(ANSA)
- ROMA, 3 SET - Educare i bambini a utilizzare la bicicletta per
piccoli spostamenti in citta’, ovviamente su percorsi sicuri,
contribuisce a formare futuri utenti della strada piu’ responsabili.
Lo sostiene la Fiab (Federazione italiana amici della bicicletta)
riferendosi a una recente indagine (elaborazione di dati Istat
effettuata da Centauro-Asaps), secondo la quale in Italia ci sono
piu’ ciclisti vittime della strada che in Europa.
’’L’indagine che ha evidenziato la preponderanza
di ciclisti tra i morti sulla strada, con la percentuale piu’
alta in Europa - osserva il responsabile nazionale Fiab per la
sicurezza stradale, Edoardo Galatola - rilancia un interrogativo:
e’ sicuro andare in bicicletta? In realta’ la domanda corretta
e’ un’altra: sono sicure le strade italiane? La risposta
e’ ’no’, perche’ la sicurezza stradale in Italia e’ oggetto di
saltuarie campagne di informazione, ma continua a non essere affrontata
strutturalmente. Gli oltre 7.000 morti (di cui oltre 300 ciclisti,
ma anche 800 pedoni e 1.200 motociclisti) e i 300.000 feriti (di
cui 10.000 ciclisti, 16.000 pedoni e 70.000 motociclisti) che
restano sulle strade ogni anno - ricorda - rappresentano quasi
il 30% dell’intera mortalita’ per cause accidentali e la prima
causa di morte insieme agli incidenti domestici. Si tratta di
un numero 7 volte maggiore delle morti sul lavoro e la prima causa
di morte dei giovani fino a 34 anni. Cosi’ rilevante e’ il problema
della sicurezza stradale che la Comunita’ Europea ne ha fatto
oggetto di sue Direttive, imponendo agli Stati membri di dimezzare
il numero di vittime e incidenti entro il 2010’’.
In Italia e’ stato istituito il Piano Nazionale della
Sicurezza Stradale, ma - fa notare la Fiab - ’’i gia’ scarsi finanziamenti
che ammontavano a 1 miliardo di euro/anno’’ sono stati ’’annullati
nell’ultimo anno e dirottati su altre iniziative del Governo (riduzione
delle tasse?)’’.
Per dare un’idea dei costi indotti dalla mancanza
di sicurezza stradale, la Federazione ricorda che l’onere sociale
stimato derivante dai 7.000 morti e 300.000 feriti annui ammonta
a oltre 34 miliardi di euro, pari a 600 euro per ogni italiano.
’’Eppure - aggiunge - mediamente l’Italia dedica al miglioramento
della sicurezza stradale circa 5 euro pro-capite, contro i 30-40
investiti in Francia, Regno Unito, Svezia e Finlandia’’. In realta’,
secondo la Federazione, ’’sarebbero necessari interventi strutturali
sulla viabilita’ cittadina ed extra-urbana’’. La soluzione per
la sicurezza dei ciclisti ’’non e’ smettere di andare in bicicletta
e nemmeno utilizzare seggiolini per i bimbi o caschi omologati,
sicuramente utili in una passeggiata su pista ciclabile, ma non
di particolare aiuto per resistere all’urto con un veicolo veloce,
se si pensa che lo stesso casco e’ omologato per un impatto fino
a 23 km/h’’.
Facendo notare come i Paesi che registrano le maggiori
quote di spostamenti su bicicletta (Olanda, Danimarca, Germania)
sono anche quelli dove, tendenzialmente, si determinano piu’ elevati
livelli di sicurezza per i ciclisti, la Fiab suggerisce dunque
un piu’ diffuso uso della bicicletta.(ANSA).