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Articoli 12/02/2014

Europa, l’eCall è legge (o quasi)
Dal 1° ottobre 2015 tutte le auto di nuova produzione dovranno avere il dispositivo montato e funzionante. Il sistema allerta automaticamente i soccorsi in caso di incidente
E anche sul 112 dovremo fare in fretta

di Lorenzo Borselli (*)

(ASAPS) BRUXELLES, 12 febbraio 2014 – Ci siamo: l’eCall, il dispositivo capace di avvertire automaticamente i soccorsi in caso di incidente stradale, è sul punto di diventare legge e dall’ottobre 2015 ogni autovettura dovrà averne uno all’uscita dalla catena di montaggio. Lo ha deciso la Commissione Mercato Interno del Parlamento Europeo che ha votato ieri (martedì 12 febbraio 2014, ndr) una modifica al progetto legislativo (clicca qui) che da tempo era all’ordine del giorno.
La risoluzione è stata approvata con 34 voti favorevoli, due contrari e un’astensione e sarà posta all’approvazione dell’aula parlamentare a Strasburgo nel corso dei lavori nell’ultima settimana di febbraio.

 

Il sistema, come noto, si attiva quando il sensore d’impatto dell’airbag entra in funzione e genera una chiamata al numero 112, comunicando l’esatta localizzazione grazie al sistema di geolocalizzazione satellitare Galileo (GNSS), il cosiddetto GPS europeo. Il sistema può essere attivato anche manualmente, tramite un apposito pulsante, quando ad esempio si assiste a un incidente senza restarne necessariamente coinvolti: la comunicazione con la centrale di soccorso può avvenire sia attraverso un mero scambio di dati, sia mediante una connessione vocale, che consentirà a un qualsiasi passeggero del veicolo di rispondere a domande sul proprio stato di salute, su quello degli altri passeggeri o di fornire dettagli sull’evento.

 

Ho piena fiducia che a partire dall’ottobre 2015, tutti i nuovi modelli di auto disporranno del sistema – ha detto la relatrice del disegno di legge europeo Olga Sehnalova, parlamentare della Repubblica Ceca – che si stima possa contribuire a salvare migliaia di vite ogni anno”.
In Europa, secondo i dati del 2012, sono morte sulla strada circa 28mila persone, mentre i feriti hanno superato quota un milione e mezzo.
Gli studi che hanno condotto l’eCall a divenire una priorità  dell’UE – con la previsione di estenderlo in tempi brevi anche all’Islanda, alla Norvegia e alla Svizzera – prevedono che l’allertamento precoce delle autorità relativamente a un sinistro e alla sua esatta localizzazione, consentirà di dimezzare la risposta dei servizi di emergenza nelle aree rurali e del 40% in quelle del reticolo urbano, salvando fino a 2.500 persone ogni anno e a ridurre la gravità delle ferite in decine di migliaia di casi. In caso di grave trauma, infatti, la risposta sanitaria nella prima ora, la cosiddetta golden hour (l’ora d’oro), consente di evitare la morte e di limitare enormemente i danni, offrendo migliori prospettive di recupero. Inoltre, lo scenario dell’incidente sarà ripristinato in tempi più brevi, riducendo il rischio di incidenti secondari – si pensi alle code o ai tamponamenti dovuti a curiosi – diminuendo i tempi di congestione e rallentamenti e riducendo anche il consumo di CO2. In termini finanziari, i costi economici derivanti dagli incidenti stradali ammontano a più 160 miliardi di Euro ogni anno e se tutti i veicoli fossero oggi equipaggiati con il sistema eCall, potrebbero venire risparmiati fino a 20 miliardi di euro all’anno anno, alla faccia della crisi.

 

Il termine stabilito all’ottobre 2015 è stato fissato dalla Commissione Mercato Interno in risposta alla risoluzione del Parlamento Europeo adottata nel 2012, dopo il via libera al progetto avvenuta nel 2009, e non è ancora chiaro quanto le difficoltà di molti paesi, Italia in testa, possano portare a uno slittamento in avanti. Nel frattempo, la Commissione studierà la possibilità di estendere l’obbligo d’istallazione dell’eCall ad altre categorie di veicoli, come gli autobus e i mezzi commerciali.

 

Ma quanto costerà ai cittadini europei la scatola nera?
Nemmeno un centesimo, almeno da un punto di vista formale: il Parlamento Europeo ha infatti più volte ribadito il carattere di pubblica utilità del servizio e per questo dovrà essere accessibile gratuitamente a tutti gli automobilisti i quali, vista la peculiarità del dispositivo, potranno contare anche su una protezione dei dati ad hoc: nessun veicolo potrà essere sottoposto a una sorveglianza costante e le informazioni inviate alla centrale 112 dovranno riguardare solo la modalità di attivazione, la categoria del veicolo da cui parte l’allarme, il tipo di carburante utilizzato, l’ora del sinistro, la sua esatta localizzazione e il senso di marcia, oltre al numero di cinture di sicurezza attivate.
E a proposito di 112: noi, come faremo?
Bella domanda. Un’altra grana per il governo o uno stimolo a fare presto? Basterebbe fare un salto dai cugini spagnoli e costringere Polizia, Carabinieri, Vigili del Fuoco e Servizio Sanitario a fare tutti un passo indietro. (ASAPS)

 


(*) lorenzo.borselli@asaps.it

 


 

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Mercoledì, 12 Febbraio 2014
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