Venturina, pattuglia della Polizia Stradale svela l’arcano su un camion che "sembrava" viaggiare piano e smaschera il cronotarocco: il dubbio sorto dall’incongruenza tra velocità accertata col telelaser e quella segnata sul disco |
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(ASAPS) VENTURINA (LIVORNO) – Il Distaccamento di Venturina (LI), non è nuovo a sortite di questo tipo. Infatti, nonostante un tratto laboriosissimo dal punto di vista degli impegni più tipici della Polizia Stradale, gli agenti del comandante Vincenzo Cesarano si sono più volte distinti per arresti importanti e operazioni di polizia giudiziaria. L’ultima non ha originato un procedimento penale solo perché la normativa resta amministrativa, ma per accertare l’illecito gli agenti si sono trasformati in investigatori. Venerdì scorso (29 luglio) una pattuglia è sulla variante Aurelia, ad effettuare un servizio col telelaser. Nel mirino finisce un tir, con targa italiana, che sfreccia ad oltre 110 chilometri orari: scatta la violazione, ma è ovvio che se un camion raggiunge quella velocità, il dispositivo di rallentamento – il cosiddetto limitatore dio velocità – deve essere inefficiente. Eppure la visione del foglio di registrazione del disco cronotachigrafo dice un’altra cosa: 86 km orari, la velocità massima consentita per quel tipo di veicoli, considerata la tolleranza. Uno dei poliziotti non ci vede chiaro: ispeziona l’alloggiamento del disco, per vedere se sia visibile una manomissione, ma anche in questo caso esito negativo. Ma sul cruscotto, vicino al cambio, c’è un piccolo telecomando apricancello, con troppi pulsanti: l’agente ne preme uno e sente un click provenire dal crono. È fatta. Il veicolo commerciale è stato scortato in caserma, dove è giunto un tecnico nominato ausiliario: alla fine il dispositivo è saltato fuori. Sequestrato il camion e il dispositivo, ritirata la patente al camionista, un dipendente bulgaro di una società italiana, e una bella multa salata. Troppo poco, però, per chi distrugge l’impegno di migliaia di autotrasportatori onesti e di società attente alla salute dei propri dipendenti. Quella dell’autotrasportatore bulgaro, purtroppo, preferisce aumentare i propri profitti senza il minimo rispetto per la vita del proprio salariato e di tutti noi, sulla strada. Ai colleghi di Venturina, i complimenti della nostra redazione. (ASAPS) |
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