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Le vittime invisibili

di Nanni Vanes*

Migliaia di feriti ogni anno, famiglie distrutte e tanti morti. Questa è la guerra che ogni giorno si combatte sulle strade italiane, una guerra che passa sotto il naso di tutti ma che solo in pochi vedono, una guerra silenziosa, lontana dai riflettori mediatici, ma in quanto guerra capace di provocare tragedia e sofferenza. I numeri sono impietosi, stime dell’OMS rappresentano l’incidentalità stradale come la nona causa di morte mondiale per gli adulti e la prima per i giovani, ma avanti di questo passo, nel 2020, diventerà la terza causa di morte e disabilità.

 

Per quanto riguarda l’Italia si può apertamente parlare di allarme sociale, anche se il fenomeno non viene percepito come tale, sia dalle istituzioni che dall’opinione pubblica, troppo spesso circoscritto ai soli incidenti che fanno notizia dentro le poche righe di un articolo di giornale. Eppure nell’arco di dieci anni, lungo le strade italiane è scomparsa una città di 80.000 abitanti e non ce ne siamo resi conto. Ma all’interno di questa cornice la drammatica verità è un’altra ancora: lo Stato ha abbandonato le sue vittime, come fossero un corpo estraneo da espellere per esorcizzarne l’emergenza.

 

 

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da il Centauro n. 173

 

 

 

 

Mercoledì, 19 Marzo 2014
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