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Notizie brevi 28/07/2005

TRAFORO DEL MONTE BIANCO, CONDANNATA LA MANCATA SICUREZZA
I responsabili, per i giudici, sono stati tutti individuati

TRAFORO DEL MONTE BIANCO
CONDANNATA LA MANCATA SICUREZZA
I responsabili, per i giudici, sono stati tutti individuati
di Maria Teresa Zonca

Il rogo nel Traforo del Monte Bianco si poteva evitare. E questa volta a dirlo non sono soltanto i parenti delle vittime. Questa volta la conclusione è dei giudici del Tribunale di Bonneville, che hanno emesso la sentenza di primo grado per quella tragedia che in parte ha cambiato il modo di ragionare sul trasporto nei tunnel di montagna. Ci sono voluti 39 morti, di cui sedici italiani, e milioni di euro di danni per riflettere. Così dopo 2 mila 317 giorni di inchiesta, tre mesi di processo e tre di camera di consiglio, i giudici hanno voluto mettere il primo, importante punto fermo condannando 13 tra persone fisiche e giuridiche e assolvendone tre. Alla fine ad avere la meglio è stato Gilbert Degrave, l’autista del tir belga carico di farina e margarina da cui il 24 marzo del 1999 si sprigionarono le fiamme: il Tunnel raggiunse temperature elevatissime, i fumi impedirono la fuga alle vittime e resero i soccorsi impossibili. Degrave è finito a giudizio perché accusato di essersi allontanato lasciando il camion in fiamme al centro del tunnel. Quattro mesi, con l’amnistia sulla condizionale: in Francia vuol dire che se avrà altre condanne potrà “giocarsi” ancora la libertà. Ma dovrà risarcire “in solido” i parenti di quasi tutte le vittime , circa millecinquecento euro a testa: “Pagheranno le assicurazioni” dice il suo legale Corinne Perini, che non vuole commentare le condanne inflitte agli altri imputati. Prosciolti da ogni accusa sono stati la Volvo, Charles Salzmann, ex presidente dell’Atmb, e Jean Claude Gaime, responsabile della sicurezza nell’Alta Savoia. Tutti erano accusati di omicidio involontario semplice, come gli altri imputati. E se la casa svedese che ha prodotto il Tir guidato da Degrave esulta per l’assoluzione, l’autista protesta: “Non è giusto che alla fine siano i più deboli a pagare. Ma insomma, guardiamoci intorno, in che mondo viviamo? Di terrorismo, di kamikaze, di criminali che pianificano stragi. E io…”. E lui fa capire di sentirsi innocente, balbetta qualcosa del tipo “Non volevo”. Anche questa condanna, se pur lieve, gli sta stretta. “Degrave? Un povero diavolo” dice Pasquale Mennillo, amico di una giovane vittima. In parte forse anche per i giudici, che puntano il dito soprattutto sulla mancanza di sicurezza. Perché per tutto il processo, costato alla giustizia francese 4 milioni di euro, sono stati snocciolati uno ad uno gli aspetti tecnici. Ne sono emerse carenze così gravi da indurre Francia Italia a prendere provvedimenti strutturali e normativi: il nuovo Traforo del Monte Bianco è, adesso, il più sicuro d’Europa. Ma torniamo alle condanne. La più severa è per Gerard Roncoli, responsabile della sicurezza della Società francese di gestione del tunnel-Atmb: trenta mesi di cui sei da scontare in carcere se confermati in appello e 12 mila euro di ammenda. Ed ancora: 1 anno e 6 mesi e 7 mila euro di ammenda a Claudio Lyveroulaz, di Morgex (Aosta), responsabile della sicurezza per la Società italiana di gestione della struttura-Sitmb; un anno a Marcello Meyseiller, di Courmayeur (Aosta), controllore della Sitmb; 2 anni e 15 mila euro Michele Tropiano, di Pré Saint Didier (Aosta), ex direttore di esercizio della Sitmb. Con gli occhi lucidi, ci ha confessato: “Siamo tutti un po’ storditi. Dal punto di vista umano, ho già scontato una condanna di sei anni, tutta la durata dell’inchiesta… Adesso non mi resta che prendere atto della sentenza”. Le altre condanne: due anni e 7 mila euro a Christian Basset, ex direttore di esercizio della Società francese di gestione del tunnel-Sgtmb; 16 mesi Daniel Claret-Tournier, controllore dell’Atmb; 2 anni e 15 mila euro a Remy Chardon, presidente dell’Atmb; 6 mesi e 1.500 euro a Michel Charlet, sindaco di Chamonix (otto mesi e 15 mila euro di ammenda); 6 mesi e 8 mila e 500 euro a Chantal Lecomte, funzionario del Ministero francese dei Trasporti. Infine le ammende per le società di gestione del Traforo: 150 mila euro alla Sitmb, 100 mila per Atmb e 50 mila euro a Sgtmb.
Le motivazioni della sentenza sono scritte in 630 pagine: ci vorrà un po’ di pazienza per analizzarle tutte e per comprendere perché alcuni sono stati ritenuti più responsabili di altri. “Non ci sono più zone d’ombra - ha detto il Presidente Renaud Le Breton De Vanoise – Abbiamo studiato nei dettagli ogni errore, ogni responsabilità diretta o indiretta”. “Impossibile capire adesso se faremo o meno appello – dice Claudio Papotti, legale della Società italiana di gestione – In Francia ci sono solo dieci giorni di tempo per studiare le motivazioni e non è così scontato procedere”. Per Matteo Rossi, avvocato di parte civile, “I risarcimenti sono a buon punto, grazie al fondo di solidarietà di 13 milioni e 500 mila euro messi a disposizione dalla società italiana. Ma ci sono ancora cause civili in corso perché paghino anche gli altri imputati”. Rossi ha ricordato che la richiesta iniziale, avanzata dall’Associazione dei parenti delle vittime, era di 27 milioni di euro: "In base alla sentenza - ha aggiunto il legale - sono cinque i soggetti citati a giudizio civile: le due società di gestione del traforo, il comune di Chamonix (Francia), lo Stato francese e la società assicurativa del camion da cui si originò l’incendio". Non è finita, quindi. Adesso la battaglia non è più sulle condanne, ma su chi deve pagare di più e perché.



di Maria Teresa Zonca

Giovedì, 28 Luglio 2005
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