Pubblichiamo la lettera indirizzata al caro Lorenzo Guarnieri nel quarto anniversario della sua morte dai genitori Stefania e Stefano e dalla sorella Valentina.
L'ASAPS si stringe a loro con affetto e totale solidarietà
Giordano Biserni
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Alle 11 di lunedì 2 giugno ci sarà la messa e poi alle 15 il torneo di calcio triangolare fra amici sempre a Firenze al campo della Sales "Numero 10 in campo e fuori".
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Caro Lorenzo,
Sono passati quattro anni da quando sei stato ucciso.
Quattro anni bastano ad un paese per organizzare un mondiale di calcio o un'olimpiade, ma non sono sufficienti allo stato italiano per formulare un giudizio definitivo per il colpevole di un omicidio come il tuo, evidente sin dal primo giorno.
Piero Passerò quattro anni fa si metteva alla guida con un tasso alcolemico 3 volte superiore al consentito e con tanta cannabis nel sangue. Decideva di sorpassare dove era vietato farlo, contromano. Ti colpiva in pieno e ti uccideva.
Così poneva fine alla tua vita di ragazzo meraviglioso di 17 anni.
Sai bene cosa è successo in questi 4 anni. Passerò ha scelto il rito abbreviato in modo da beneficiare di una pena ridotta di un terzo. E' stato condannato in appello a 2 anni e 8 mesi di "reclusione". Ma come ogni pena inferiore ai 3 anni non verrà mai scontata in carcere. Nel nostro paese funziona così.
In realtà la sua condanna sarebbe stata di 3 anni e 4 mesi, se il giudice di primo grado non avesse fatto un errore di calcolo nella riduzione di un terzo della pena. Per correggere questo errore la Procura di Firenze avrebbe dovuto segnalarlo, ma pur essendone a conoscenza non l'ha fatto.
Nonostante la fortuna di godere anche di uno sconto di pena illegittimo, l'imputato ha deciso di ricorrere in Cassazione. In luglio ci sarà il terzo grado di giudizio sul tuo omicidio. Quanta benevolenza verso i colpevoli!
E ai tuoi diritti, i diritti della vittima, chi ci pensa?
Ci proviamo noi, la tua famiglia, ma la giustizia italiana non ci ascolta.
Per cercare di capire i motivi della mancata correzione dell'errore, abbiamo scritto al Consiglio superiore della magistratura, alla Procura di Firenze e al Ministro della giustizia. Nessuno ci ha risposto.
Comunque vada a finire il processo, chi ti ha ucciso al massimo sarà condannato a svolgere alcuni giorni di servizi sociali.
Noi, insieme ai tuoi amici, con l'Associazione che ti abbiamo dedicato, da 4 anni facciamo ogni giorno attività di volontariato con tanta soddisfazione, cercando in maniera attiva di prevenire la violenza stradale. Con l'aiuto di tanti tuoi amici straordinari andiamo nelle scuole e nelle società sportive e parliamo ai giovani di responsabilità, rispetto, valore e bellezza della vita.
Fare volontariato non può essere una pena, dovrebbe essere una parte importante di rieducazione al termine della pena.
Purtroppo, Lorenzo, il tuo non è un caso giuridico isolato.
Gli omicidi stradali fino a oggi rimangono sempre impuniti: l’Italia, il tuo paese, ogni anno nega il diritto alla vita a migliaia di persone e, dopo la morte, nega loro anche il diritto alla giustizia.
E' davvero il momento di cambiare.
> Leggi la lettera scritta dai gentitori di Lorenzo Guarnieri