No, io no!
Paolo Strappi non ci pensava proprio a prendersi la colpa. Perché, si diceva, dovrei sentirmi responsabile, oppure cattivo, come se avessi fatto qualcosa di cui vergognarmi.
- Con tutta la gente che si comporta male, che infrange ogni tipo di legge, che se ne frega del bene pubblico, questi qua se la vengono a prendere con me! - si diceva mentre camminava sul marciapiede, lungo una strada di periferia. Andava a lavorare, a piedi perché la macchina non poteva prenderla, arrabbiato col mondo e con la società ingiusta. Ma era sicuro che si sarebbe rifatto, cominciando proprio da quella mattina. Sarebbe arrivato in ufficio e avrebbe perso tempo per tutto l’orario di lavoro, facendo il minimo possibile: aveva tutte le ragioni per essere arrabbiato ed era già tanto se ci andava a lavorare. Camminava e accanto a se vedeva sfrecciare gli altri automobilisti, tutti sicuri e contenti nelle loro belle vetture. Eppure ne facevano di infrazioni, eccome. Ecco quello là, e quasi lo indicava con la mano, non ha dato la precedenza...
da il Centauro n. 174