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Notizie brevi , Articoli 07/03/2014

Prima analisi del piano di rimodulazione della Polizia: chiudono i RIPS, le forze d’intervento rapido della Stradale. Semplificazione, risparmio o ritirata?

Una moto della Polizia Stradale (Foto Nedo Coppini)

 

 

(ASAPS) Forlì, 7 marzo 2014 – Abbiamo dato una scorsa al voluminoso “piano di rimodulazione dei presidi della Polizia di Stato”, che consentirebbe al Viminale di risparmiare un miliardo e 800mila euro. In effetti, i tagli sono tanti, ma ci sembra che dietro la scure possa esserci una strategia precisa: toccherà ai sindacati dare una valutazione complessiva e dirci se la cesoia su posti di polizia ferroviaria, postale, stradale, marittima e ippomontata possa essere considerata accettabile o meno; bisognerà poi capire se esista spazio per una trattativa. Noi, però, qualche considerazione dobbiamo farla: la notizia è che chiudono i RIPS, i famosi Reparti d’Intervento della Polizia Stradale, istituiti dal 2007 a Roma, Milano e Napoli.

 

Si era fatto un gran parlare dei “Chips” italiani, degli investimenti per associare alle pattuglie classiche della Specialità le agili e veloci moto dei Centauri: controlli volanti, interventi rapidi, arresti su arresti e tanta visibilità.

 

Che qualcosa si fosse incrinato, col tempo, lo avevamo capito anche noi, che col Palazzo abbiamo un rapporto di sola pura collaborazione sui temi della sicurezza stradale. Sì, qualche voce ci era arrivata: i colleghi stanchi di stare sempre in moto, estate e inverno, delusi in qualche caso dall’aver perso in relativamente poco tempo le attenzioni che in genere le forze d’élite sono abituate ad avere e se è vero che la Stradale sta senz’altro perdendo (unico caso al mondo) la propria vocazione e passione per le due ruote, è anche vero che il mancato turn-over, il blocco dei contratti, la mancata corresponsione degli assegni di funzione e il mancato adeguamento stipendiale anche in caso di aumento di grado, giocano il loro peso.
Insomma: può un agente che lavora in moto al caldo estivo e al freddo invernale, prendere “quasi” lo stesso stipendio di un collega burocratico?

 

A Napoli i RIPS erano divenuti i falchi dell’autostrada, a Roma, sul raccordo, capitava spesso di vederli sfrecciare a sirene spiegate e lo stesso a Milano, sulle intasatissime tangenziali. Ci chiediamo: chiudono per mancanza di soldi (e i reparti di polizia non vengono certo pagati per riportare moneta in caserma) o perché di essi è stata in qualche modo accertata l’inutilità?
Ci piacerebbe saperlo, perché se un reparto non serve, ok, possiamo comprendere l’esigenza di sopprimerlo, ma se la soppressione è solo un fatto economico, allora non va bene.
Tagliare sulla sicurezza, sulla prevenzione, sulla pronta risoluzione dei problemi, sulla precocità degli interventi, significa creare un bilancio falsato da un risparmio che non c’è.
Ci spieghiamo: togliere poliziotti e moto dal raccordo anulare, significherà risparmiare denaro solo da un punto di vista virtuale, perché poi la coda ha un costo, così come un incidente stradale, una lesione o una morte.
Questi calcoli fanno parte del ragionamento?
Perché una cosa è accorpare due compartimenti, come nel caso dell’Umbria con la Toscana o della Basilicata con la Puglia, altra è tirare giù le saracinesche ai garage dei RIPS: una cosa è semplificare la burocrazia, altra è ripiegare dalla prima linea. (ASAPS)

 

 


 

Qualche nostra considerazione sulle programmate chiusure di reparti. (ASAPS)

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Venerdì, 07 Marzo 2014
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