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TRAVOLTI E UCCISI
A BOLOGNA, TRAVOLTA E UCCISA MENTRE CAMBIA LA GOMMA IN A14, GRAVISSIMA UNA SECONDA DONNA
A VENEZIA INVESTITO DOPO UN INCIDENTE IN A28: MORTO

OSSERVATORIO ASAPS: 11 VITTIME e 22 FERITI  DALL'INIZIO DELL'ANNO,
ECCO LE ISTRUZIONI PER SOPRAVVIVERE E IL MEMORANDUM PER LE DIVISE: SANZIONARE CHI VIOLA LA LEGGE SIGNIFICA SALVARE VITE

di Lorenzo Borselli
Foto da veneziatoday.it

(ASAPS) Forlì, 19 maggio 2016 – Investita e uccisa mentre cambiava una ruota in autostrada, sulla corsia d'emergenza a San Lazzaro, sul tratto urbano dell'A14, a Bologna; investito e ucciso dopo che era uscito indenne da un incidente stradale sulla A28, a Cinto Maggiore (Venezia).
Fanno 11 vittime e 22 feriti dall'inizio dell'anno su 19 episodi registrati dall'osservatorio ASAPS sui Travolti. Un dato scioccante, se si pensa al livello di mortalità che eventi di questo tipo rappresentano. Tutto è avvenuto all'alba di sabato scorso (17 maggio), quando la Toyota Rav 4 con a bordo tre donne dell'Est europeo ha forato la gomma posteriore sinistra: la 38enne lituana residente a Firenze che si trovava alla guida e che sembra fosse la proprietaria del Suv, ha subito accostato in corsia di emergenza e, insieme alle sue amiche, due russe di 56 anni e 38 anni, ha deciso di sostituirla con la ruota di scorta.

 

Forse la fretta di dover raggiungere Rimini per imbarcarsi su un aereo diretto in patria, forse la mancata consapevolezza che comporta compiere un'operazione di questo tipo in autostrada, soprattutto sulla parte sinistra, più esposta al rischio “traffico”, forse altre concause ora al vaglio della Polizia Stradale di Bologna, hanno scatenato il terribile investimento; un veicolo commerciale condotto da un 32enne peruviano, che non ha nemmeno scalfito la Toyota, ha travolto le due donne russe, uccidendo sul colpo Tatiana P. la 56enne, e ferendo gravemente N.V., 38anni, che ora lotta per la vita al Maggiore. Illesa, ma comunque ricoverata in stato di choc, la lituana di 43 anni, che al momento dell'incidente era al sicuro sul lato destro dell'auto, vicino al guardrail, al telefono. La morte di Tatiana è la rappresentazione di scuola dell'investimento autostradale: una semplice foratura, forse l'imprevisto più semplice e al tempo stesso più pericoloso tra tutte le avarie che espongano l'automobilista al rischio letale, si trasforma in un attimo in una macro-emergenza. Se le due vittime erano prone sulla gomma forata, è probabile che l'investitore si sia accorto di averle investite solo per l'impatto, visto che l'auto in panne non è stata coinvolta.

 

Diverso, invece, il destino di Giovanni Laurino, 19 anni di Portogruaro (Venezia), che poco prima delle 4 e mezzo di ieri (domenica 18 maggio) è stato investito sulla carreggiata Venezia della A28, dopo che la sua Peugeot 106 era finita sul guardrail per un incidente autonomo, tra i caselli di Sesto al Reghena e Lemene. Secondo la Polizia Stradale, intervenuta sul posto, il giovane – dopo essere uscito dall'abitacolo della sua macchina, sarebbe stato travolto e ucciso da un'Opel Vectra e sbalzato sulla carreggiata opposta.

 

Dall'inizio dell'anno, l'ASAPS ha osservato ben 20 eventi di questo tipo, 12 dei quali (il 60%) avvenuti in autostrada. Paradossalmente, non c'è molta differenza tra il giorno e la notte e riteniamo di poter dire che se il nostro osservatorio ha rilevato ben 15 incidenti occorsi in ore diurne (75%), ciò lo si deve al fatto che di giorno c'è semplicemente più traffico.
In ben 9 casi, il 45% del totale, le persone investite avevano appunto forato, avevano rotto il motore o erano rimaste senza benzina e non si trovavano dunque a piedi sulla carreggiata in relazione ad altre cause, ad esempio un incidente stradale.

