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Francia, ecco quanto pesa l’ebbrezza sulla mortalità stradale
Diminuiscono gli eventi letali alcol-correlati ma non quanto la sinistrosità complessiva: secondo l’Osservatorio nazionale in 11 anni siamo al -37,8%, ma un buon 20% dei casi resta inosservato

Foto tratta da www.alcol-auto.fr

(ASAPS) Parigi, 11 aprile 2014 – Quanto pesano l’alcol e la droga nella mortalità stradale? Dati alla mano, in Francia, la domanda non è così scontata come potrebbe sembrare, perché da un lato ci sono gli ottimi risultati che sono valsi ai cugini d’Oltralpe  il primato nel conseguimento degli obiettivi imposti da Bruxelles agli inizi del terzo millennio, dall’altro ci sono le tante e diverse cause di incidente e di lesione/morte.

 

Analizzando la numerologia, i francesi si sono accorti che mentre alcune di queste cause sono risultate aver perso il proprio potenziale offensivo, l’alcol ha dimostrato una resistenza più consistente alle contromisure imposte dal governo e impartite ai prefetti di polizia della repubblica con la consegna della tolleranza zero. Oltre a questo, gli esperti dell’Osservatorio Francese delle Droghe e Tossicodipendenze (OFTD) – che ha in Italia un  istituto omologo, il Dipartimento delle Politiche Antidroga (DPA) – sono dell’avviso che i dati provenienti dalla strada e che dovrebbero dare un’idea di quanto l’ebbrezza pesi sul bollettino nero della strada, siano sottostimati.

 


Intanto, i dati: il numero totale delle vittime della strada, tra il 2001 e il 2012 è diminuito in Francia del 51%, passando dalle 6.920 vittime registrate nel 2001 alle 3.386 undici anni dopo. Tra questi, il numero di incidenti stradali che abbiano visto tra i coinvolti almeno un conducente risultato ebbro, è sceso molto più lentamente, passando dai 1.349 accertati nel primo anno di rilevazione agli 839 del 2012 (-37,8%). Gli studi che Patrick de la Sablière, portavoce di “Prévention Routière”, cita su “Circuler Autrement” – il magazine dell’associazione – riferiscono che sarebbero noti solo l’80% circa dei positivi e che quindi sfuggirebbero all’accertamento un buon 20% dei casi.

 


Dunque, se le cose stessero effettivamente così, il decremento della mortalità alcol-correlata nel periodo preso in esame sarebbe oscillante tra il -28% e il 31%.
Si tratta comunque di una flessione sostanziale che viene rapportata dagli studiosi dell’Osservatorio anche in funzione della strategia complessiva di contrasto alla violenza stradale in Francia, che ha condotto ad un drastico abbassamento della velocità media dei veicoli e che ha portato alla considerazione che, comunque, anche gli incidenti contraddistinti da stato di ebrietà sarebbero avvenuti a velocità meno elevate, si sarebbero conclusi con dinamiche meno gravi e, sempre in termini assoluti, anche con minor frequenza. Inoltre, la voce statistica che li raccoglie, considera singolo evento mortale anche il caso di plurimortalità, purtroppo piuttosto frequente. Nel solo 2012, gli 839 eventi mortali alcol-correlati sono costati la vita a 925 persone.

 


I milioni di controlli alcolemici che Gendarmeria, Polizia Nazionale e Locale effettuano su strada danno il loro risultato sia in termini di prevenzione più che di repressione, se è vero che il tasso alcolemico superiore alla soglia legale (0,5 g/l) è accertato 9 volte su 10 nei confronti di un conducente ritenuto responsabile di aver provocato un incidente.
In Italia, purtroppo, i controlli alcolemici sono in diminuzione, così come gli accertamenti, e nessuno ha un’idea di quanto l’ebbrezza alcolica (non parliamo di quella da stupefacenti perché il quadro sarebbe ancora più desolante) pesi sulla mortalità stradale.
A connotarne un’incidenza tra il 25 e il 35% ci sono solo gi osservatori della sinistrosità dell’ASAPS. (ASAPS)

 




I numeri della sinistrosità alcol correlata in Francia. (ASAPS)

 

 

 


 


Venerdì, 11 Aprile 2014
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