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Pirateria , Notizie brevi 11/03/2014

Beatrice, condannato a tre anni e 4 mesi il pirata della strada

La sedicenne era in sella alla sua bicicletta quando è stata travolta a Gorgonzola
Beatrice Papetti uccisa il 10 luglio scorso

Una condanna a tre anni e quattro mesi che, qualora venisse confermata anche in Cassazione e diventasse definitiva, permetterà all’imputato, che sta già scontando parte della pena agli arresti domiciliari, di chiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali in alternativa al carcere. Si è chiuso così in primo grado il processo al pirata della strada che l’estate scorsa a Gorgonzola, hinterland milanese, travolse e uccise Beatrice Papetti (una ragazza di 16 anni che stava tornando a casa in bicicletta), e poi scappò senza soccorrerla e si presentò ai carabinieri solo una settimana dopo.

 

«La pena non è giusta, ma questa è la legge italiana», ha spiegato ai cronisti subito dopo la sentenza il padre della ragazza, Nerio Papetti, assistito dall’avvocato Domenico Musicco, anche presidente dall’Associazione vittime di incidenti sulla strada e sul lavoro, che da anni si batte per l’introduzione del reato di omicidio stradale, ipotesi di nuovo reato di cui ha parlato anche il premier Renzi nel suo discorso programmatico qualche settimana fa. «Noi - ha spiegato l’avvocato Musicco - abbiamo da poco depositato una proposta di legge al Ministero dei Trasporti che prevede pene da 6 a 16 anni per l’omicidio stradale».

 

Il 10 luglio scorso, verso mezzanotte, Beatrice Papetti, studentessa di 16 anni, era stata investita e uccisa sulla strada provinciale di Gorgonzola (Milano), mentre in bicicletta rientrava a casa assieme al cugino dopo aver trascorso la serata in piazzetta con altri amici. Il suo corpo era stato sbalzato a 70 metri di distanza dopo l’impatto. E la tragicità del caso aveva voluto che proprio il padre, Nerio Papetti, fosse intervenuto sul posto, senza sapere che si trattava di sua figlia, perché quella notte era di turno come autista volontario su un’ambulanza.

 

Una settimana dopo si era costituito alle forze dell’ordine il pirata della strada, Gabardi El Habib, marocchino in regola con il permesso di soggiorno, senza precedenti e senza multe per guida in stato di ebbrezza o pericolosa. Aveva raccontato, assistito dall’avvocato Giovanni Marchese, di non essersi accorto di aver travolto e ammazzato la ragazzina e di essersi presentato ai carabinieri perché convinto a farlo dall’imam della moschea che frequentava.

 

Dopo due giorni di carcere, il gip di Milano Alessandro Santangelo aveva concesso all’uomo i domiciliari perché misura idonea, data l’accusa di omicidio colposo, a garantire le esigenze cautelari (i pericoli di reiterazione del reato, di fuga e di inquinamento probatorio). Inoltre, l’altro reato a lui contestato, l’omissione di soccorso, non prevede la misura cautelare in carcere. Il pm Laura Pedio, titolare delle indagini, aveva chiesto invece che l’uomo restasse in carcere e oggi nel processo con rito abbreviato (pena, dunque, `scontata´ di un terzo) ha chiesto la condanna a 4 anni e 8 mesi di reclusione.

 

Il gup di Milano Simone Luerti, senza concedere alcuna attenuante all’imputato, l’ha condannato a 3 anni e 4 mesi, disponendo per lui anche la sospensione della patente per tre anni e che il risarcimento alla famiglia venga quantificato in sede civile. Una sentenza arrivata a 8 mesi di distanza dalla morte della giovane e che comunque i genitori di Beatrice reputano abbastanza soddisfacente, date le normative vigenti. «Sono abbastanza soddisfatto, anche se noi chiedevamo di più e comunque rispetto a quel che si sente in giro, di condanne a un anno e 6 mesi per omicidio colposo, va bene così», ha spiegato il padre. Per l’avvocato Musicco la condanna è in ogni caso un «segnale positivo perché c’è una pena effettiva, anche se speravamo fosse applicata quella chiesta dal pm». Le motivazioni della sentenza arriveranno tra 30 giorni.

 

da lastampa.it

 


 

Lui, il pirata omicida, fra meno di tre anni tornerà a guidare. In galera? Dubitiamo che ci torni. Lei, Beatrice, purtroppo, non tornerà. (ASAPS)

 

 

 

Martedì, 11 Marzo 2014
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