UD)
Trasporti abusivi, arrestato giudice di pace: toglieva le multe
Favorita anche una maxi evasione fiscale di 120 milioni

AMARO. La Polstrada di Amaro ha concluso un’operazione che ha portato all’arresto (con la concessione dei domiciliari) nei confronti del coordinatore dei Giudici di Pace di Udine, avvocato Pietro Volpe, alla denuncia in stato di libertà dell’ex Giudice di Pace di Pontebba, dott. Antonio Traverso, attualmente in quiescenza, di un ex sottufficiale della Guardia di Finanza di Trieste e di un avvocato del foro di Udine.

 

Le indagini sono cominciate nei primi giorni di gennaio del 2013, quando gli investigatori della polizia stradale hanno avviato una serie di accertamenti sui transiti di veicoli ucraini che effettuano un trasporto merci conto terzi dall’Italia all’Ucraina: è emerso che sull’autostrada A4, nella tratta Venezia–Trieste settimanalmente transitavano circa 500-600 furgoni, ognuno dei quali esportava in Ucraina, principalmente nei weekend, pacchi e colli, del peso di circa 15 Kg cadauno, per un totale approssimativo di 3.000 chilogrammi, a settimana, di merce per ogni furgone.

 

I furgoni, in tal modo, risultavano essere sempre sovraccaricati oltre il limite di legge, trasportando circa il doppio del peso consentito e privi di alcun tipo di autorizzazione necessaria a svolgere questo tipo di attività.


> FOTO - Toglieva le multe, giudice di pace arrestato

 

Come emerso nel corso delle indagini, il prezzo richiesto per il trasporto abusivo era di 1,5 o 2 euro a chilogrammo, quindi il giro di affari movimentato da questi veicoli era di circa 4.500 euro a furgone, per settimana, per un totale che si aggirava sui 2.700.000 euro, sempre per settimana, se si considera la cifra indicativa del transito di 600 mezzi.

 

La cifra annuale evasa (nel senso di complessivo volume d’affari sottratto a qualsivoglia forma di imposizione fiscale) si potrebbe quantificare in circa 120.000.000 di euro all’anno.

 

Le indagini, consistenti nell’acquisizione, verifica e analisi di una grande mole di documentazione pertinente a tali transiti, hanno permesso di ricostruire la prima fase dell’attività che ha visto coinvolti i giudici di pace Pietro Volpe (che svolge anche l’attività di avvocato a Trieste) e Antonio Traverso, avente ufficio a Pontebba.

 

Dai riscontri degli investigatori è emerso che una pattuglia della Polizia Stradale ha fermato un veicolo, con un trasporto abusivo di merce, e ha contestato al conducente, per lo più extracomunitario e di solito di nazionalità ucraina, una violazione amministrativa sanzionata con 4.130 euro di contravvenzione e misura accessoria del fermo amministrativo del veicolo per 3 mesi.

 

A seguito di questi provvedimenti, il dott. Pietro Volpe, nella sua veste di avvocato, la mattina seguente si presentava nella sede da cui dipendeva la pattuglia che aveva operato ed esibiva un decreto emesso dal Giudice di Pace di Pontebba (il dott. Traverso), di sospensione della sanzione con rinvio del giudizio.

 

Il veicolo, quindi, veniva dissequestrato e lo stesso, immediatamente, veniva restituito per poi tranquillamente riprendere la marcia, arrivando a destinazione. Quando si giungeva alla data dell’udienza, logicamente, il cittadino extracomunitario non si presentava, e sebbene dovesse essere condannato, aveva già eseguito il trasporto abusivo senza problemi.

 

Inoltre, i due giudici (Volpe e Traverso), in combine tra di loro, asserivano falsamente che la violazione si era configurata sotto la competenza territoriale del Giudice di Pontebba, assumendo che i veicoli erano entrati in Italia attraverso il confine di Tarvisio, sebbene, invece, i mezzi fossero entrati in territorio italiano da Trieste (Valico di Fernetti) o da Gorizia (valico di Sant’Andrea).

