Francia, nuovo ministro dei trasporti. La sicurezza stradale cambia faccia? Le priorità del successore di Gilles De Robien, che blocca però l’installazione dei radar |
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(ASAPS) PARIGI – Non è solo l’Italia, il paese della politica all’altalena. Anche in Francia, dove la debacle di Raffarin sulla questione europea ha indotto l’ex premier a rassegnare le dimissioni, c’è aria di cambiamento. Un cambiamento che da un punto di osservazione privilegiato, come quello di noi italiani attenti alle vicende delle strade all’ombra della torre Eiffel, ci sembra abbia il senso di una retromarcia, se è vero che il nuovo ministro dei Trasporti Dominique Perben ha bloccato l’installazione dei radar per tutto il 2006. Strategia politica? Ribaltone tattico? O semplice ricerca di consensi? Certo, De Robien non era rimasto molto simpatico, vista la sua politica d’attacco alla violenza stradale, condivisa non solo dal suo primo ministro, ma anche dal capo dello stato, Jacques Chirac. Per ora, un po’ dubbiosi, stiamo a vedere. Di certo, Dominique Perben, ministro dei Trasporti, delle Infrastrutture, del Turismo e del Mare, non accetta di vedersi additare come un moderato della sicurezza, e annuncia grandi novità. Contro la velocità, una delle principali cause di incidente, il neo collega di Pietro Lunardi, però, “spinge il freno”: ma è solo un eufemismo. Il suo predecessore aveva preventivato l’installazione di almeno mille postazioni radar all’anno, ma a chi gli ha chiesto spiegazioni si è limitato da una laconica risposta. “Per ora – ha detto – va bene così”. Ma in un paese in cui il ruolo del Presidente della Repubblica è fortemente incisivo, la decisione inaspettata e controcorrente (per certi versi) di Perben ha suscitato qualche inquietudine nei sostenitori della tolleranza zero: Chirac ha fatto dell’impegno a favore della sicurezza stradale, uno dei capisaldi del suo mandato, riuscendo a scaldare gli animi nazionali e innescando una condivisione senza precedenti nell’area mitteleuropea. Non c’è da stupirsi, dunque, del disorientamento nei suoi più accesi fans, quando hanno sentito il nuovo ministro affermare che “la lotta contro la velocità non è sufficiente, da sola, per salvare vite”. Si guarderà allora verso la guida in stato di ebbrezza? Verso le norme di comportamento? Sul trasporto pesante? No: piuttosto, distanza di sicurezza, semafori e sugli incidenti in itinere. “Abbiamo sferrato una grande offensiva contro la velocità. Ora dobbiamo rivolgerci anche agli altri comportamenti scorretti”. Basterà la dichiarazione d’intenti a tranquillizzare i sécouiristes? Pare proprio di no, perché anche altre grandi novità messe in cantiere da De Robien, sono già state cancellate; è il caso della visita medica obbligatoria per i conducenti, che aveva irritato i capelli più bianchi. Una reazione che non aveva nemmeno scalfito la corazza di de Robien, ma secondo il suo successore “il sistema è troppo burocratico e ci affogherebbe. E poi i conducenti più anziani non sono i maggiori responsabili di incidenti”. Certo, che il nuovo ministro, si assume una bella responsabilità. (ASAPS). |
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