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Notizie brevi 29/07/2005

VACANZE - IL PIANO DEL MINISTRO PER RENDERE PIÙ SICURO IL LUNGO VIAGGIO VERSO LE VACANZE
L’ESODO DI LUNARDI - Una direttiva diramata ai gestori delle autostrade e all Anas dovrebbe evitare situazioni difficili. Previsti più controlli, ma senza abusare dell’autovelox... Le dichiarazioni del presidente dell’Asaps

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VACANZE
IL PIANO DEL MINISTRO PER RENDERE PIÙ SICURO IL LUNGO VIAGGIO VERSO LE VACANZE

L’ESODO DI LUNARDI
Una direttiva diramata ai gestori delle autostrade e all Anas dovrebbe evitare situazioni difficili. Previsti più controlli, ma senza abusare dell’autovelox...
Le dichiarazioni del presidente dell’Asaps

E’ divertente, non diciamo altro, assistere al blitz di alcuni parlamentari di Forza Italia per eliminare gli autovelox dalle strade italiane, a pochi giorni dall’esodo. Insomma, ci hanno provato: hanno presentato un emendamento che puntava a reintrodurre l’obbligo di contestare immediatamente all’automobilista la violazione al Codice. Chiedevano, tra l’altro, anche la presenza e la visibilità assoluta della pattuglia. Come dire: eliminiamo alla radice tutte le possibilità che ha la Polstrada di sanzionare chi corre. Forse speravano di tornare nel proprio collegio e poter dire agli elettori: «Hai visto? Li abbiamo fregati», raggranellando magari qualche voto in più alle Politiche del 2006. Emendamento respinto, ma aveva anche l’appoggio della Lega. Un blitz che Giordano Biserni dell’Asaps definisce «il colpo di coda del partito dell’acceleratore, un partito forte, trasversale», che interpreta la lotta all’incidentalità in modo quanto mai populistico.
Noi di Famiglia Cristiana proviamo a ricordare a questi parlamentari che la sicurezza stradale è una cosa seria. Non si baratta con il consenso. Per ridurre seriamente il numero dei morti e dei feriti sulle strade serve una risposta organica di chi è al Governo, chiunque sia, non incursioni notturne di Palazzo che hanno il sapore della beffa. Ricordiamo a chi legge che l’Unione europea, dal 1990 al 2002, ha ridotto l’incidentalità in media del 31,57%, contro il 15,72% dell’Italia. La domanda è: possiamo permetterci il lusso di inficiare la forza dissuasiva dell’autovelox e degli altri misuratori della velocità? «Certo, ci sono enti locali che usano l’autovelox in modo vessatorio», ricorda Biserni. «Ma si può buttare il bambino con l’acqua sporca? È questo che devono fare dei politici responsabili?». Aggiungiamo noi: durante l’esodo siate responsabili innanzitutto voi stessi, al volante. Indossate sempre la cintura, osservate i limiti, mantenete le distanze di sicurezza, tenete quanto più possibile la corsia libera a destra, fate attenzione all’alcol, usate il cellulare con il viva voce o con l’auricolare. Riposate spesso e mantenete alta la concentrazione. Non perché c’è la Polizia che vi aspetta al varco. Ma perché la strada non è una pista e la sicurezza dipende in gran parte da noi.

