|
BOGOGNO
(NOVARA) - E’ durato nove ore e mezza l’ incubo di Bogogno,
il piccolo paese del novarese dove ieri e’ stata una giornata
di terrore e morte. Un uomo di 54 anni ha reagito con violenza
a un’ ingiunzione di pignoramento e ha fatto una strage:
a colpi di fucile ha fatto fuoco su chiunque si trovasse
nelle vicinanze, uccidendo tre persone e ferendone altre
nove.
E’ stato catturato pochi minuti dopo la mezzanotte con un
blitz dei Gis dei carabinieri. Le sue prima parole sono
state ’’Mi volevano portare via la casa’’. Tutto e’ iniziato
alle 14,30, quando Angelo Sacco, 54 anni, programmatore
informatico a Varese e ingegnere mancato ha freddato con
una fucilata il geometra Claudio Morsuillo, 39 anni, novarese,
incaricato dal Tribunale di Novara di fare una perizia per
il pignoramento della casa dove abita Sacco. |
Il
professionista viene ucciso sulle scale.
Poi Sacco ha fatto fuoco su un terzetto di carabinieri e ne
ha ucciso uno, Giampiero Cossu, trentenne, di Bogogno e in servizio
nella vicina stazione di Gattico, infine ha centrato un motociclista
che passava nella strada antistante la sua abitazione, Giovanni
Paracchini, 45 anni, di Borgomanero (Novara). Nella sua furia
omicida ha anche esploso colpi di fucile contro quattro auto,
ferendo nove persone, fra cui una donna, Matilde Panicali, 35
anni, e sei carabinieri. Il piu’ grave dei feriti, raggiunto
al petto e all’ addome dai proiettili, si trova ricoverato nel
reparto rianimazione dell’ ospedale di Novara.
L’ inferno di fuoco dura piu’ di due ore. Sacco, che e’ un abile
tiratore e possiede fucili e carabine regolarmente denunciate,
spara a chiunque passi in strada. Tragico il destino del carabiniere
Cossu, sposato con Leila Bruno e padre di una figlia, Lucrezia,
di 4 anni. La moglie e’ impiegata alla De Agostini di Oleggio
(Novara). La coppia viveva da 9 anni in una casetta a due piani
in via del Portico nel centro di Bogogno. ’’Stamani e’ uscito
presto - raccontano i vicini, Matteo e Chiara, suoi amici -
verso le nove e’ rientrato e ha riempito di acqua una piscina
di plastica per la figlia. Alle 14.30 ci ha detto: ’Buon divertimento’
e si e’ recato la lavoro’’.
E’ salito sulla sua Kia Carnival per andare a Gattico. Lungo
la strada ha visto due colleghi della stazione che si erano
recati in paese a fare indagini per un furto e che avevano visto
Angelo Sacco che sparava e si erano fermati. Si e’ fermato anche
lui per dare una mano, ma una scarica di fucile l’ha colpito
e ucciso.
Il suo cadavere e’ rimasto sul selciato, accanto a quello del
motociclista ammazzato subito dopo da Sacco, fino al blitz delle
teste di cuoio. Le forze dell’ ordine hanno cercato piu’ volte
di recuperarli, ma Sacco ha fatto fuoco contro di loro. Sul
posto si sono recati il procuratore di Novara Corrado Canfora,
il comandante provinciale dei carabinieri Fabrizio Bernardini
e il Questore Andrea Ninetti. Le strade intorno alla casa, in
via dei Martiri 54, sono state bloccate. Gli abitanti della
zona si sono barricati nelle loro abitazioni. Sacco abita al
secondo piano di un vecchio stabile con i balconi a ringhiera.
Al piano di sotto i suoi familiari - la mamma Irma, la sorella
Ilvia e la zia (il cognato Gianni Marzari e la nipote Oriana,
assessore comunale del paese, erano fuori) - si sono rinchiusi
nel loro appartamento e sono rimasti in contatto con le forze
dell’ ordine via telefono. Verso le 19 e’ arrivata in elicottero
la squadra di teste di cuoio del Gis dei carabinieri. Inutilmente
il procuratore Canfora ha cercato di instaurare un colloquio.
Alla fine la decisione per il blitz: ’’Alle 00.03 abbiamo gettato
cariche irritanti - ha affermato - alle 00.05 gli ho dato l’ultimo
avviso e poi eravamo d’accordo con i Gis che dopo 5 minuti saremmo
intervenuti’’. E cosi’ e’ stato: ’’L’ operazione e’ durata 7
secondi - ha detto il comandante della squadra - era seduto
sul divano nella stanza d’ingresso - ha aggiunto - con noi non
ha parlato, non ne ha avuto il tempo. Era stordito, gli abbiamo
soltanto detto: siamo carabinieri. Non aveva armi vicino a lui,
ma nella stanza a fianco ce n’erano parecchie’’.
’’Lui ha ucciso e noi lo abbiamo preso vivo senza spirito di
vendetta’’, ha sottolineato il generale Saverio Cotticelli,
comandante dei carabineri del Piemonte e della Valle d’Aosta.
Ma chi e’ Angelo Sacco? Un tipo chiuso e irascibile, dicono
i suoi compaesani. Un amico, Franco Carbonati, racconta: ’’Angelo
e’ stato una persona gioviale e allegra fino al ’73-’74, quando
e’ andato a fare il militare. Al ritorno sembrava un altro,
taciturno e introverso. Fino a 10 anni fa e’ stato presidente
della Federcaccia di Bogogno. Un ottimo tiratore, si esercitava
anche al piattello. Dopo avere studiato per un biennio alla
Facolta’ di ingegneria, aveva lavorato all’ Aermacchi ed ora
si occupa di informatica, a Varese’’.
’’Era talmente rinchiuso in se stesso - aggiunge Carbonati -
che quando abbiamo fatto la festa dei cinquantenni, non ha voluto
parteciparvi’’. Anche il sindaco, Andrea Guglielmetti, conferma
il carattere estremamente riservato di Angelo Sacco: ’’Non lo
conosco perché non faceva vita di comunità".
|