 

Addirittura, in corso di udienza avanti al Giudice di Pace di Pontebba, dottor Traverso, personale della polizia municipale di Rimini, convocato a seguito della redazione di verbali per trasporto abusivo di merci, rilevava che ancor prima del dibattimento il giudice aveva già il testo della sentenza. Riscontrate le prime risultanze investigative e visto il coinvolgimento di due giudici di pace, il fascicolo (inizialmente sotto la competenza della Procura di Tolmezzo) è stato trasmesso alla Procura della Repubblica di Bologna, competente per tale tipologia di indagini.

 

Sotto la direzione di questa Procura, sono state sottoposte ad intercettazione ben nove utenze telefoniche e due indirizzi di posta elettronica, per un totale approssimativo di oltre diecimila telefonate ascoltate dagli investigatori della Polizia Stradale.

 

Tali operazioni tecniche di intercettazione, iniziate nel marzo 2013, hanno permesso di delineare e riscontare oggettivamente il modus operandi adottato, infatti, in virtù del fatto che il dottor Traverso non esercitava più la sua funzione di Giudice di Pace, nell’ufficio di Pontebba, poiché andato in quiescenza, l’avvocato Volpe si adoperava per trovare una nuova via per raggiungere sempre il medesimo risultato.

 

Il “sistema” adottato è apparso evidente in occasione di un servizio effettuato nell’aprile del 2013 dalla Sezione Polizia Stradale di Udine, unitamente a personale della Sottosezione Polstrada di Amaro, mirato al contrasto del trasporto merci abusivo.

 

In tale occasione venivano redatti dieci verbali per inottemperanza alle vigenti leggi, immediatamente l’avvocato Volpe si adoperava per vie traverse (in quanto in tale frangente rivestiva il ruolo di Giudice di Pace), per ottenere il dissequestro del mezzo, permettendo in tal modo al conducente extracomunitario di portare a termine il suo trasporto.

 

Nella fattispecie Volpe, con la connivenza di un avvocato di Udine, pilotava al suo ufficio di Giudice di Pace i ricorsi, promettendo già in anticipo e senza consultare la documentazione prodotta, l’esito positivo (dissequestro e giudizio rinviato): il tutto veniva ascoltato dagli operatori della polizia giudiziaria della Polizia Stradale e immediatamente relazionato al Pubblico Ministero di Bologna, titolare del fascicolo processuale.

 

L’ascolto delle telefonate intercettate, protrattosi per due mesi, ha permesso, unitamente all’analisi documentale ed ai servizi di osservazione, di giungere all’acquisizione di riscontri e prove tali da rappresentare un solido quadro accusatorio che ha portato l’autorità giudiziaria di Bologna ad emettere la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del dott. Pietro Volpe e a indagare in stato di libertà il Giudice di Pace, ora in quiescenza, Antonio Traverso, l’ex maresciallo della guardia di finanza Gennaro Turco e l’avvocato del foro di Udine Andrea Tascioni.

 

Quindi personale della Squadra di Polizia Giudiziaria del compartimento polizia stradale di Trieste e della Sottosezione Polstrada di Amaro, alla presenza anche di personale della Polizia Municipale di Rimini che ha concorso al buon esito delle indagini, ha dato esecuzione alla misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dell’avvocato Pietro Volpe, indagato per il reato di corruzione in atti d’ufficio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, abuso d’ufficio e violenza a pubblico ufficiale.

 

Nei confronti del dott. Antonio Traverso la Procura ha mosso le accuse, indagandolo in stato di libertà, per concorso in falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale e corruzione in atti d’ufficio.

 

Contestualmente all’esecuzione della misura restrittiva sono state eseguite le perquisizioni agli uffici del Giudice di Pace di Pontebba e Udine, con il sequestro dei fascicoli pertinenti all’indagine svolta, perquisizioni effettuate anche nello studio dell’avvocato di Udine e nella sua abitazione.

 

da messaggeroveneto.gelocal.it

 


 

Ecco come veniva demolito velocemente tutto il lavoro della Polizia Stradale e Polizia Locale, ci pensava il Giudice di pace che diventava Giudice di parte. (ASAPS)

 

 

 

 

 

 

 

Martedì, 04 Febbraio 2014
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