Pietro Lunardi sa che non sarà facile neanche quest’anno. Il grande esodo estivo ormai è imminente e, dopo il gigantesco ingorgo del 5 giugno con centinaia di migliaia di automobilisti bloccati in interminabili code, il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti ha voluto giocare d’anticipo. Così è stata diramata una direttiva che contiene una serie di prescrizioni soprattutto per i gestori delle strade.
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Signor ministro, tra qualche giorno scatterà il grande esodo. Anche quest’anno le interruzioni, le riduzioni di carreggiata sono tante, insomma, basta poco perché scatti l’emergenza. Che cosa sta facendo il ministero per evitare disagi?
«Ho chiesto ai gestori delle strade e autostrade l’assunzione di ogni possibile misura per garantire la fluidità e la sicurezza della circolazione. Ho inviato una direttiva all’Anas e ai concessionari delle autostrade affinché siano rimossi i cantieri proprio nei giorni dell’esodo e dei fine settimana».
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Spesso, la carenza d’informazioni crea ulteriori disagi...
«L’informazione è fondamentale. Dovrà essere capillare, tempestiva, aggiornata, e puntualmente fornita sia agli accessi autostradali sia attraverso tutti gli altri mezzi di comunicazione. Quest’anno, abbiamo creato It online, un servizio fornito tramite il sito Internet www.infrastrutturetrasporti.it che riporta giornalmente le informazioni relative al traffico e alla viabilità».
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Molte situazioni difficili sono causate dall’insufficienza della nostra rete autostradale, basta veramente poco perché il sistema vada in tilt...
«Sì, il traffico in Italia ha raggiunto un livello insostenibile rispetto alla capacità della rete infrastrutturale esistente. Vent’anni fa, nel nostro Paese, viaggiavano 21 milioni di veicoli, oggi ne circolano oltre 33 milioni. Vent’anni in cui è stato fatto poco o nulla».
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Lungo le strade ci sarebbero molti cartelli stradali fuori norma e addirittura pericolosi. C’è un piano del ministero per ammodernarli?
«Il posizionamento della segnaletica e dei cartelli è di competenza dei gestori stradali e delle amministrazioni locali e territoriali, non del ministero. In ogni caso, stiamo rivedendo, proprio in questi giorni, alcune direttive per focalizzare l’attenzione degli enti sul tema. Abbiamo costituito un’apposita Commissione per uniformare il posizionamento della segnaletica e i criteri di scelta dei limiti puntuali di velocità sulle strade locali».
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Una delle cause degli incidenti è la guida in stato di ebbrezza. L’Italia fa circa 15.000 controlli alcolometrici in un anno contro i 2 milioni della Francia. Lei che cosa ne pensa?
«Il Senato ha appena approvato un emendamento che prevede la revoca definitiva della patente a chi provoca incidenti mortali guidando in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Per quanto concerne i controlli, è certamente opportuno aumentarli anche in Italia. Ma sono state proprio le modifiche che abbiamo apportato al Codice della strada a facilitare questo genere di controlli: grazie a strumenti normativi nuovi, sono stati ampliati i poteri di accertamento degli organi di polizia. Oggi, pertanto, l’attività di controllo può davvero essere più incisiva sul fronte della guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di droghe: auspico che sia sviluppata a dovere».
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Ha un ripensamento sul limite di velocità a 150, visto che i gestori autostradali oppongono qualche resistenza?
«Come dico sempre, il pericolo non è l’alta velocità, ma la velocità "non adeguata" alle condizioni ambientali, stradali e fisiche del conducente. Faccio un esempio: pur rispettando i limiti, se non si è in condizioni fisiche adatte alla guida, la velocità a cui si procede, anche se moderata, può essere pericolosissima. Questo non significa, sia chiaro, che non bisogna rispettare le regole. Anzi, i limiti sono posti proprio perché devono essere rispettati. La possibilità di elevare i limiti a 150 chilometri all’ora è già legge, ma è in corso la valutazione da parte dei gestori autostradali sulle tratte in cui possono essere innalzati».
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Il cattivo uso dell’autovelox suscita polemiche, per molti è un modo che consente ai Comuni di fare cassa. Che cosa ne pensa?
«Penso che sia un problema degli amministratori e degli organi di polizia locale utilizzare questi strumenti in modo corretto e intelligente, senza esasperare gli automobilisti. È ovvio, però, che a loro volta gli automobilisti devono rispettare le regole e i limiti di velocità. La finalità di questi controlli deve comunque essere preventiva, per la sicurezza stradale, non repressiva né finalizzata a fare cassa. La maggior parte dei controlli è eseguita sulla velocità perché è un’infrazione fra le più frequenti e facili da rilevare. Ma ho chiesto che i controlli siano concentrati anche su altre infrazioni che possono essere più pericolose della velocità».
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Lei è stato l’artefice della patente a punti che ha portato notevoli benefici. Che cosa manca nel nostro Paese per arrivare a un livello di severità nei controlli simile a quello di altri Paesi europei?
«Innanzitutto vorrei che la patente fosse rilasciata con la stessa severità con cui si rilascia il porto d’armi. Perché l’auto può diventare un’arma micidiale se usata male. Le regole le abbiamo poste, gli strumenti normativi li abbiamo creati, ora si tratta di applicarli con uno scrupolo sempre maggiore. Sulle strade, comunque, i controlli stanno aumentando e sono sempre più mirati sulle infrazioni che provocano gli incidenti. La tecnologia ci aiuterà molto, ma la cosa fondamentale è la collaborazione degli automobilisti, i quali hanno già dimostrato ampiamente di aver dato vita a una nuova cultura della sicurezza stradale, altrimenti non si spiegherebbero gli oltre 2.000 morti in meno in due anni sulle strade e autostrade».


Venerdì, 29 Luglio 2005
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