 

Raccomandazioni (e doveri) per gli utenti della strada
Sarebbe bene ricordare come ci si debba comportare in caso di emergenza sulle carreggiate a scorrimento veloce: in genere, se si buca una gomma, ce ne accorgiamo solo perché sentiamo che il veicolo tira da un lato, perde di stabilità e il rumore di rotolamento del cerchione è generalmente molto forte. Se sulla destra c'è la corsia di emergenza, bisogna impegnarla subito, possibilmente senza fermarci, attivando quella che il codice della strada definisce la “segnalazione luminosa di pericolo” (art. 151), il funzionamento simultaneo di tutti gli indicatori di direzione – le cosiddette “quattro frecce” – cercando di raggiungere il primo svincolo o la prima piazzola di sosta sicura: solo in condizioni di sicurezza, quando cioè una barriera garantisca la nostra incolumità, si può procedere alla sostituzione dello pneumatico, naturalmente dopo aver indossato il giubetto rifrangente. Qualora la prosecuzione della marcia non sia possibile, allora bisogna chiamare subito la Polizia Stradale: ci raccomandiamo di avere la freddezza di capire, prima di fermarci, a quale chilometro dell'arteria ci si trovi, perché comunicare la posizione esatta garantisce un intervento più rapido. Dopo averlo fatto, bisogna mettere in sicurezza i nostri passeggeri, magari al di là del guardrail se si tratta di una carreggiata non sopraelevata o passante su un viadotto, e poi bisogna posizionare il triangolo, che il codice chiama “segnale mobile di pericolo” all'articolo 162 (e 357 del regolamento d'esecuzione), ad almeno 50 metri.

 

Se invece la corsia d'emergenza non c'è, è ovvio che la situazione di pericolo è molto più elevata: in questo caso, chiamare il 113 dovrebbe essere la prima cosa da fare, senza arrestare la marcia e cercando in tutti i modi – avendo azionato le quattro frecce – di raggiungere un luogo sicuro. In genere, le arterie veloci prive di corsia di emergenza, dispongono di molte piazzole a intervalli regolari e quindi si tratta di avere pazienza e sangue freddo. Mai fermarsi in queste circostanze: farlo, anche in relazione al malcostume che regna sulla strada, significa farsi investire.

 

Se poi è inevitabile, allora bisogna scendere dalla macchina, sul lato destro, e allontanarsi da essa: il conducente, o la persona più intraprendente e fisicamente preparata tra gli occupanti, dovrebbe invece segnalare il pericolo a chi arriva posizionando il triangolo, ovviamente dopo aver indossato il giubbotto riflettente e dopo aver valutato attentamente lo scenario. Se si è in curva, sono guai seri: meglio avanzare quanto più possibile incontro al traffico, sempre che ci sia uno spazio di fuga in caso di perdita di controllo dei veicoli che sopraggiungano, e segnalare con calma a tutti di rallentare, simulando con le braccia il volo di un uccello. La Polizia Stradale arriverà e metterà la scena in sicurezza, anche per chi dovrà provvedere al recupero del veicolo.

 

Un paio di consigli : oltre alle quattro frecce, accendete anche i retronebbia, tenete sempre a portata di mano il giubbotto, una bella torcia carica e il triangolo, soprattutto se avete la macchina carica per le ferie.
Se poi ci sono bambini a bordo, allora una semplice avaria di questo tipo può essere paragonata al naufragio di un'imbarcazione: bisogna andarsene e raggiungere il primo luogo sicuro nel più breve tempo possibile.

 

Promemoria per le divise: cartellini gialli o rossi salvano le vite
Vorremmo ricordare alle giacche blu in particolare, visto che solo loro operano in autostrada e che la grande viabilità rientra comunque nei territori da loro controllati, che uno dei malcostumi più diffusi da parte degli utenti è quello di non rispettare la corsia di marcia. I più odiosi, scusate se ci esprimiamo così, sono quelli che nelle arterie a tre o quattro corsie viaggiano tranquilli nelle corsie centrali, anche se sui tabelloni informativi è puntualmente ricordato l'obbligo di occupare la via libera più a destra. Ecco: in presenza di questi trasgressori, non sarebbe male contestare – visto che informare non basta – procedere ex art. 143 CDS e staccare un cartellino giallo che costa 41 euro, che con gli sconti per chi paga entro 5 giorni scendono a 28,7 euro, e una decurtazione di 4 punti dalla patente, che oggettivamente non sono pochi.
Altra sconceria frequente, è vedere – sempre in autostrada – veicoli di tutti i tipi che, nelle curve a destra, tagliano la traiettoria occupando la corsia d'emergenza, spesso arrivandoci da quella di sorpasso, come se cercare il punto di corda fosse la priorità  esattamente come quella di un pilota in pista. A questi trasgressori, che sono poi quelli che più frequentemente travolgono e uccidono chi si trova fermo in sosta obbligata (molte le vittime anche tra le nostre stesse fila...), è necessario contestare la violazione prevista dall'articolo 176/1° lettera c), che comporta il pagamento di 419 euro (senza la previsione di sconti), la sospensione della patente da 2 a 6 mesi e la decurtazione di 10 punti.

 

Il ruolo dell'infrastruttura
È ovvio che poter contare su un'infrastruttura all'altezza significherebbe limitare enormemente il numero di incidenti. La soluzione passiva migliore, è quella che molte società autostradali hanno approntato da tempo stendendo sull'asfalto una banda rumorosa al posto della tradizionale striscia longitudinale discontinua. Più rumore fa, meno rischi ci sono. Speriamo che diventi preso uno standard di tutte le strade. (ASAPS)
 

 


 

Automobilisti travolti. I consigli dell'ASAPS

 

 

 

 




Lunedì, 19 Maggio 2014
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