Trasporti: gli italiani preferiscono l'auto, ma costa 4.500 euro all'anno
Bocciati bus e tram
Roma - Le infrastrutture italiane non rispondono più alle mutate esigenze di mobilità dei cittadini, così l'auto privata resta il mezzo di trasporto maggiormente usato in Italia. Sono questi alcuni dei dati del Libro Bianco sulla Mobilità e i Trasporti realizzato da Eurispes, che mostra come negli ultimi decenni si è generato lo spostamento della domanda verso il trasporto privato su gomma a scapito del trasporto collettivo e pubblico.
TROPPE AUTO - Nel Belpaese si contano oltre 600 automobili ogni mille abitanti con i picchi costituiti da Roma e Firenze, che ne registrano oltre 700 ogni mille abitanti. Inoltre la capitale e Milano si collocano all’interno dei primi dieci posti della classifica europea delle città più congestionate. Tutto questo incide pesantemente anche nelle tasche degli italiani: basti pensare che l’Eurispes ha calcolato che la spesa sostenuta dalle famiglie per il trasporto privato è pari a circa il 13% del proprio reddito complessivo.
COSTI ELEVATI - "Tra manutenzione, assicurazione, parcheggi, pedaggi autostradali, un'automobile di media cilindrata costa a chi la possiede oltre 4.500 euro l'anno, spesa che ha un'incidenza sul reddito medio netto delle famiglie italiane quantificabile tra il 12% e il 25% (a seconda che si possegga una o più auto)", si legge nel Libro Bianco. A questi costi diretti, poi, bisogna aggiungere quelli sociali rappresentati dagli incidenti stradali, dagli effetti delle emissioni inquinanti e dell'inquinamento acustico derivanti: 750 euro l'anno per ogni cittadino europeo. Calcolando tutto questo, il trasporto privato costa a una famiglia media italiana 17 volte in più rispetto a quello pubblico, la cui spesa si aggira intorno all'1,2% del reddito disponibile.
Fra le soluzioni proposte nel Libro Bianco quella del riallineamento del tasso di motorizzazione ai livelli medi europei. In base alle stime, ciò impatterebbe positivamente sulle esternalità ambientali, consentendo di ridurre, ad esempio, di 2,2 miliardi di euro i costi da congestione, di 5,7 miliardi di euro quelli da incidentalità (diretti e patrimoniali) e, infine, di circa 3,1 miliardi quelli da inquinamento.
GLI SPOSTAMENTI - A corredare il Libro Bianco l’indagine svolta presso gli utenti del trasporto che mira a esplorare le abitudini dei cittadini rispetto agli spostamenti quotidiani, all’utilizzo dei diversi mezzi di trasporto, al giudizio sulla qualità del servizio offerto. Il 52,9% degli intervistati si sposta prevalentemente all’interno del proprio Comune di residenza e ben un terzo del campione (33,3%) nei Comuni della Provincia di residenza; gli spostamenti avvengono soprattutto per motivi di lavoro (57,3%) mentre oltre un terzo si sposta soprattutto per commissioni varie o tempo libero (34%), il 7,3% per motivi di studio. Per il percorso casa-lavoro, quasi un terzo del campione impiega un tempo decisamente breve, inferiore al quarto d’ora (31,2%), il 21,7% da 30 a 44 minuti, il 20% da 15 a 29 minuti. L’auto privata (come conducente) è il mezzo di trasporto maggiormente usato: il 29,4% la usa sempre, il 32,9% spesso, il 15,8% qualche volta, il 19,9% mai.
I MEZZI PUBBLICI - Per quanto riguarda i mezzi pubblici il 46,2% del campione non utilizza mai autobus o tram urbani, mentre il 33,3% lo fa qualche volta, l’11,6% spesso, il 5% sempre. Più elevata risulta la percentuale di quanti non utilizzano mai la metropolitana (60,8%), anche perché solo alcune città metropolitane sono dotate di linee della metro. Viaggiare in treno non è un’abitudine frequente: il 45,2% qualche volta, il 6,8% spesso, l’1,9% sempre; il 42,9%, invece, mai. Il 53,3% del campione non si sposta mai in bicicletta, invece quasi un terzo (32,2%) lo fa qualche volta, l’8,6% spesso, il 2,6% sempre. Meno diffuso risulta l’utilizzo di ciclomotori e motocicli: il 64,9% degli intervistati, infatti, non li usa mai. L’uso dei taxi è minoritario (l’80,7% non lo prende mai) e il 90,1% non utilizza mai il car sharing.
BOCCIATI BUS E TRAM - Le valutazioni positive sulla qualità del servizio fornito dai mezzi di trasporto pubblico prevalgono su quelle negative, anche se di poco, per i treni, i taxi, la metropolitana. Sono invece più numerosi i giudizi negativi rispetto al servizio degli autobus extraurbani e, in particolar modo, per autobus e tram urbani. Dai risultati emerge una decisa bocciatura per il servizio offerto dai mezzi pubblici di superficie: il 19,2% degli utenti si dice per niente soddisfatto, il 25,3% poco, il 21,8% abbastanza, solo il 3,5% molto.
I BIGLIETTI - Per il 52,2% degli italiani, poi, il costo del servizio di trasporto pubblico supera la sua qualità. Un italiano su 4 inoltre pagherebbe di più per un maggior frequenza dei mezzi. Per lo studio il tpl italiano ha infatti prezzi tra i più bassi in Europa ma che è anche più inefficiente. I problemi segnalati più spesso sono l’affollamento (66,3%) e il mancato rispetto degli orari (61,6%). Il resto dei disagi segnalati è prevalentemente legato ai fastidi che derivano dall’affollamento (rumorosità, 60,4%, e cattiva aerazione, 56,2%).